martedì 30 giugno 2020

La versione rinchiusa di me, di Alessio Baldussi, Classe 2^F, Scuola secondaria di Primo grado , di Alessio Baldussi, Classe 2^F, Scuola secondaria di Primo grado


Immaginate di essere rinchiusi in un incubo, da cui non potete uscire, fino a data imprecisata.
Immaginate di non poter andare in un prato verde, su uno scivolo del parco e nemmeno sull’altalena.
Immaginate di avere come “zona verde” solo il giardino di casa, se siete fortunati ad averlo.
Immaginate quante volte mi sono tappato le orecchie perché non sopportavo il frastuono dei giornalisti che raccontavano quell’orrore di cifre di morti.
Immaginate di dover rispettare delle regole, per non morire.
Eccomi qui, questo è il periodo che sto vivendo a causa del quale provo a comunicare tramite poche informazioni quotidiane; ho usato la parola “incubo” perché lo trovo un sinonimo di questo metà anno duemilaventi.
La mia vita era normalissima, la scuola, i compiti la sera, lo studio, i giochi con mio fratello, l'uso per un determinato tempo del cellulare o della televisione, poi doccia e nanna.
C’era una voce a gennaio a proposito di un Virus a causa del quale stavano morendo tante persone in Cina, ne leggevo i “Meme” sui social, perché aveva un nome che  faceva ridere alcune persone: Coronavirus.
La  Cina ha avuto tanti ostacoli a gennaio-febbraio e al telegiornale ascoltavo, devo ammettere un po' indifferente, le cifre dei morti in Cina.
Comunque, sono andato avanti ascoltando il telegiornale di continuo, ma tanto era dall’altra parte del mondo, non ne ero interessato.
C’è stato un caso in Italia dopo neanche un mese; io ho sentito al telegiornale di questo caso e ne avevo paura…;  passata neanche una settimana sono diventate centinaia le persone colpite da questo virus.
La paura mi stava prendendo davvero la mente, in diversi momenti della giornata, che mi facevano molto spesso piangere anche facendo figuracce perché alcune persone vedendomi non capivano e io cosa lo spiegavo a fare? Come avrei potuto spiegare che ho un fratello che si sarebbe potuto e potrebbe ammalarsi subito se lo avesse contratto, quindi lasciavo perdere e stavo “nel mio”… a ripensare a quando ancora non mi interessava sentire le notizie su questo Virus… che grosso sbaglio ho fatto!
Dopo un’altra settimana le persone colpite diventavano cifre esorbitanti, migliaia di persone.
Ed ecco arrivati al mese di marzo, la regione Lombardia diventava la zona più colpita dal Coronavirus.
Nel frattempo io e i miei compagni continuavamo ad andare a scuola costantemente tutti i giorni, e parlavamo spesso di questo Virus.
Nei telegiornali usavano il termine “epidemia”, ma nel giro di una settimana venne identificata come un’epidemia globale, meglio definita pandemia (epidemia diffusa in tutto il mondo).
Il giorno 4 marzo su Internet girava una voce, la quale diceva che l’indomani non saremmo andati a scuola; io non ci ho creduto, ma poi hanno dato un servizio al telegiornale che proclamava la chiusura delle scuole fino a data imprecisata; ero tristissimo di non poter vedere i miei compagni per un po'.
Girava una voce che in alcune scuole italiane avevano trovato il modo per fare “video lezione”.
Arrivò, il giorno seguente a quella notizia, un’informazione sul registro di classe da parte di tutti i professori la quale diceva che dovevamo fare pure noi la video lezione  dal lunedì successivo (cioè 9 marzo).
Non sapevamo usare bene il programma, ma pian piano abbaimo imparato, io e i miei compagni.
Il 9 marzo ho trascorso, dopo le video lezioni, un pomeriggio sereno.
All’ora di cena ci siamo messi a guardare la televisione, quando un servizio del telegiornale ha interrotto il programma che stavamo guardando.
In questo servizio parlava Giuseppe Conte, il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, diceva agli Italiani che questo Coronavirus stava portando alla morte una cifra esorbitante di persone, che tutti dovevamo aiutare l’Italia e per questo ci è stato imposto di stare a casa fino a nuova comunicazione.
Stare a casa non mi sembrava così tanto brutto, non andavo a scuola dal vivo e non facevo così tante cose.
Mi rimangerei tutte quelle parole dette.
Così ho passato i giorni della quarantena. Innanzitutto ho iniziato a scrivere un diario per raccogliere questi  momenti della mia vita e documentare tutto questo: giocavo  tanto con mio fratello (è compito mio farlo divertire); mi divertivo solo andando in giardino; ho passato tantissimo tempo a fare video chiamate con gli amici. Ogni giorno il mio programma della giornata era videochiamata nel pomeriggio e dopo cena, sempre; mi sono impegnato tanto a fare il disegno con la scritta “Andrà tutto bene” con mio fratello perché ci tenevo davvero a farlo; ho passato alcuni giorni a cantare le canzoni programmate con l’orario in tutta l’Italia e mi piaceva vedere che il mio vicinato lo faceva; mi sono impegnato tantissimo ad imparare la lingua dei segni: e così, ogni giorno imparavo sempre di più!!!
Il numero dei morti saliva, ma ad un certo punto, piano piano, si è stabilizzato, come anche quello dei contagi.
Solitamente, Conte faceva l'annuncio nel pomeriggio per comunicare ogni nuovo decreto la sera, per assicurarsi che tutti potessero seguirlo.
Il decreto del 29 aprile annunciava la “Fase 2”; la sera siamo stati davanti alla TV. Conte ha detto che in questa Fase 2 la quarantena era in un certo senso terminata: finalmente dal 4 maggio con mascherine e guanti ci si può muoverci all'interno della nostra regione, tra parenti sotto il sesto grado di parentela, ma anche tra fidanzati; gli amici per ora ancora non li possiamo vedere, ma alcuni, rispettando il metro di distanza, si incontrano lo stesso.
Bisogna lo stesso stare attenti e non abbassare la guardia come hanno fatto tantissime persone, incontrandosi senza mascherina lunedì 4.
Stando attento, cercherò di respirare aria pura, finalmente!!!
Sono felice di questa ripresa dell’Italia, finalmente!!!!!
Spero che continui sempre più a migliorare per poter così buttare una volta per tutte mascherine e guanti!
Sicuramente qualcuno lassù ci ha ascoltati.
Davvero il mio cuore è strapieno di gioia e sto urlando dentro!

Ho raccolto queste informazioni dal telegiornale e dal diario che tengo della quarantena. Grazie davvero per l’attenzione.


Alessio Baldussi, Classe 2^F, Scuola secondaria di Primo grado

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