giovedì 13 giugno 2024

FEMMINICIDIO E AMORE - di Ginevra Gessa, 3ªA

FEMMINICIDIO E AMORE

DOMANDE E RIFLESSIONI DI UNA GIOVANE RAGAZZA

In questo ultimo anno il web e i giornali si sono spessissimo occupati di femminicidio. 

Il 2023, in Italia, si è chiuso con la perdita di 108 donne, vittime di questo orrendo crimine.  Provo quasi dolore a scrivere, in forma di numeri, i femminicidi dell’anno, perché so che hanno tutti un nome e cognome, una storia agghiacciante e un’ingiustizia dietro, ma solo in questo modo posso far capire quanto è grave questo problema. 

Ma che cos’è veramente un femminicidio e cosa si nasconde dietro le tante parole che vengono spesso usate sui giornali e che contano solamente i decessi delle donne come se fossero delle equazioni matematiche? E che cosa ne pensa una ragazza di 13 anni?

Ve lo spiegherò subito, ma se pensate che il parere di una giovane ragazza non possa fare differenza oppure non conti… leggete questo articolo e vi prometto che vi farò cambiare idea. 

Personalmente in questo periodo ho continuato a pormi sempre le stesse domande. Che cos’è veramente un femminicidio e quali sono le manifestazioni di questo crimine? Da che cosa nasce? È un fatto improvviso o è l’ultimo gradino di una serie di comportamenti sbagliati e che spesso vengono per lungo tempo accettati?

Secondo me il femminicidio è l’omicidio di una donna, commesso da un uomo, che non accetta che questa prenda decisioni sulla sua vita. Spesso si uccidono le donne perché certi uomini non sopportano che queste vogliano essere libere, indipendenti e che vogliano cambiare capitolo nella loro vita.

Cosa ne penso? Che al giorno d’oggi, è veramente vergognoso che ci sia ancora questa mentalità. Anche in Italia, che considero il luogo più bello del mondo, il Paese che ha un posto speciale nel mio cuore, purtroppo succede ancora e, nonostante in questi ultimi anni siano state approvate leggi per la tutela delle donne, pare quasi impossibile difenderle ed evitare tante tragedie. D’altronde ci rendiamo conto che la prima legge contro questo reato risale solo al 2013? 

Quando leggo notizie sui femminicidi ho spesso la sensazione che queste povere vittime vengano considerate solo come se fossero "casi", ma qualche volta ci pensiamo alle famiglie di questi "casi"? Qualche volta possiamo riflettere sulle sofferenze che hanno provato prima di essere uccise? L’Italia è meravigliosa, è vero, ma sicuramente deve ancora migliorare tanto su questo aspetto. 

La mentalità che considera la donna come una proprietà purtroppo è ancora molto radicata e ciò che pare assurdo è che anche molti giovani, nonostante la loro istruzione, continuino a pensarla in questo modo. Ho la sensazione che a volte certi comportamenti, chiaramente possessivi (ad esempio decidere se la propria ragazza possa vestirsi in un certo modo o non permettere che lei possa uscire da sola), vengano quasi giustificati anche da ragazze che sono solo poco più grandi di me. Ragazze che considerano gli atteggiamenti del proprio ragazzo-padrone un comportamento da ammirare, semplicemente perché si sentono amate e protette. 

Una domanda importante che dobbiamo porci è questa: ma cosa c’entra il possesso, la violenza e il femminicidio con l’amore?

Secondo me è fondamentale chiarire una volta e per sempre che l’amore in queste situazioni non esiste. Se tu ami una persona, non la cambi, non ti imponi, accetti le sue decisioni e, se è il caso, la lasci andare, anche se questa cosa ti fa male, anche se questa cosa ti sembra ingiusta. 

Se un uomo maltratta, stolkera, terrorizza, violenta, uccide una sua amica, fidanzata o moglie, non è di certo perché la ama ma è perché è totalmente ossessionato, in modo morboso, nei suoi confronti e perché prova disprezzo della sua indipendenza! Se una donna giustifica  questi comportamenti nei suoi riguardi, è probabile che lo faccia perché non ha ancora compreso a pieno e metabolizzato cosa le stia accadendo, oppure perché, ostinatamente, vuole continuare a dare fiducia all’uomo a cui tiene. Questo atteggiamento dev’essere considerato totalmente errato. Tutte le ragazze si devono porre questa domanda:  “Ma io alzerei mai una mano o insulterei mai la persona a cui tengo veramente e amo?” 

Se la risposta è no, allora avete trovato la spiegazione per la quale il vostro compagno vi sta maltrattando. Non cercate giustificazioni per scusarlo: se un uomo si comporta così, dovete allontanarvi da lui al più presto. Ricordate sempre che la radice della violenza non è l’amore ma il possesso e, se vogliamo vivere la nostra vita in libertà e felicità, dobbiamo liberarci delle persone che ci ritengono di loro proprietà!

Purtroppo molte donne si accorgono di essere entrate in una spirale di violenza solo quando questa si è già manifestata e quando il loro compagno è diventato pericoloso.

Alcune non hanno a quel punto il coraggio di ribellarsi, altre pensano: “È colpa mia”. Ciò che mi sento di dire loro è: combattete, perché la vostra vita appartiene a voi e non a loro. L’importante è mantenere bene a mente che vi meritate tutto il bene del mondo e non la sofferenza che vi stanno infliggendo. Le donne sono forti, indipendenti e intelligenti, non dobbiamo mai sottovalutarci. 

La prima cosa che dobbiamo imparare è chiedere aiuto.

Chiedere aiuto alla propria famiglia, alle proprie amiche, alle forze dell’ordine. Esistono associazioni come il “Numero rosa”, “Help Line Violenza e Stalking”, il 1522 e molte altre, che possono dare consigli e indicazioni importanti. Non abbiate mai paura di chiedere aiuto, perché queste associazioni faranno di tutto perché non vi succeda qualcosa di irreparabile; inoltre bisogna sapere che, se siete troppo spaventate, potete chiedere consigli anche in anonimo.

Infine, è importante che tutte le donne imparino il Signal for Help, il segnale che davvero potrebbero salvarci in caso di pericolo. Il segnale internazionale di aiuto è il seguente: piegare il pollice verso l’interno della mano e poi piegare le dita sul pollice. Se avete paura, basta fare questo gesto anche dietro la schiena e ci sarà qualcuno che lo riconoscerà e vi aiuterà.

di Ginevra Gessa, 3ªA






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