Ci
sono luoghi che ti rimangono impressi nella mente, non riesci a scordarli. Uno
di questi è Bracciano, più precisamente l’aeronautica militare di Vigna di
Valle, un luogo che sorge sulle coste del Lago di Bracciano, immerso nel verde della
natura.
È
un luogo magico e ricco di storia: da qui ha avuto inizio il primo volo in
Italia. Nel 1908 prese il volo il primo dirigibile militare italiano.
È
stato il primo Reparto Meteorologico italiano, oggi qui si trova uno dei musei
di storia del volo più importanti al mondo.
Siamo
arrivati all’aeroporto di Roma-Fiumicino il 16 maggio e, dopo aver recuperato
tutte le valigie, ci siamo recati all’Hotel a Ladispoli.
La
prima cosa che ti passa per la testa è “Come sarà l’albergo…” ve lo spiego io
come era, se posso esprimere un giudizio… ho notato polvere dappertutto,
perfino sui letti. Questo problema è stato riscontrato da tutti, quindi non è
stata una dimenticanza, mah… dettagli, non voglio entrare nei particolari sennò
scrivo un libro!
È
il giorno dopo, che è iniziata la vera avventura: direzione
Braccianoooooooooooooo!!!!
Durante
il viaggio, i professori ci hanno dato un adesivo di riconoscimento da
attaccare o sul telefono o su qualcos’altro, era importante tenerlo visibile.
Tutti
aspettavamo questi giorni da mesi ormai, sono arrivati e sono andati via
lasciandoci in testa una storia, una piccola parte di noi è rimasta lì,
Bracciano quasi ti strega, non vorresti più tornare a casa, biglietto andata
senza ritorno (sarebbe stato bello), quasi quasi non puoi più affezionarti ai
posti che dopo due giorni li devi lasciare… è più importante condividere che
vivere, perciò ho deciso di descrivere i due giorni passati in quel posto
all’inizio misterioso, che poi in poco tempo ti diventa familiare, in modo che
così rimanga nella mente di chi l’ha vissuto in prima persona e incuriosisca
chi non ci è andato attraverso quest’articolo.
17
maggio;
La
sveglia urla alle 6:00 del mattino, la colazione è alle 7:30, non dobbiamo fare
tardi, ovviamente c’è la lotta per il bagno e per le docce…
Partenza:
ore 8:30, ma ovviamente il pullman ha fatto più di un’ora di ritardo e quindi,
alla fine, siamo arrivati a Bracciano verso le 11:00… ci siamo persi i
laboratori…non è giusto!
Va
beh, siamo andati a visitare il museo storico dell’Aeronautica Militare, pieno
di storia, attrezzature usate durante le due guerre mondiali, ma soprattutto
maestose creature (aerei, idrovolanti e dirigibili), per la maggior parte dei
miei compagni (corso H) è stato noioso, per me no, è stato interessante.
Arriva
l’incubo, ma ora che ci penso, mi manca anche tutto ciò: sto parlando del
pranzo.
Fila
interminabile di persone, gente che supera, cori da stadio (neanche definibili
cori), per poi avere “cibo” orribile, Terza Guerra Mondiale per trovare un
posto libero dove consumare il tuo “pasto”, soffrire mentre lo consumi per non
morire di fame. Dai, ci sta.
Dopo
pranzo, riposo di un’oretta scarsa e poi siamo andati nell’Hangar dove c’erano
spettacoli e dove il giorno dopo ci saremmo dovuti esibire.
Ci
sono state diverse esibizioni tra ballo e teatro, ma quella che mi ha colpito
particolarmente è stata l’esibizione categoria “teatro” che ha visto
protagonista una ragazza, che volendo diventare famosa ha fatto un provino, è
stata presa e per realizzare il suo sogno però, prima di tutto, avrebbe dovuto
cambiare il suo cognome, lasciare i suoi amici e la sua famiglia, farsi
trattare da bambola. Non vi dico la fine, per motivi di spoiler.
È
l’ora della cena, quasi quasi anche peggio del pranzo…
Dopo
torniamo in hotel e sino alle 23:30 si può restare in giro; passato
quest’orario tutti nelle proprie stanze. Inutile dire che qualcuno sopra
l’orario stabilito è stato scoperto e rispedito nella sua stanza in breve
tempo.
18 maggio
Il grande giornoooooo! Quello
per cui ci siamo preparati sin da febbraio, quello per il quale tutti avevamo
un po’ d’ansia, anche se non mostrata esplicitamente.
Dopo “pranzo” ci siamo
riposati un po’ e i violinisti e i clarinettisti sono andati a prendere il proprio
strumento dal furgone della prof.ssa Melis per fare l’accordatura.
È stranissimo prendere in
mano lo strumento dopo 3 giorni che non lo suoni, soprattutto per chi è
abituato a prenderlo sempre, il suono era diverso, c’è voluto un po’ prima che
mi riabituassi.
Mentre i percussionisti e i
pianisti portavano le percussioni e i pianoforti sul palco, i violini e i clarinetti
completavano l’accordatura.
