Intervista a Luca
Faraone
Oggi vi parlerò di
Luca Faraone, di professione fa il producer…
Per chi non lo
sapesse, il producer è una persona
che lavora nel settore della musica e si prende cura della produzione di un
disco, guidando le registrazioni e i musicisti.
La sua passione
per la musica è iniziata già da quando lui era piccolissimo tanto che
lui stesso non ricorda i suoi esordi. Al suo primo compleanno gli hanno
regalato un piccola chitarra a cui lui si è così affezionato da portarla sempre
in giro. All’età di 4/5 anni ha iniziato a giocare a calcio e facendo il
portiere - dato che non gli arrivava il pallone - ha richiesto di portare in
campo insieme a lui la sua chitarra, per non annoiarsi. Più che usare i
giocattoli abitualmente usati dai bambini, lui usava questo strumento ma non
solo perché circondato in casa da tanti strumenti come un organo, dei bassi, un
violino ecc. Da grande, per trovare più possibilità di lavoro con la musica si
è trasferito a Londra. Qui un cantante che gli aperto le porte a varie altre
collaborazioni è stato il britannico Craig David che aveva bloccato per un paio
d’anni la sua attività artistica ed è tornato con un album in cui ha suonato
proprio Luca.
La prima canzone a
cui ha lavorato qui in Italia è stata “Le vacanze” di Joan Thiele (https://open.spotify.com/track/5ZLXujaQWm4Q7BqpdwNFrK?si=ZZ11NyOpQNmTiPgTUaGIxQ&utm_source=copy-link).
Poco dopo esser
tornato da Londra è arrivata la collaborazione all’album “TAXI DRIVER” di Rkomi
(https://open.spotify.com/album/4D04TN7Kw7Bq98kfDjUmgh?si=q8obowlLSpu1AHxyx1SqnQ&utm_source=copy-link).
Il primo
brano in cui ha suonato è stato “DIECIMILAVOCI” Rkomi ft. Ariete, a cui hanno
fatto seguito altri pezzi. Anche nel
I suoi studi nella
scuola superiore non hanno contribuito direttamente all’approfondimento della
musica perché ha fatto il liceo scientifico, ma ha conosciuto in quegli anni
tanti musicisti e diverse persone che stimolavano il suo percorso
successivo.
Oggi suona
principalmente la chitarra e il basso, che ha iniziato a suonare da piccolo, ma
anche contrabbasso, batteria, piano e diversi strumenti che gli possono
capitare tra le mani come l’ukulele,
il banjo e percussioni di vario genere. Inoltre, producendo musica, ha il
desiderio di provare qualsiasi strumento.
Non ha un genere
musicale preferito perché dipende anche dalle diverse emozioni e dalle
situazioni che vive sul momento: può essere ispirato a fare un genere piuttosto
che un altro, per questo fa il producer è un lavoro che gli permette di
spaziare.
Ha diretto
l’orchestra di Sanremo per Rkomi e ci raccontato di come questa partecipazione
sia stata una cosa molto improvvisa, nata da una chiamata di Shablo, anche lui producer, verso metà novembre che
improvvisamente gli chiede: “ Ti va di dirigere l’orchestra a Sanremo per Mirko
(Rkomi)?” e lui da quel momento, in breve tempo, si è trovato a dirigere
l’orchestra di Sanremo. Per lui sono stati dei mesi pieni di impegni perché
doveva fare la direzione d’orchestra per Rkomi, finire la canzone di Irama e preparare
per entrambi i cantanti le cover per la quarta serata, abbiamo ascoltato
le canzoni dei cantanti in gara divisi nelle prime due serate, nella terza un
riepilogo di tutti i cantanti, la quarta la serata delle cover e nella quinta
tutti i cantanti con conclusione del/dei vincitore/i; in più, con Irama stava
chiudendo il disco “Il giorno in cui ho smesso di pensare”. (https://open.spotify.com/album/2bL1yZKdgMo1syeyCYDwhq?si=xff8gnR4SwayC5Opg_AFBA&utm_source=copy-link), uscito il 25
febbraio.
Da “grande” si
vede sempre impegnato nello stesso lavoro di adesso, più ampio, con più
persone. A chi ha un sogno come il suo consiglia di seguirlo, questo sogno, e
di perseverare con le passioni che più ci stimolano, essere belle persone anche
nel socializzare per fare esperienze e avere senso del sacrificio.
Elisa Pinna, Classe
3^H, Scuola secondaria di Primo grado
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