La questione israelo-palestinese

Storia della questione israelo-palestinese

Il violento scontro tra Palestina e Israele ha origini antiche


A fine Ottocento in Europa e in tutto il mondo si sviluppavano i nazionalismi che conducevano uno Stato con la propria identità, autodefinita "superiore", a porsi in antitesi con gli altri Stati ritenuti, invece, "inferiori". 

Il Sionismo è la forma di nazionalismo di un popolo, quello ebraico, in cerca di un proprio Stato nella regione storica della Palestina o Terra d'Israele.

La diaspora ebraica (cioè la "dispersione" di un popolo, l'abbandono della propria terra per persecuzioni o catastrofi) ebbe inizio circa 2.000 anni fa con la conquista militare romana di Gerusalemme. Fu così che gli ebrei abbandonarono la Palestina disperdendosi in tutto il mondo. Il Sionismo è un movimento che a fine Ottocento coinvolge tanti ebrei nel tentativo di ricostituire lo stato ebraico nell’antico Regno di Gerusalemme, intorno al monte Sion, in Palestina. Il progetto è dunque quello di insediarsi nella propria terra d’origine.

Dopo la Prima guerra mondiale la Palestina, sconfitto l’impero ottomano, diventa inglese.

Intanto palestinesi, giordani, siriani si mescolano con gli ebrei.

La Palestina diventa un protettorato inglese con coloni ebrei che vi si insediano.

Nel 1917, con la "Dichiarazione di Balfour" il Ministro degli Esteri britannico, Arthur Balfour, scrive a Lord Walter Rothschild, uno dei massimi rappresentanti della comunità ebraica inglese rassicura che in quelle terre nascerà uno Stato ebraico creando i presupposti per uno scontro con i palestinesi, che abitavano la medesima terra. Ne conseguono attentati e sparatorie di palestinesi contro ebrei ed ebrei contro inglesi. 

Con la Seconda guerra mondiale viene messo in atto da Hitler e i suoi ufficiali un progetto di sterminio degli ebrei. Gli arabi si schierano con nazisti e fascisti. Dopo la Seconda guerra mondiale, l’ONU si ritrova a dover gestire la spartizione della terra tra stato ebraico e palestinese, ma la spartizione proposta non è equa per il mondo arabo che si ritroverebbe ad avere una terra senz’acqua, e che rifiuta l’idea della nascita dello Stato ebraico.

Negli anni a seguire si succedono diversi conflitti. Gli ebrei, attraverso l’appoggio dell’URSS, sconfiggono gli stati arabi che li circondavano e proclamano il loro Stato accaparrandosi tutta la Palestina e cacciando da quella terra 400.000 persone.

Dal 1967 Israele occupa sempre più territorio e la convivenza tra i due popoli diventa sempre più complicata. Nel corso dei decenni vi sono decine di migliaia di vittime da entrambe le parti, soprattutto tra i civili. I palestinesi non riconoscono Israele e uccidono migliaia di bambini israeliani e Israele bombarda ospedali e scuole palestinesi. La situazione arriva all'apice con l'attacco dei miliziani di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 e la reazione del governo israeliano, tuttora in corso, che ha portato a oltre 50.000 vittime e alla condanna del Primo ministro israeliano per crimini di guerra da parte della Corte Penale Internazionale. 

Si tratta di una violenza estrema di difficile risoluzione.

di Diego Ciccolella, 3ªD Scuola Secondaria di primo grado


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