Siamo stati l’orchestra che
ha aperto la serata, i presentatori del festival ci hanno definito preparatissimi
e la nostra performance meravigliosa! Beh, modestamente…
In realtà, non pensavo fosse
uscita così bene, sopra il palco sentivo solo un pianoforte, i clarinetti, che
avevano la parte principale non li ho sentiti per niente, ma dalle
registrazioni mi sono accorta che si sentiva tutto.
A seguire un estratto delle
interviste ai professori di musica:
ASPETTATIVE
APPENA AVETE VISTO IL PALCO E IL LUOGO IN CUI CI SIAMO ESIBITI
Prof.ssa Trincas:
“Mi sono sentita abbastanza
sicura, la qualità del suono era ottima”
Prof.ssa Sarigu:
“Ho trovato il palco
abbastanza attrezzato, quando siamo arrivati, il palco era molto bello,, ma
troppo piccolo per la nostra orchestra di 58 elementi.
L’acustica era quella di un
Hangar, certo! Era preferibile l’acustica di un teatro…”
Prof.ssa Melis:
“Il palco era piccolo, ma
abbastanza attrezzato per le nostre esigenze, il fonico non ha pensato a chi si
esibiva ma a chi ascoltava”
Prof. Carboni:
“Le mie aspettative erano
buone, l’attrezzatura era professionale, il service professionale, il fonico
era bravo e competente, ma sfortunato perché non ha potuto fare quello che
voleva fare.”
COME
È ANDATA L’ESIBIZIONE?
Prof.ssa Trincas
“Penso sia andata molto bene,
siamo riusciti a suonare nonostante tutto”
Prof.ssa Sarigu:
“È andata abbastanza bene,
anzi senza abbastanza, è stata un’esperienza diversa, c’era un bel pubblico,
molto attento, abbiamo aperto la serata e per questo siamo stati molto
apprezzati e quindi applauditi”.
Prof.ssa Melis:
“È andata molto bene, sono
orgogliosa, in questa situazione: avete dimostrato di sapere pienamente le
parti”.
Prof. Carboni:
“Pensavo che l’esibizione
fosse non buona visto il risultato sul palco, ma alla fine abbiamo fatto una
buona esecuzione.”
ASPETTI
NEGATIVI E POSITIVI DELL’ESIBIZIONE E DEI DUE GIORNI TRASCORSI A BRACCIANO.
Prof.ssa Trincas:
“L’aspetto negativo è che
l’organizzazione avrebbe dovuto mettere un limite al numero di partecipanti.
Gli aspetti positivi sono che
ci sono stati degli scambi culturali, ascoltando persone provenienti da altre
regioni, performance di altre categorie quali ballo e teatro.”
Prof.ssa Sarigu:
“La preparazione del palco è
stata molto impegnativa.”
Prof.ssa Melis:
“L’aspetto negativo è stato
gestire i numeri, 13.000 partecipanti sono troppi…”
Prof. Carboni:
“Sono stati due giorni buoni,
non ho trovato aspetti negativi, anzi, ho visto una crescita generale del
gruppo.”
IMPRESSIONI:
VI ASPETTAVATE ANDASSE COSI’?
Prof.ssaTrincas:
“Non lo so…in realtà, non me
lo sono chiesta, ho sempre avuto un atteggiamento positivo, sono molto
soddisfatta.”
Prof.ssa Sarigu:
“Mi aspettavo che andasse
meglio, ci sarebbe servito più tempo per il soundcheck”.
Prof.ssa Melis:
“Dalla pubblicità
l’organizzazione sembrava più attrezzata…”
Prof.Carboni:
“Sì, mi aspettavo che andasse
così, in generale sono molto contento!”
COSA
AVETE MESSO IN VALIGIA AL RIENTRO PER QUANTO RIGUARDA LE ESPERIENZE, LE EMOZIONI
E I RICORDI?
Prof.ssa Trincas
“Io ho portato a casa un
baule pieno di orgoglio: ho conosciuto molti di voi che non conoscevo
direttamente, non essendo miei alunni di pianoforte, ho portato anche un po’ di
stanchezza, ma nonostante tutto lo rifarei altre 100, 1000 volte!!!”
Prof.ssa Sarigu
“Ho messo in valigia una
maglietta, dei souvenir, no scherzo!
Ho portato a casa una
vittoria perché riuscire a portare 70 ragazzi ad un festival come questo è
stata una sfida, mi è piaciuto perché non dovevamo essere giudicati, anche se
avrei preferito l’acustica di un teatro, non si sentivano sfumature.”
Prof.ssa Melis:
“Ho portato a casa tante
emozioni, grazie a questa esperienza diversa, portare 70 ragazzi è stata una
scommessa riuscita, lo rifarei volentieri!”
Prof. Carboni:
“Ho portato a casa il ricordo
di una nuova esperienza diversa dai concorsi, vi ho conosciuto meglio… è stata
un’esperienza emozionante, da rifare”.
Sara Veroni, Classe 3^H,
Scuola secondaria di Primo grado
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