Io conto, io vendo

Un progetto di educazione finanziaria

Io conto, io vendo

Il Mercatino di Natale all'IC Sestu

di Nicolò Argiolas, 2^A Secondaria di Primo grado

Giorni

Classi

Scuola

17 dicembre

1C–1D–4C

Scuola primaria

19 dicembre

2C–2A

Scuola secondaria di primo grado – Via Torino

20 dicembre

2A–2C

Scuola secondaria di primo grado – Via Torino

La nostra scuola ha partecipato a un progetto di educazione finanziaria al quale hanno partecipato le classi, della primaria e della secondaria, nei giorni specificati nella tabella sopra.

Cosa vuol dire educazione finanziaria? Vuol dire realizzare un progetto nel quale noi studenti e studentesse abbiamo messo in campo le nostre capacità di organizzazione per ricavare un guadagno dalla vendita.

In primo luogo abbiamo pensato a cosa vendere, articoli che potevano interessare agli eventuali clienti. Trattandosi un mercatino di Natale abbiamo pensato di creare dei gadget per abbellire gli alberi di Natale dei nostri compratori. 

Ogni classe singolarmente ha realizzato dei prodotti che potevano essere venduti a un prezzo accessibile, perché in ogni operazione commerciale bisogna vendere le cose che possono interessare al cliente. 

I possibili clienti erano sicuramente i nostri genitori che avrebbero comprato articoli a prezzi alti. Nella scelta degli oggetti da proporre non abbiamo usato nulla di prezioso. 

Ci siamo messi quindi a lavorare sul nostro progetto che ci avrebbe fatto fare tanti soldi usando materiali da recupero come pigne e abbiamo realizzato: Babbi Natale, gufi, conigli, lumache e tanto altro.

I prezzi partivano da 10 centesimi (0,10 euro) a 5-7 euro e sono stati etichettati sugli articoli.

Una volta tornati dal mercatino la professoressa, ci ha detto (se volevamo) di portare degli altri oggetti da casa per avere merce in più da vendere e… Dulcis in fundo… Sono stati messi in vendita: dolcetti, caramelle, biscotti… e altro. Quando abbiamo visto che rimaneva poca merce ed era l’ultimo giorno, abbiamo abbassato tutti i prezzi sulle rimanenze e il lavoro ci ha ripagato perché adesso, con i soldi fatti, potremo finanziare le uscite. 

Nicolò Argiolas, 2^A

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