giovedì 19 giugno 2025

IL NOSTRO LABORATORIO PREISTORICO

L'amigdala... ricreata in classe!

Un utensile preistorico usato per tagliare la carne

Martedì 15 aprile insieme a maestra Sara, nella lezione di storia, abbiamo ricreato l’amigdala.

L’amigdala era un utensile preistorico usato dall’Homo Ergaster per tagliare la carne (tipo coltello), per tagliare le ossa e le pelli delle sue prede e poi la utilizzava per scavare sotto la terra e poter prendere radici e vegetali.

Per crearla in classe, noi abbiamo utilizzato una spugna particolare e un coltellino in plastica trasparente e abbiamo dato la forma della mandorla tagliando i pezzi e scheggiandola in varie parti.

Così abbiamo ottenuto la nostra amigdala.

È stato molto divertente ed emozionante! 

di SOFIA, 3ªA Scuola Primaria Rodari














"SperimentiAMO", i laboratori della 3A e 3B della Primaria

SperimentiAMO

Un impegno continuo per vivere in un mondo migliore


Durante l’anno scolastico gli alunni della 3A e 3B della scuola Primaria Rodari hanno svolto differenti laboratori riguardanti diversi argomenti di storia, scienze ed educazione civica.

In particolare in storia sono diventati “artigiani dell’età della pietra” scheggiando le spugne sintetiche per realizzare una loro amigdala. E’ stato un laboratorio particolarmente apprezzato dai bambini che amano la storia e che si sono impegnati manualmente, divertendosi nella realizzazione di questo utensile. Questa attività è stata approfondita nella visita guidata a Pau, paese dell’ossidiana, dove i bambini hanno proseguito con altri laboratori nel Bosco Incantato e con la visita al Museo dell’Ossidiana.

Per quanto riguarda le scienze hanno osservato con il microscopio diversi materiali naturali e artificiali diventando “piccoli scienziati di laboratorio”, manifestando grande stupore ed entusiasmo.

Invece per il PROGETTO PLASTIC FREE è stato svolto un percorso che ha riguardato l’inquinamento soprattutto dei mari, ma anche del territorio nel quale i bambini vivono ogni giorno. Attraverso la lettura delle etichette dei detergenti di uso comune hanno potuto osservare il potere inquinante di alcuni componenti, sensibilizzandoli a scelte consapevoli. Inoltre hanno scoperto l’esistenza delle isole di plastica, presenti anche vicino alle nostre coste che successivamente sono state riprodotte in classe. 

Infine con guanti e buste hanno svolto l’attività di CLEAN UP andando a raccogliere i rifiuti abbandonati in una zona adiacente alla loro scuola.

Attraverso queste attività, i bambini sono giunti alla riflessione che, ogni cittadino è responsabile della cura e del rispetto del proprio ambiente e che le scelte e le azioni positive, seppur piccole, hanno invece una grande importanza sulla qualità della vita di ciascun essere vivente.

L’amore deve trasformarsi in azioni concrete e impegno continuo per poter vivere in un mondo migliore!

 gli alunni della 3A e 3B della scuola Primaria Rodari
a cura di Maestra Valeria Pettinau

sabato 14 giugno 2025

Il Castello di San Michele a Cagliari

IL CASTELLO DI SAN MICHELE

QUANDO È STATO COSTRUITO?


Il castello di San Michele si trova su uno dei sette colli su cui sorge Cagliari, a 120 slm.

Molto probabilmente su quel colle i romani hanno costruito un tempio dedicato al dio Asclepio (Esculapio in greco), figlio di Apollo e dio della medicina.

Durante l’epoca bizantina, che ha segnato molto la Sardegna, il culto pagano per Asclepio fu sostituito da quello cristiano per san Michele, e infatti nella collina sorgono anche un monastero e una chiesa dedicati a quest’ultimo, oltre che un castello medioevale costruito tra il IX e il X secolo.

Ci sono diverse ipotesi riguardo la nascita del castello.

