venerdì 24 novembre 2017

Laboratorio didattico, “Imparo a programmare, programmo per imparare”, a cura di Elisa Pettinari - Mondadori Education, di Lisa Manunza ed Emanuele Pintus, Classe 3^F (Scuola secondaria di primo grado)

In occasione della 10^ Edizione di Cagliari FestivalScienza - Scienza Futura, all’Istituto Comprensivo di Sestu si fa Coding con Scratch. Mercoledì 8 e giovedì 9 novembre, quattro fortunatissime classi hanno avuto la possibilità di partecipare a un Laboratorio didattico, “Imparo a programmare, programmo per imparare”, a cura di Elisa Pettinari - Mondadori Education.




Elisa Pettinari si è laureata in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano e ha conseguito un master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. Per Mondadori Education coordina progetti editoriali relativi a informatica, competenze digitali e nuove tecnologie nella didattica, e tiene seminari e corsi di formazione per i docenti. Ha insegnato coding e robotica presso diverse scuole di Milano, sia primaria che secondaria di primo grado, partecipando a progetti volti a introdurre nella programmazione didattica il coding come attività interdisciplinare.” (tratto da 
http://www.mondadorieducation.it/Mondadori Education/appuntamenti/(anno)/2017/(mese)/11/(giorno)/9 )

I nostri redattori Lisa ed Emanuele hanno incontrato Elisa Pettinari e hanno fatto una breve chiacchierata con lei.

Domanda: Che cosa intende per Coding con scratch?
Risposta: Coding, come voi già sapete, vuol dire programmare, e quindi coding con scratch significa imparare a programmare in modo semplice ma vero, per realizzare giochi e videogiochi. Però, programmare significa anche scrivere una procedura con istruzioni che devono essere capite da una macchina. Questa utilizza una logica che è la stessa che noi usiamo tutti i giorni. Quindi, dobbiamo fare in modo che la procedura venga capita da una macchina. Facendo questa attività, noi impariamo anche ad usare questa logica che ci servirà in moltissime situazioni della vita.

D.: Ritiene che l’Italia sia al passo con i Paesi più progrediti da questo punto di vista?
Siamo partiti presto e siamo stati bravi perché queste attività di coding negli Stati Uniti sono partite nel 2013. Noi siamo partiti nel 2014 e abbiamo già fatto tante cose belle. Ci sono tantissime scuole che partecipano alle attività di coding perché il Ministero ha messo a disposizione una piattaforma molto utile, https://www.programmailfuturo.it/come/ora-del-codice  che voi conoscete. Quindi, siamo stati sicuramente bravi e siamo quasi al passo, nel senso che ci siamo anche affidati alle iniziative delle stesse scuole. Il Ministero non ci obbliga a fare coding: infatti, ci sono tante scuole che hanno partecipato e altre che ancora devono iniziare. Quindi, siamo quasi al passo ma, come sempre, possiamo fare meglio.

D.: Ha visitato altri Paesi dove la robotica e il coding sono all’avanguardia?
Sì, ho lavorato per tanti anni negli Stati Uniti, in una multinazionale. Mi sono poi spostata anche in altri paesi all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. Sicuramente, gli Stati Uniti lo sono. A questo proposito voglio dire che l’Italia non investe tantissimo in ricerca scientifica e in tecnologia. Dovrebbe fare di più. Però ha dei centri di eccellenza importanti e quindi facciamo questi laboratori anche perché vogliamo spingere voi, nuove generazioni, a quelle carriere che vengono chiamate Stemscience technology engineering mathematics, cioè quelle carriere lavorative, che sono una grande opportunità nel futuro, relative alla ricerca scientifica e alla progettazione tecnologica.

D.: Secondo lei “fare coding” è una espressione comune nel nostro dizionario?
Coding in realtà è una parola inglese che significa programmare e questa è una parola comune perché la programmazione esiste da sempre. Oggi è necessaria per realizzare la maggior parte dei dispositivi che usiamo e che sono diventati pervasivi. Pertanto, non possiamo prescindere dal fatto di saperli usare, ma anche di conoscerli bene per sapere come funzionano e a cosa servono.

D.:  Da studentessa, quando ha scoperto l’informatica e l’amore per la tecnologia?
Più o meno quando avevo la vostra età, anche se allora pensavo ad un’altra cosa a carattere più generale. Il mio non era un amore per la tecnologia e per la programmazione; volevo, comunque, studiare una materia scientifica e vedere come funzionano le cose in pratica.

D.: Lavorerà con altri programmi, per esempio Minecraft?
Con Minecraft ho già lavorato e sto già pensando a come realizzare i prossimi laboratori di coding utilizzando sia Minecraft che altri programmi. Comincio da Scratch che presenta un linguaggio più semplice. Non voglio proporre un linguaggio di programmazione specifico che adesso non avrebbe senso per voi, perché quando sarete grandi e cercherete lavoro, quindi tra poco più di dieci anni, i linguaggi di programmazione che usiamo oggi saranno vecchi; con Scratch si imparano, invece, le cose importanti che servono per qualunque linguaggio futuro.

D.: Da bambina avrebbe mai immaginato un simile “progresso”?
No, decisamente no.  Questo bisogna dirlo perché è anche ciò che ci mette in difficoltà. Perché la rapidità con cui si sono evoluti questi dispositivi tecnologici, di sicuro, quando ero piccola io, non la immaginavamo. Adesso dobbiamo imparare a stare al passo con una tecnologia che cambia rapidamente più di quanto a volte non riusciamo a cambiare la nostra testa.

D.: Lei ritornerà qui a fare altre attività di Coding e Scratch?
Io spero di sì. In questo momento non lo so perché poi, a Milano, mi occupo anche di altri lavori, non mi occupo solo di tecnologia. Sarei, comunque, contentissima se capitasse un’altra occasione.

Se dovesse succedere, la classe 3^F si prenoterebbe subito!



Lisa Manunza ed Emanuele Pintus, Classe 3^F (Scuola secondaria di primo grado)

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