giovedì 8 giugno 2023

Lo sfruttamento minorile, di Vanessa Argiolas, Classe 2^H, Scuola Secondaria di Primo grado

Lo sfruttamento minorile è una forma di violenza che priva i bambini dei loro diritti, della loro libertà e della loro infanzia.

A livello globale si contano 160 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni che vengono costretti a lavorare senza ricevere istruzione e senza divertirsi; alcuni dei lavori a cui vengono sottoposti bambini e ragazzi sono molto pericolosi e potrebbero danneggiare la loro salute e il loro sviluppo psico-fisico.

Spesso uno dei fattori che determina lo sfruttamento minorile è l’estrema povertà.

Il lavoro minorile causa anche povertà: i bambini non vanno a scuola quindi difficilmente possono trovare un lavoro dignitoso in futuro e, sono destinati a rimanere nella povertà.

Ecco un elenco delle peggiori forme di sfruttamento economico:


1.    Lavori pericolosi: in miniera, in agricoltura oppure a contatto con macchinari o sostanze chimiche pericolose.

2.    Lavori forzati: orari prolungati, lavoro notturno o prigionia nel posto di lavoro.

3.    Arruolamento: bambini soldato.

4.    Sfruttamento sessuale: a fini di guadagno.

5.    Attività criminali: traffico di droga.

6.    Raccolta nelle discariche.

7.    Vendita di cibo per strada o nelle metropoli.

8.    Elemosina.

9.    Lavoro domestico.

Purtroppo lo sfruttamento minorile non è presente solo in continenti come l’Africa, l’Asia e il Sud America, che sono “distanti” da noi, ma anche in Italia, dove 340.000 bambini e ragazzi sotto i 16 anni sono sfruttati. L’85% di essi è straniero (statistiche tratte dal libro di testo “PERCORSI DI EDUCAZIONE CIVICA”).

Bambini sfruttati fin dall'antichità.

I bambini però vengono sfruttati già da molto tempo. Infatti con l’avvento della Rivoluzione industriale iniziarono a essere sfruttati per lavorare soprattutto nelle fabbriche perché, essendo piccoli, riuscivano facilmente a passare tra gli ingranaggi, ma anche perché erano più disposti a lavorare a differenza degli adulti e perché non richiedevano un salario particolarmente alto.

Nel Settecento si iniziava a lavorare a 6-8 anni senza nessun giorno di pausa, neanche per le festività.

Si lavorava 16 ore al giorno, ovviamente senza pause, e nel caso i piccoli operai stessero male o si fossero infortunati, non avevano nessun diritto a giorni di malattia.

I bambini non erano mai al sicuro perché, lavorando molte ore, la stanchezza iniziava farsi sentire e non era per niente raro che si addormentassero improvvisamente finendo tra degli ingranaggi: erano infatti molto comuni gli infortuni ma anche la morte. Inoltre lavoravano in ambienti umidi e sporchi dove, stando a contatto con sostanze tossiche, si potevano ammalare anche molto gravemente.

Ai giovani lavoratori facevano svolgere anche dei lavori che gli adulti rifiutavano, come per esempio scendere in cunicoli molto stretti delle miniere.


Vanessa Argiolas, Classe 2^H, Scuola Secondaria di Primo grado




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