Secondo una fu costruito all’inizio dell’età dei giudicati (X secolo), con una sola torre. Poi sarebbe stato completato dai pisani.

Però c’è un’altra ipotesi, più ragionevole della prima, secondo cui il castello fu fondato nel XII secolo, poi fu ingrandito nel XIII con due torri. La terza torre sarebbe aragonese, costruita dopo che un importante generale aragonese di nome Berengario Carroz conquistò la Sardegna e prese possesso del colle e del castello. Secondo questa ipotesi, Berengario Carroz avrebbe trasformato in sua dimora (e abitazione della sua famiglia). Oggi il castello è un museo.

LA STRUTTURA

La struttura è di forma quadrangolare, con tre torri angolari (cioè agli angoli), due più antiche, a nord-est e sud-est, costruite con conci perfettamente squadrati, quella di sud- ovest eretta successivamente con tecnica più grossolana, più alta e senza base ‘a scarpa’ come le altre due. Sono collegate da pannelli murari, in quella occidentale si possono vedere le tracce della facciata romanica dell’oratorio di san Michele e si possono notare due ingressi affiancati, che fanno capire l’antica presenta di una chiesa a due navate su cui poi è stato costruito il castello.

Attorno un largo e profondo fossato, che ancora oggi si può attraversare con un ponte, forse aggiunto dai piemontesi.

Tutta la parte in pietra è realizzata in calcare preso dalle cave del colle di Bonaria.

di Giulia Buttau, 1ªScuola Secondaria di Primo Grado



I bambini della "Maria Lai" alla scoperta delle meraviglie del bosco

Gita di primavera… a Maidopis

Una mattinata nella Foresta dei Sette Fratelli

Il 23 maggio scorso i bambini della scuola dell’Infanzia Maria Lai si sono recati in gita al Giardino Botanico di Maidopis (Foresta dei Sette Fratelli). Sotto la guida di un agente forestale dell’Agenzia Forestas hanno visitato il recinto dei cervi che hanno suscitato il loro interesse ed entusiasmo. Hanno inoltre effettuato un percorso nel bosco per osservare piante e animaletti tipici e ascoltare i rumori della natura, come il vento tra le fronde degli alberi e i versi degli uccelli.

A completamento dell’esperienza, nel pomeriggio hanno visitato il museo del cervo sardo

L’itinerario e le attività sono state pensate e organizzate sulla base della progettazione di Plesso dal titolo “FavolArte”.



Alcune impressioni dei bambini sulla gita:

Isabella (6 anni): mi sono piaciuti i cervi.

Alessia (5 anni): anche a me sono piaciuti i cervi.

Chiara (6 anni): a me i cervi piccoli.

Andrea (5 anni): fare merenda nel prato.

Diletta (4 anni): mi è piaciuto andare nel bosco.

Amelia (5 anni): bagnarmi i piedi nel ruscello e pranzare con Alessia, Morgana e Chiara.

Morgana (5 anni): a me è piaciuto il cespuglio dove c’erano i bruchi.

Filippo (4 anni): fare la merenda nel bosco con Francesco.

Ada (4 anni): mi sono piaciuti i cervi.

Leonardo (3 anni): camminare piano nel bosco col maestro.

Francesca (4 anni): mi sono piaciuti i fiori.


a cura dei bambini e delle insegnanti della Scuola dell’infanzia Maria Lai  

Tutti INSIEME per promuovere e diffondere un modello di sviluppo sostenibile!

Fare "Gioco di Squadra" per il verde!

Alla scuola dell'infanzia Gagarin le iniziative per la Giornata nazionale degli alberi


Il Comune di Sestu e l’Assessorato al Verde pubblico, Ambiente, Sviluppo sostenibile e pianificazione ambientale, particolarmente attenti alla cura e alla qualità del patrimonio arboreo, hanno organizzato gli eventi legati alla “GIORNATA nazionale degli alberi 2024: l’albero delle meraviglie”.

