Il giorno 18 maggio 2018 la classe 2^C ha fatto l’uscita didattica
alle Saline Conti Vecchi, le seconde più grandi d’Italia dopo quelle che si
trovano in Puglia, un monumento di archeologia industriale gestito dal FAI e da
Eni.
Facendo il giro col trenino, abbiamo potuto ammirare le
vasche salanti, che hanno, soprattutto in estate, un colorito rosso fuoco
grazie a un’alga che riesce a vivere nonostante la salinità dell’acqua e in cui
si formano i cristalli di sale. Abbiamo potuto ammirare anche le vasche
evaporanti, in cui è concentra la fauna composta da fenicotteri, gabbiani,
garzette e altre specie di animali e in cui, appunto come ci suggerisce il
nome, avviene il processo di evaporazione dell’acqua.
Dopo abbiamo fatto un’attività di laboratorio durante la
quale ci è stato spiegato il procedimento di pulizia del sale; questa, infatti,
non può essere fatta con l’acqua normale perché il sale si scioglierebbe, ma
bisogna usare l’acqua satura così il cristallo di sale rimane perfetto. Per
capire se l’acqua è satura, prima si usava un uovo e si osservava se questo galleggiava
o meno; adesso però, con le nuove tecnologie, si usano macchinari sofisticati
per la pulizia del sale e per capire se l’acqua è satura.
Le saline prima erano una palude perché l’acqua era
stagnante; poi è stata bonificata perché c’erano le zanzare che portavano la
malaria. La nostra guida, attraverso un esperimento, ci ha mostrato il ristagno
dell’acqua: in un colino ha messo della terra e in un altro ha riprodotto il
terreno d’argilla che c’è adesso nelle saline; in entrambi ha versato dell’acqua
che la terra ha assorbito, al contrario dell’argilla che non fa filtrare
neanche una goccia. La bonifica è stata fatta togliendo l’acqua dolce e
mettendo l’acqua salata in modo da produrre il sale.
Abbiamo visitato anche il museo delle Saline in cui ci è stata
raccontata la storia delle saline e di Conti Vecchi, l’uomo che ha fatto sì che
nascessero. C’è l’ufficio del direttore, col vecchio registro, e uno dei primi
cristalli della prima raccolta di sale fatta nel 1928.
Nel laboratorio chimico dall’acqua di mare si estraevano
altri prodotti oltre al sale e, inoltre, proprio dal sale si otteneva
l’ipoclorito di sodio, cioè la varecchina. Questa è stata la prima salina in
cui si sono estratti questi prodotti chimici. Questo laboratorio era molto
moderno perché ci lavoravano anche le donne e ciò è insolito per quel tempo
perché le donne erano solite occuparsi della casa e dei figli.
Sara Tinti, Classe 2^C, Scuola secondaria di Primo grado
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