Noi e gli altri
Pensiamo sempre che se apparentemente una persona è tranquilla non possa
essere in difficoltà dentro di sé.
Pensiamo che chi è in difficoltà sia lontano da noi.
Ma senza andare molto lontano ci accorgiamo che persone vicino a noi che
credevamo fossero “tranquille” stanno male.
Davanti alla difficoltà altrui rimaniamo indifferenti, perché tanto “non sono problemi nostri”, ed è qua che mostriamo la nostra poca umanità e la nostra tanta indifferenza.
Intorno a noi ci sono persone che soffrono in silenzio: adolescenti oppressi dalla scuola, lasciati dai genitori; ragazzi che si vergognano dei loro difetti; ragazzi bullizzati; padri e madri troppo impegnati che seguono lavoro, famiglia e faccende di casa; persone che non pensano di meritarsi la vita; persone che non si sentono parte della società e di questo mondo; persone che sentono la mancanza di qualcuno che non c'è più; persone emarginate dalla società e dalle loro famiglie per i loro sogni, orientamenti sessuali e per i loro disagi.
Tutte persone che soffrono senza dire nulla: persone che piangono la notte
sul cuscino, persone che arrivano a farsi del male fisico, persone sofferenti
che si rifugiano nell'alcol e nella droga, persone che arrivano ad atti
estremi.
Nessuno può essere un eroe per tutti, però tutti nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per chi sta in difficoltà: basta anche solo una chiacchierata, un'uscita, un caffè o un gelato preso assieme.
Sono piccoli gesti che potrebbero alleggerire le vite di persone sofferenti, piccoli gesti che potrebbero evitare tragedie incolmabili.
Se solo tutti fossimo così… che bel posto sarebbe il mondo…
Tutti dovremmo essere gentili con tutti, tutti dovremmo capire che il
nostro prossimo da aiutare potremmo essere noi un altro giorno, perché ciò che
oggi pianti, domani raccogli.
Un giorno ho aperto gli occhi alla realtà, mi sono guardata attorno e mi
sono resa conto che molti soffrono e mi ha fatto tanta rabbia il solo pensiero
che io non me ne sia accorta.
Tutti possiamo dare un aiuto, mai voltare le spalle a chi in silenzio lo
sta chiedendo.
Laura Piga, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
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