Partner dell’evento “AVR è domani”, “Ambiente è VITA ets Sardegna” con il coinvolgimento delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie di Sestu e con la partecipazione della Compagnia Barracellare di Sestu.

La scuola dell’infanzia Gagarin ha aderito all’iniziativa il giorno venerdì 24 gennaio, con un fitto programma ricco di esperienze significative. 

In apertura, tutti attenti alla presentazione delle finalità del progetto a cura dell’Assessore al Verde pubblico e Ambiente Roberta Argiolas, che ha sottolineato il ruolo fondamentale degli alberi, la conoscenza del ciclo della vita degli alberi e l’importanza della partecipazione attiva degli studenti, impegnati ora alla cura del verde scolastico e in futuro, come cittadini, alla cura del verde della comunità.



Diverse le attività svolte con il coinvolgimento attivo dei bambini:

  • Un albero per amico: l’albero per la mia scuola. Gli alunni sono stati stimolati a riconoscere le varie specie di alberi e guidati nella scelta di un albero per il giardino della scuola.
  • Gli alberi contano: contiamoli! I bambini hanno descritto gli alberi che incontrano ogni giorno. 
  • Caccia alla foglia d’autunno: dove i piccoli hanno giocato con le foglie raccolte, approfondendo le caratteristiche più importanti.

Gli operatori della Società AVR S.p.A. e un agronomo nell’ambito dell’iniziativa: “Piantiamo il futuro, un albero alla volta!” hanno messo a dimora un albero all’interno del giardino della scuola.




I componenti della Compagnia Barracellare all’interno dell’iniziativa “Pianta un seme, spegni un incendio: agisci per il verde!” hanno illustrato attraverso i loro strumenti di lavoro quotidiani, assai graditi ai bambini, le attività di prevenzione e repressione degli incendi e di salvaguardia del patrimonio arboreo cittadino, oltre che di protezione degli animali. 






Con lo spettacolo di magia di Magica Stefy, dal titolo “L’albero delle meraviglie”, i bambini, affascinati da tutte le tematiche trattate, hanno avuto modo di giocare con gli alberi e l’ambiente.


Le attività si sono svolte all’interno dell’edificio scolastico e dell’immenso giardino di pertinenza della scuola. Sono state accolte con interesse e gioia da tutti i bambini che hanno rielaborato con disegni, racconti e riflessioni.


Come appare dalle immagini, la giornata è stata un’occasione importante per coltivare il rispetto per l’ambiente. Un’opportunità di partecipazione e protagonismo dei bambini e della comunità, istituzioni locali e agenzie educative. Tutti… INSIEME per promuovere e diffondere un modello di sviluppo sostenibile, rafforzando il senso di appartenenza alla comunità e la coesione sociale in un’ottica di responsabilità condivisa.

Un ringraziamento a tutti gli operatori coinvolti e, in particolare, all’operosità del nostro Comune che con creatività e dedizione si è occupato della buona riuscita dell’evento.

“Quando piantiamo un albero, stiamo facendo ciò che possiamo per rendere il nostro pianeta un luogo più salutare e vivibile per quelli che verranno dopo di noi, se non per noi stessi.” 
Oliver Wendell Holmes Jr.


Scuola dell’infanzia J. Gagarin, a cura dell’insegnante Tamara Diana


Il mio compagno di banco

LEONARDO, IL MIO COMPAGNO DI BANCO 

Un’amicizia che rende speciale ogni giorno

Il mio compagno di banco si chiama Leonardo, anche se questo è un nome di fantasia. 

È un ragazzo davvero unico: simpatico, sensibile e con un mondo tutto suo da scoprire. Porta gli occhiali, ha i capelli castano scuro ed è abbastanza alto e magro.

Leonardo ha una grande passione per il disegno che mi affascina. Inizialmente, nei primi mesi dell’anno scolastico, gli piacevano molto i Pokémon, ma ora la sua attenzione è tutta per i Lego. Porta sempre con sé tanti omini Lego ed è abilissimo nel disegnarli, creando storie e personaggi incredibili.

