Il bullismo e il cyberbullismo
Il bullismo e il cyberbullismo
Un problema serio che richiede l'attenzione di tutti
di Michele Porceddu, 3^B Scuola Secondaria di Primo grado
La parola "bullismo" è nata all'inizio degli anni '80, quando alcuni esperti del Nord Europa hanno deciso di dare un nome a un insieme di comportamenti negativi e violenti che avvenivano tra ragazzi. Volevano distinguere queste azioni dalle semplici litigate o dai dispetti. Così è nato il termine "bullismo".
Da quel momento, genitori e insegnanti hanno iniziato a preoccuparsi di più di questo problema.
Un famoso studioso norvegese riuscì a identificare tre caratteristiche necessarie per riconoscere questo fenomeno:
- La prepotenza deve recare un danno
- La prepotenza deve durare nel tempo
- La vittima non riesce a difendersi
Il bullismo si manifesta quando un gruppo di ragazzi, o anche uno solo, iniziano a prendere di mira un loro coetaneo “debole” in modo continuativo, rendendogli la vita impossibile, umiliandolo e facendolo soffrire, creandogli danni fisici e psicologici.
Il “bullo” spesso opera a scuola ma si nasconde nell’ombra, in modo da non essere riconosciuto dagli insegnanti. Alcuni studi di circa dieci anni fa infatti, hanno rilevato che il luogo preferito per mettere in atto le azioni “bullistiche” è proprio la scuola.
Non si deve pensare che il bullismo riguardi solo gli adolescenti, ma se ne può parlare già dai nove/dieci anni in su. Nella scuola dell’infanzia o nei primi anni della scuola primaria però non è possibile parlare di vero bullismo poiché ai bambini di quell’età manca la consapevolezza di fare violenza.
Dal semplice bullismo si differenzia il “cyberbullismo” che invece viene attuato tramite la rete telematica.
Il cyberbullismo è la prepotenza, la molestia, il ricatto, che viene fatto tramite la “rete” e include anche la diffusione di contenuti, tra cui foto e video, ON LINE.Utilizzare social come Facebook, TIK TOK, Whatsapp, Messenger e Instagram, da parte degli adolescenti può risultare molto pericoloso se manca il dovuto controllo da parte dei genitori.
Gli atti di cyberbullismo, proprio per le loro caratteristiche, a differenza del semplice bullismo nelle aule scolastiche, possono essere fatti in modo anonimo e quindi è difficile risalire agli autori.
Cosa possiamo fare per fermare il bullismo?
Prima di tutto “Non stiamo zitti”: il silenzio è la peggior cosa per le vittime del bullismo. Dobbiamo parlarne e far venire fuori il problema. Parlare con i genitori o chi ci è vicino, ma anche con gli insegnanti e il dirigente scolastico. La scuola può aiutare molto a capire chi sono i bulli, soprattutto se usa attività di gruppo che insegnano a collaborare e a stare insieme.
Oltre alle nostre famiglie e alla scuola, è importante sapere che ci sono delle persone pronte ad ascoltarci. Il TELEFONO AZZURRO ha attivato un numero gratuito al quale bambini, ragazzi ma anche adulti, possono rivolgersi per segnalare episodi di bullismo.
Il numero è questo: 19696.
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