mercoledì 17 febbraio 2021

La Shoah, di Audrey Mazzo, Classe 3^E, Scuola secondaria di Primo grado


Non potrei non parlare di altro oggi, 27 gennaio 2021, in cui si ricorda la giornata della memoria.

Partiamo dall’inizio, cos’è la SHOAH o detta anche OLOCAUSTO? Con il termine “shoah” (deriva dall’ebraico e significa “tempesta devastante”) si indica lo sterminio della popolazione ebrea durante il secondo conflitto mondiale.

Per me è qualcosa di inspiegabile, per quante informazioni abbiamo, qualsiasi cosa leggiamo, vediamo o che ci raccontano, non potremmo mai percepirla come le persone che l’hanno vissuta.

E a volte mi fa rabbia pensare che al giorno d’oggi con l’emergenza Covid, nonostante siamo molto più liberi di quelle povere persone, ci lamentiamo, e per cosa poi? Perché ci chiedono di restare a casa “nostra” ? Con tutte le comodità tra l’altro.

D’altra parte però, come ho già detto, non potremmo mai capire e concepire il significato di quello che è davvero accaduto.

Quindi, di conseguenza, per noi sembra un sacrificio enorme, anche se effettivamente non è così se pensiamo alle tante persone innocenti che hanno passato tutto questo.

Un libro che ho letto, che mi ha particolarmente colpito, è “Il diario di Anna Frank”. Una bambina che aveva all'incirca la mia età. Lei, una bambina innocente, completamente ignara di tutto, ha dovuto cambiare, o meglio annullare tutta la sua vita, e non per una sua decisione ma per un “obbligo” che le è stato inflitto da altre persone. E di conseguenza noi dobbiamo dare valore ad ogni giorno ed esserne felici e grati sempre.

Secondo me, è proprio questo che serve ricordare, quello che è accaduto nel passato, e la giornata della memoria serve a farci dire un enorme GRAZIE ogni singolo giorno. Quelle persone vittime del nazismo non hanno avuto la nostra stessa fortuna e non per scelta loro. Non si meritavano tutto questo, eppure è successo.

Dobbiamo ringraziare ogni singolo giorno perché, fa male dirlo e ammetto che potrebbe essere brutto, ma ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, per ognuno di noi.

Audrey Mazzo, Classe 3^E, Scuola secondaria di Primo grado


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