mercoledì 17 febbraio 2021

La tecnologia e noi ragazzi, di Stefania Cossu, Classe 3^H, Scuola secondaria di Primo grado

Ogni tanto rifletto sul progresso degli ultimi anni: la tecnologia ha fatto  passi da gigante, ha migliorato alcuni aspetti della vita quotidiana e ci ha legato fortemente ad essa. E’ innegabile infatti che la società ha subito un forte cambiamento e il passaggio da una società “moderna” ad una società che possiamo definire  “post-moderna“ è stato vorticoso.

Oggi si parla di Internet  o  di società “fluida” e “multirete”, di società nativa digitale, di cyberspazio,  di e-commerce. Si può dire che ormai  la tecnologia è talmente entrata  a far parte della nostra vita che non diamo più molta attenzione a questo fatto, anzi, a volte la diamo per scontata.  Ma quando penso  per un attimo a come era la vita prima di noi e a come avremmo vissuto senza di essa, allora credo che si possa anche cercare di capire quali sono stati gli effettivi vantaggi portati dalla tecnologia per la nostra vita e per quella di tutti e quali sono gli aspetti  negativi legati al modo talvolta sbagliato di servirsene e spesso all’abuso.

Se ci si sofferma a riflettere, si capisce facilmente che è in gran parte grazie al progresso scientifico e tecnologico che l’umanità ha conosciuto  un forte miglioramento delle proprie condizioni di vita. Gli strumenti tecnologici, infatti, ci permettono di fare cose impensabili fino a qualche anno fa: per esempio, stando comodamente seduti a casa di fronte ad un pc, si possono fare acquisti per negozi di tutto il mondo, anche confrontando i prezzi e scegliendo la taglia, il colore, la marca e il modello che ci serve e che più ci piace; si può organizzare una vacanza con tutte le sue tappe, itinerari precisi e anche programmi orari; si può usare un gps e delle app per sostituire le carte geografiche che si usavano abitualmente fino a una decina di anni fa: le ricordo bene anche io, quando ero piccolina le usavamo per viaggiare! Oppure, ancora più attuale in questi due ultimi anni, si può fare videolezione e didattica a distanza, si possono utilizzare le classi virtuali, si può partecipare a videoconferenze, messaggiare e chattare con gruppi di amici o parenti anche molto lontani, incontrandosi anche attraverso videochiamate di gruppo. E non va tralasciato quanto sia importante per l’uomo il fatto che si possono fare interventi chirurgici delicati con apparecchiature laser e molto sofisticate, ispezionare in profondità il mare e il terreno, prelevare i nostri soldi dalla banca per utilizzarli per esempio pagare le bollette. Insomma: una infinità di azioni che sicuramente, senza andare lontano ai nostri nonni e bisnonni, sicuramente neanche i nostri genitori potevano immaginare, perché il progresso va veloce e lo sviluppo scientifico-tecnologico porta con sé l’abbattimento delle distanze e del tempo, lo svolgimento di molte azioni con grande velocità e perfezione, imprese altrimenti impossibili come il raggiungimento dello spazio ecc.  Infatti la tecnologia dell’informazione e della comunicazione ci ha permesso di superare limiti e ostacoli, di abbattere ogni barriera dello spazio e del tempo.

Io e i miei coetanei facciamo parte di una generazione “nativa digitale” e talvolta non ci rendiamo forse totalmente conto di quanto sia importante,  per esempio, anche l’uso di dispositivi e del fatto che esso non sia così scontato. I miei genitori mi dicono che quando sono nata io, non avevano mandato le foto a tutti su WhatsApp perché ancora non se ne faceva l’uso che per noi, invece, è così scontato e quotidiano. Quando però studiamo o sentiamo in tv di altre nazioni in cui la povertà e il progresso non sono uguali a quelli del mondo che ci circonda, allora iniziamo a capire che il progresso tecnologico non è uguale ovunque. Oppure parlando con i nostri genitori e i nostri nonni, capiamo quanto anche tra le loro generazioni ci sia stato un salto nel progresso tecnologico.