La sua curiosità è contagiosa: dice che vuole esplorare i sotterranei della scuola e la sua fantasia porta anche me in stranissime avventure, facendomi immaginare stanze segrete e tesori da scoprire. 

Stare nel banco con lui rende ogni giorno davvero unico. Il suo modo di vedere il mondo è originale; grazie a lui, anche io riesco ora a notare dettagli che prima mi sfuggivano o che  consideravo insignificanti.

Mi piace stargli accanto, mi fa sentire bene e mi dà una felicità che pochi riescono a trasmettermi. Quando non siamo insieme, mi manca tantissimo. Gli voglio molto bene, un affetto sincero.

Con Leonardo, ho imparato che ciò che mi piace della scuola non sta solo nelle lezioni o nelle attività interessanti, ma anche e soprattutto nei legami che si creano. 

La nostra è un'amicizia che mi ha arricchito e mi ha reso sicuramente una persona migliore.

Per me la cosa più bella della scuola è avere un compagno di banco davvero speciale ❤️❤️.


di Alice Murgia, 1ªScuola Secondaria di Primo Grado

Che cosa sta cambiando nell’esplorazione dello spazio?

LA NASA

Viaggio dal passato al futuro

La NASA (National Aeronautics and Space Administration) fu fondata il 1° ottobre 1958 dal presidente americano Dwight D. Eisenhower. 

Fu creata, durante la Guerra Fredda, come risposta alla sfida per l'esplorazione spaziale tra Stati Uniti e Unione Sovietica. L'obiettivo principale della sua fondazione era promuovere la ricerca aerospaziale e rafforzare la posizione degli Stati Uniti in quel campo.  

Il principale rivale storico della NASA è stata l'Agenzia Spaziale dell'Unione Sovietica, la cui nascita, nel 1957, fu segnata dal lancio del primo satellite artificiale, lo Sputnik. Successivamente, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica e la nascita della Russia, questa agenzia divenne Roscosmos.

Il più grande successo della NASA fu la missione Apollo 11, che il 20 luglio 1969 portò i primi uomini sulla Luna. Gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin camminarono sul suolo lunare, realizzando un "piccolo passo per l'uomo, un gigantesco balzo per l'umanità".

La NASA oggi sta sviluppando nuove tecnologie per affrontare le sfide dell'esplorazione umana a lungo termine, come la costruzione di basi lunari e la preparazione per missioni su Marte.

Sta portando avanti vari progetti, tra questi c'è il Programma Artemis, che vuole riportare l'uomo sulla Luna e stabilire una presenza permanente sul satellite. 

La Nasa sta anche conducendo ricerche su Marte con il rover Perseverance, un robot scientifico, atterrato nel 2021. I suoi obiettivi principali sono cercare segni di vita in ambienti che un tempo avrebbero potuto essere abitabili, prelevare e analizzare campioni di roccia e suolo marziano, testare tecnologie che potrebbero essere utili per future missioni. 


La Missione Dragonfly, programmata per il 2028, è invece progettata per inviare un drone con rotori sulla luna di Saturno, Titano, con l'obiettivo di cercare segni di vita in questo ambiente potenzialmente più abitabile di Marte. 

La NASA collabora con altre agenzie spaziali, come l’ESA e l’ASI, per realizzare progetti di ricerca ed esplorazione spaziale.


di Gabriele Oppo, 1ªScuola Secondaria di Primo Grado


venerdì 13 giugno 2025

Così lontane e sorprendentemente vicine...

Corea del Sud e Italia

Le affinità tra due culture all'apparenza diverse

Due paesi geograficamente lontani come la Corea del Sud e l'Italia dovrebbero avere poco da condividere, eppure i coreani e gli italiani hanno molte cose in comune. Entrambe le culture:

    • condividono una profonda passione per il cibo; 

    • una grande passione per la moda; 

    • un convinto interesse per il calcio; 

    • uno smisurato amore per la musica; 

    • un'ossessione per il caffè; 

    • la tendenza a festeggiamenti rumorosi;

    • l'uso espressivo dei gesti per comunicare.

