lunedì 28 giugno 2021

Violenza sulle donne e femminicidio, di Alessio Baldussi, Daniela Massidda, Giorgia Marras, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado

 


Violenza sulle donne e femminicidio

Il termine "femminicidio" sta ad indicare qualsiasi forma di violenza fisica e psicologica delle donne fino all’annientamento della loro identità.

Questo termine, purtroppo, negli ultimi anni si sente continuamente nel nostro quotidiano;  infatti se ne sente parlare ogni giorno e nell’ultimo anno 2020 in tutto il mondo si è arrivati a percentuali molto più alte rispetto al passato. 

L’81% di questi omicidi brutali avviene nel contesto familiare, infatti, durante la quarantena di marzo-maggio 2020, molte donne sono state uccise anche per motivi banali.

La percentuale restante di donne viene uccisa da sconosciuti o conoscenti per altri motivi come “il modo in cui si vestono”; le frasi più celebri che le persone dicono per giustificare l’atto brutale come se avessero ragione gli “uomini” (se così è possibile definirli), sono: “Vestita così se l’è cercata”, “E’ ovvio che se ti metti una minigonna o esci mezzo nuda gli uomini non resistono alla tentazione di provarci”, “Se sembra una donna di facili costumi con tutto quel trucco, è ovvio che se la sta cercando”, “Non è colpa dell’uomo, l’ha solo scambiata per una prostituta”; ne esistono tantissime di frasi di questo tipo, ma ne abbiamo voluto riportare solo alcune.

Quasi tutti i giorni sentiamo parlare al telegiornale, alla radio, nella musica, di donne di ogni fascia d’età dalla più piccina alla più anziana che vengono violentate e uccise in modo sofferente e aggressivo.

Nel caso della violenza psicologica, le donne non vengono uccise in modo diretto ma in modo indiretto, cioè attraverso l'istigazione al suicidio, con forme diverse di maltrattamenti psicologici da parte di un uomo.

Uno dei termini della violenza psicologica più usata è il bodyshaming, cioè la violenza verbale che si riferisce alla corporatura e al peso dell’individuo.

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e sul femminicidio, il simbolo più celebre per ricordare le donne uccise sono le scarpette rosse.

Recentemente in Italia, ma anche in altri Paesi del mondo, è stato attivato un servizio telefonico per aiutare le donne che subiscono atti di violenza; il numero da chiamare in Italia è il 1522 che cercherà di far arrivare al più presto le forze dell’ordine.

Alcune donne, che vengono controllate da un “uomo” in ogni azione che fanno, cercano di chiamare i soccorsi anche fingendo di chiamare ad esempio una pizzeria, dando il numero civico e la via in cui abitano; ciò potrebbe aiutare e anche salvare la vita, per questo bisogna diffondere questo metodo.

La legge impone, per chi uccide una donna, che all’uomo vengano dati dai 12 ai 24 anni di reclusione (pochissimi anni per l’atto che hanno commesso, secondo noi).

Se si è vittima di violenze, o si conosce una donna che ne è vittima, si deve subito segnalare e bisogna ricordar sempre che chi semplicemente tocca una donna in malomodo è una persona che non merita niente.

Le canzoni che abbiamo proposto qui sotto, trattano ciò di cui ci siamo occupati: la violenza sulle donne e il femminicidio.


“Bella così”, parla degli insulti e di come le donne non si devono interessare  ad essi e anche della violenza sulle donne.

https://www.youtube.com/watch?v=_7IOhpPLIIs


“Caramelle”,  racconta di come i bambini  vengono adescati e violentati per poi venire uccisi.

https://www.youtube.com/watch?v=KspLGmpTR3w


“La ragazza con il cuore di latta”, tratta di una ragazza con una malattia al cuore, il cui padre, nonostante la patologia della figlia, la picchiava.

https://www.youtube.com/watch?v=ov3pyu9hWio


di Alessio Baldussi, Daniela Massidda, Giorgia Marras, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado




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