Se ci penso, i miei nonni sono nati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e mi raccontano che avevano a stento da mangiare e da vestire, che si riscaldavano con un braciere messo sotto il tavolo, che usavano una penna dove dovevano mettere l’inchiostro e che per andare in bagno dovevano addirittura andare all’aperto! Oppure i miei genitori mi hanno raccontato che il pc non lo avevano proprio e tanto meno le stampanti, ma al massimo usavano macchine da scrivere e che solo quando erano ormai “grandicelli” avevano un computer che aveva pochissime funzioni e sicuramente non pensavano neanche di portarlo a scuola, di usarlo per studiare o che potesse contenere i libri, che con esso si sarebbe potuto fare didattica a distanza e che sarebbe potuto essere utilizzato per gli infiniti scopi per cui lo usiamo noi oggi.

Ma se non vogliamo essere completamente dipendenti dalla tecnologia, dobbiamo stabilire dei limiti. Gli esperti che studiano il problema ci fanno riflettere sul fatto che, quando la realtà virtuale ci confonde scavalcando la realtà, e allora può diventare pericolosa. Infatti le nuove tecnologie e la libertà della comunicazione ad essa legata, stanno cambiando le relazioni sociali tra i gruppi. Internet  e  i nuovi device digitali, è vero, ci permettono di  conoscere, di leggere tante informazioni e curiosità, di vedere video, film, documentari in tempo reale da tutte le parti del mondo; ma restare al passo con i tempi o con le migliaia di notizie ed eventi giornalieri è certamente difficile e a volte può procurare disorientamento, legato anche alla massa di  informazioni che ci sommergono continuamente.

Se si riflette viene subito a galla che molte delle problematiche di carattere psicologico e sociale sono legate a quella che viene chiamata “fuga dalla realtà” e anche all’incapacità di distinguere le sensazioni, le emozioni nei vari momenti, durante l'utilizzo delle tecnologie. Essere un  utente di un social network, ci può far convincere di far parte  di una comunità, ci può far credere di essere amici quando invece si tratta di una comunità “virtuale”  in cui i rapporti molto spesso sono finti.  Si sente addirittura parlare di persone che si conoscono “virtualmente” a distanza e poi si fidanzano e magari si sposano. Altro punto su cui riflettere è quello delle nuove tecno-fobie e di stress da nuove tecnologie come capita purtroppo molto spesso anche a noi ragazzi, ad esempio, di avere il bisogno di  controllare costantemente il cellulare per paura di non essere raggiungibile, oppure avere un continuo bisogno di guardare le mail, gli sms o WhatsApp per paura di non leggere un messaggio importante e per rimanere sempre online. Inoltre, la voglia di far parte di gruppi, di sentirsi utili per raggiungere uno scopo comune, di avere un’identità all’interno della comunità, spinge sempre più a sfuggire dalla società reale in cui i rapporti risultano sicuramente più difficili da gestire. La tecnologia ci aiuta ad entrare a far parte di una società online, in cui si può entrare ed uscire quando si vuole nel gruppo che si preferisce, in base ai propri sentimenti, desideri e interessi, anche momentanei, semplicemente premendo un tasto. Il progresso ultimamente sta così accelerando da divenire quasi incontrollato e rischiare di superare le reali esigenze dell’uomo. A volte mi dispiace e mi arrabbio con i miei genitori che non vogliono per ora che io abbia alcuni social network, ma credo che veglino su di me e credo di doverli ringraziare.

Secondo me, immaginare una vita senza tecnologia, però, sembra ormai impossibile e nemmeno sembra possibile affermare che senza di essa si vive meglio. Sicuramente bisogna riflettere seriamente sulle possibili soluzioni per le problematiche legate all’uso indiscriminato delle tecnologie e penso che si possa evitare l’abuso con l’educazione ad un uso corretto, consapevole e responsabile di essa. Infatti sta a tutti noi stabilire quali sono realmente le priorità nella vita di ogni giorno e dobbiamo diventare capaci di comandare in ogni momento l’uso e la necessità di utilizzare la tecnologia, dobbiamo cercare di sfruttarla per i nostri vantaggi ed esclusivamente per il miglioramento delle  condizioni di vita, non dobbiamo diventarne schiavi, ma la tecnologia fa parte del nostro mondo e se ben usata porta tanti benefici e progresso.

Stefania Cossu, Classe 3^H, Scuola secondaria di Primo grado


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