L'ammirazione della Corea del Sud per l'Italia è evidente nella loro cultura popolare. È comune trovare riferimenti a cibi, tradizioni, marchi e persino canzoni italiane in serie TV e film coreani. Un esempio è la famosa serie tv "Pasta", che celebra la cucina italiana e le nostre abilità culinarie. 

L'influenza italiana è così profonda che, in alcuni casi, si manifesta persino nell'aspirazione a somigliarci nell'aspetto fisico, infatti alcuni coreani tentano di cambiare attraverso interventi di chirurgia plastica.


Tesori della Corea del Sud: luoghi famosi da esplorare

La Corea del Sud, così come l’Italia, vanta luoghi affascinanti e ricchi di storia che meritano di essere esplorati:

    • Busan Haeundae Beach: una delle spiagge più rinomate e incantevoli di Busan.

    • Museo Nazionale della Corea: che si trova a Seoul, è il museo più grande del paese e ospita una vasta collezione di arte e reperti storici che narrano la storia coreana.

    • Bukchon Hanok Village: un quartiere storico di Seoul caratterizzato da tradizionali  case coreane.

    •  Jeju Island: conosciuta anche come "Sammu-samda-do" ("Isola delle tre mancanze e delle tre abbondanze"), patrimonio dell'UNESCO. Le "tre  mancanze" si riferiscono all'assenza di ladri, di mendicanti e di porte nelle case tradizionali, mentre le "tre abbondanze" indicano la ricchezza di vento, di rocce e di donne del mare (che si tuffano senza attrezzatura per raccogliere i frutti di mare).

    • Gyeongbokgung Palace: il palazzo più suggestivo di Seoul, con una storia magnifica e un'architettura tradizionale bellissima.


Il "Cuore Pulsante" della Corea: musica e tradizioni

La Corea del Sud è un paese ricco di cultura, con musica, tradizioni, cibo e luoghi che incantano e affascinano. Come in Italia, la musica coreana spazia attraverso generi diversi: Rock, Pop, Metal, Jazz, Reggae e molti altri. La differenza principale è l'aggiunta del prefisso "K-": 

    • K-Rock, 

    • K-Pop, 

    • K-Metal 

e così via. 

Il genere più celebre e diffuso è senza dubbio il K-Pop, caratterizzato spesso da brani nei quali si usano diverse lingue. Il coreano è sempre la lingua predominante, ma non è raro trovare l'inserimento di parole o frasi in inglese, spagnolo o francese, rendendo le canzoni molto particolari.

Una delle tradizioni più sentite e significative in Corea è il Chuseok, la festa del raccolto, che ricorda il Giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti. 

Durante il Chuseok, tutti i membri della famiglia si riuniscono, spesso affrontando lunghi viaggi per celebrarla. La famiglia rende omaggio agli antenati attraverso antichi riti chiamati "Charye" e condivide cibi tradizionali come il "Songpyeon", una torta di riso. Questa festività sottolinea l'importanza della famiglia e il rispetto per le tradizioni della cultura coreana. Anche questi valori, famiglia e importanza delle tradizioni, accomunano la Corea del Sud e l’Italia.

La Corea del Sud, con la sua ricchezza culturale, le sue tradizioni e con la sua modernità, offre un affascinante mosaico di esperienze. Le somiglianze con l'Italia, in particolare nella passione per il cibo, la moda e la musica, dimostrano come culture apparentemente distanti possano trovare punti di contatto che possono sorprenderci.

di Isabella Mereu, 2ªScuola Secondaria di Primo Grado


La terra del Sol Levante

Il Giappone 

Un paese davvero speciale! 

Nihon è un insieme di isole che si trova nell'Oceano Pacifico. Una terra con tante città, con grattacieli altissimi, ma anche con palazzi dove viveva l'imperatore, parchi naturali, con montagne bellissime e moltissimi templi e santuari antichi.

