mercoledì 13 giugno 2018

Le Saline Conti Vecchi, Sara Tinti, Classe 2^C, Scuola secondaria di Primo grado





Il giorno 18 maggio 2018 la classe 2^C ha fatto l’uscita didattica alle Saline Conti Vecchi, le seconde più grandi d’Italia dopo quelle che si trovano in Puglia, un monumento di archeologia industriale gestito dal FAI e da Eni.
Facendo il giro col trenino, abbiamo potuto ammirare le vasche salanti, che hanno, soprattutto in estate, un colorito rosso fuoco grazie a un’alga che riesce a vivere nonostante la salinità dell’acqua e in cui si formano i cristalli di sale. Abbiamo potuto ammirare anche le vasche evaporanti, in cui è concentra la fauna composta da fenicotteri, gabbiani, garzette e altre specie di animali e in cui, appunto come ci suggerisce il nome, avviene il processo di evaporazione dell’acqua.
Dopo abbiamo fatto un’attività di laboratorio durante la quale ci è stato spiegato il procedimento di pulizia del sale; questa, infatti, non può essere fatta con l’acqua normale perché il sale si scioglierebbe, ma bisogna usare l’acqua satura così il cristallo di sale rimane perfetto. Per capire se l’acqua è satura, prima si usava un uovo e si osservava se questo galleggiava o meno; adesso però, con le nuove tecnologie, si usano macchinari sofisticati per la pulizia del sale e per capire se l’acqua è satura.
Le saline prima erano una palude perché l’acqua era stagnante; poi è stata bonificata perché c’erano le zanzare che portavano la malaria. La nostra guida, attraverso un esperimento, ci ha mostrato il ristagno dell’acqua: in un colino ha messo della terra e in un altro ha riprodotto il terreno d’argilla che c’è adesso nelle saline; in entrambi ha versato dell’acqua che la terra ha assorbito, al contrario dell’argilla che non fa filtrare neanche una goccia. La bonifica è stata fatta togliendo l’acqua dolce e mettendo l’acqua salata in modo da produrre il sale.


Abbiamo visitato anche il museo delle Saline in cui ci è stata raccontata la storia delle saline e di Conti Vecchi, l’uomo che ha fatto sì che nascessero. C’è l’ufficio del direttore, col vecchio registro, e uno dei primi cristalli della prima raccolta di sale fatta nel 1928. 


In questo museo abbiamo visitato l’archivio in cui ci sono i disegni e i documenti originali della salina. I disegni riguardano i progetti delle case che il direttore aveva costruito per lui e per le famiglie degli operai, che erano anche molto lussuose per l’epoca, perché c’era il bagno privato che appunto era considerato un lusso. Il direttore, inoltre, non aveva costruito solo le case per le famiglie degli operai ma anche la scuola per i loro figli in modo che venissero istruiti, e anche i figli del direttore frequentavano la stessa scuola dei figli degli operai, e se volevano andare alle medie l’azienda forniva un pulmino che li portava a Cagliari.
Nel laboratorio chimico dall’acqua di mare si estraevano altri prodotti oltre al sale e, inoltre, proprio dal sale si otteneva l’ipoclorito di sodio, cioè la varecchina. Questa è stata la prima salina in cui si sono estratti questi prodotti chimici. Questo laboratorio era molto moderno perché ci lavoravano anche le donne e ciò è insolito per quel tempo perché le donne erano solite occuparsi della casa e dei figli.


Sara Tinti, Classe 2^C, Scuola secondaria di Primo grado

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