A noi è piaciuto così tanto che abbiamo deciso di farne il tema del nostro articolo! E la cosa più bella è che abbiamo chiesto aiuto alla mamma di una nostra amica, che è giapponese! Ci ha raccontato un sacco di cose interessanti sulla sua città e sul suo paese.

La città più importante e conosciuta del Giappone è Tokyo, la capitale. È una metropoli enorme e super moderna! Di giorno è piena di gente che va e viene, con negozi coloratissimi e incroci trafficati. Di  notte diventa magica, grazie alle luci dei palazzi, dei neon e delle insegne illuminano tutto, trasformandola in uno spettacolo scintillante. 

Non si può parlare del Giappone senza nominare il Monte Fuji!


È una montagna grandissima e bellissima ed è anche un vulcano che, per fortuna, ora "dorme"! Tante persone ci vanno per fare escursioni e provare a scalarlo. Un’esperienza al monte Fuji può consistere in una vera e propria escursione con scalata oppure nella semplice vista della montagna da posizioni che ne offrono una bella visuale, come le località di Hakone e Kawaguchiko.


Il Giappone è anche famoso per le sue feste tradizionali, che sono un'esplosione di colori e gioia! Una delle feste più carine è quella dei bambini e delle bambine. Durante la festa, le famiglie mettono in mostra delle bandiere a forma di carpa colorate, chiamate koinobori, che sventolano nel vento. Simboleggiano la forza e la perseveranza. In casa, soprattutto per le femmine, si espongono delle bambole speciali, chiamate Hina-ningyo, che sono vestite con abiti tradizionali e rappresentano l'augurio di felicità e buona salute. Il giorno della festa, i bambini e le bambine spesso indossano il kimono, l'abito tradizionale giapponese. 
Ogni anno, il 3 marzo, in tutta la nazione si celebra la Giornata delle ragazze. Questa festa è chiamata inchanamatsuri

È incredibile come il Giappone unisca la modernità con le sue tradizioni millenarie. Ci piacerebbe tantissimo visitarlo un giorno! 

di Emma Marceddu e Maria Congia, 
1ªScuola Secondaria di Primo Grado 




Il coraggio di Franca

Franca Viola

La donna che non ebbe paura di dire di no

Franca Viola, nacque  il 9 marzo 1948, ad Alcamo, in provincia di Trapani. Conobbe Filippo Melodia all'età di quindici anni e si fidanzò con lui; non sapeva che proveniva da una famiglia legata alla mafia. Quando Filippo venne arrestato per furto e associazione mafiosa, Bernardo Viola, il padre di Franca, la convinse a rompere il fidanzamento, cosa che avvenne. Per questo motivo, la famiglia Viola iniziò a subire minacce e persecuzioni da parte della famiglia Melodia.

Il 26 dicembre 1965, Franca Viola, all'età di diciassette anni, fu rapita dalla banda di Filippo Melodia. Subì violenza sessuale da parte dell'ex fidanzato e venne poi portata nella casa della sorella di lui, dove fu lasciata senza cibo né cure. 

Il giorno di Capodanno, i genitori di Franca furono chiamati a casa del boss mafioso. L'incontro aveva uno scopo preciso: ricevere una proposta di matrimonio riparatore.

A quel tempo, questa proposta era comune per le ragazze che avevano subito un rapimento e una violenza. Serviva a salvare l'onore sia della ragazza, che in questo modo evitava il disonore pubblico, sia del ragazzo che aveva commesso il crimine. In pratica, il matrimonio "riparava" l'onta dell'atto violento.

Tuttavia i genitori di Franca avevano già avvertito la polizia. Decisero così di incastrare Filippo Melodia che, grazie alla determinazione di tutta la famiglia Viola, fu arrestato e condannato a undici anni di carcere per violenza sessuale e altri reati. Tutti i suoi complici ricevettero una pena di cinque anni e due mesi.

La vicenda di Franca Viola è stata molto importante per i diritti delle donne in Italia. Il suo rifiuto del matrimonio riparatore negli anni '60 fu il primo vero atto di ribellione contro questa tradizione. La sua scelta, dimostrò che l'onore di una donna sta nella sua volontà a scegliere, non nella sottomissione.

Anche grazie al coraggio di Franca Viola e all'aiuto di suo padre, oggi le donne molestate o violentate non vengono più additate o disprezzate. Al contrario, ricevono aiuto e i colpevoli vengono denunciati e puniti. Se non fosse stato anche per Franca Viola, oggi non godremmo di questa tutela e protezione contro coloro che considerano la donna un oggetto, privo di sentimenti.

Purtroppo, la storia di Franca Viola è conosciuta da pochi, nonostante sia un pilastro della nostra libertà, della nostra sicurezza e della nostra vita. È grazie a figure come lei che possiamo aspirare a vivere in un mondo più giusto, senza essere in pericolo e senza aver paura di ribellarci.

di Maddalena Andrea Pisciottu Palmas, 3ªScuola Secondaria di Primo Grado

TikTok, svago o ossessione?

TikTok e adolescenti, intrattenimento o dipendenza?

Negli ultimi anni è esploso tra i social preferiti tra i giovanissimi

Negli ultimi anni TikTok è esploso tra i social preferiti da ragazzi e ragazze di tutto il mondo. Video lampo, musiche trascinanti, sfide virali e una creatività senza confini: questi sono solo alcuni degli ingredienti che rendono l’app irresistibile.

Ma se da un lato molti la usano per rilassarsi e divertirsi, c’è anche chi comincia a chiedersi: è solo intrattenimento o può diventare una vera dipendenza?

I lati positivi

TikTok è senza dubbio un luogo dove la creatività può correre libera. In pochi secondi si può ridere, imparare qualcosa di curioso o scoprire talenti nascosti. Molti giovani hanno iniziato a ballare, cantare o disegnare grazie ai video visti sull’app. Alcuni hanno anche trovato il coraggio di raccontarsi, affrontare ansie o parlare di temi importanti come il bullismo, la salute mentale o le difficoltà scolastiche. Non mancano nemmeno i contenuti utili: esperimenti scientifici, fatti curiosi sul mondo. Insomma, se usato con criterio, può essere uno strumento interessante e anche educativo.

Quando diventa troppo

Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia. Quante volte ci siamo detti “ne guardo solo uno” e ci siamo ritrovati ancora lì dopo un’ora, senza rendercene conto? Succede perché l’app è fatta per tenerci attaccati allo schermo: i video scorrono senza sosta, le musiche sono pensate per catturare l’attenzione e l’algoritmo ci propone sempre ciò che ci piace di più. Questa “dipendenza” può causare difficoltà a concentrarsi, problemi del sonno, calo nel rendimento scolastico e, nei casi più gravi, perfino isolamento sociale. Inoltre, a forza di cercare like e approvazione, si rischia di perdersi in confronti tossici e di dimenticare il proprio valore reale.

Che fare allora?

TikTok non è il cattivo della storia, ma nemmeno un passatempo innocente se usato senza regole. Come in tutte le cose, serve equilibrio. Darsi dei limiti, non usarlo prima di dormire, scegliere con cura cosa guardare: sono piccoli passi che possono fare la differenza. Il potere, però, è nelle nostre mani: possiamo scegliere se restare spettatori passivi o diventare utenti consapevoli. Usiamo TikTok per divertirci, certo, ma anche per crescere, imparare e diffondere messaggi positivi. Perché alla fine, siamo noi a decidere come usare il nostro tempo.

di Noemi Taccori, 3ªE Scuola Secondaria di Primo Grado

Come Mary Anning - a cura della Scuola d'Infanzia "Maria Lai"

Come Mary Anning Curiosità, scoperta, creatività, invenzione Conoscete Mary Anning ? Vi diciamo come l’abbiamo conosciuta. Maestra Alessia Z...