INCONTRO
CON CARLO CARZAN
Il giorno martedì 22 novembre nel nostro Istituto
“Gramsci-Rodari” abbiamo incontrato
Carlo Carzan, un autore siciliano nonché “ludomastro” ovvero “maestro
del gioco”: ci ha parlato di un argomento serio, la mafia, coinvolgendo anche
noi ragazzi.
A questo evento, organizzato con la libreria “Tuttestorie”, hanno
partecipato le classi 2ª H, 2ª B, 3ª B e 3ª E. Gli alunni di queste classi
hanno letto uno dei libri più famosi di Carlo Carzan intitolato “FALCONE E BORSELLINO NON SONO UN AEROPORTO”
che parla della storia di Falcone e Borsellino, raccontata dal punto di vista
di Carzan da bambino. Poi ne hanno discusso con lui attraverso domande,
interventi e osservazioni.
Negli altri libri su Falcone e Borsellino l’approccio è narrativo;
invece lui, come gli altri “ludomastri”, fornisce al lettore la possibilità di
interagire.
Carlo Carzan e Sonia Scalco (l’altra autrice del libro) hanno scritto
tantissimi libri insieme. L’idea è quella di far ricordare Falcone e Borsellino
non solo un giorno, ma nella vita quotidiana, attraverso determinati fatti. Il
libro, infatti, nasce per rendere viva la memoria dell’accaduto da un punto di
vista diverso rispetto a tutti gli altri libri. Racconta di come lui vive
questo periodo dai 13 ai 25 anni circa. Ci parla dei suoi pensieri e ci dice
che quando era piccolo, non aveva mai pensato che la mafia potesse entrare
nella sua vita.
Carzan ci racconta della sua ammirazione per Borsellino che, dopo la
morte di Falcone, sa che anche la sua fine è vicina. Borsellino parla con
l’agente di scorta Emanuela Loi a cui dice: “Tu ragazza giovane, io adulto, io
dovrei proteggere te e invece tu proteggi me”.
L’autore vuole farci capire che le parole che hanno lo stesso
significato (sinonimi) possono sembrare parole diverse perché ci danno
impressioni differenti. Ci fa notare, per esempio, che le parole “ammazzato” e
“ucciso” hanno lo stesso significato, ma trasmettono diverse sensazioni. Dopo
averci riflettuto un po’, siamo tutti arrivati alla conclusione che la parola
“ammazzato” fa un effetto diverso, peggiore, pare una morte più tragica e
brutta, ma in realtà ha lo stesso significato di “ucciso”.
La mafia esisteva da moltissimo tempo, ma le persone avevano paura di parlarne e spesso sottovalutavano quello che succedeva dicendo frasi come: “Tanto si ammazzano tra loro, non è nulla di grave!”. Rocco Chinnici fu uno dei primi a capire la gravità di ciò che stava succedendo e creò una squadra per cambiare le cose: Chinnici fondò il POOL ANTIMAFIA.
Il POOL fu utilissimo perché
i suoi componenti si confrontavano e riuscivano a trovare meglio i collegamenti
tra crimini.
Carzan conosceva Chinnici, perché sua figlia e sua moglie andavano nel
negozio di giocattoli dei genitori dell’autore. Inoltre, la figlia di Chinnici,
ha scritto un libro sulla vita del padre, in cui menziona il negozio dei
genitori di Carzan, descrivendolo come un luogo fantastico.
Carzan ci racconta un aneddoto…
Aveva 15 anni ed era alle Isole Eolie con degli amici, suo padre lo
chiama e gli dice di restare un po’ di più in vacanza perché se lo merita e che
anche i genitori dei suoi amici sono d’accordo. Quindi, dopo aver finito la sua
vacanza un po’ più lunga del previsto, torna a casa. Appena arrivato, va al
negozio dei suoi e vede che le finestre del retro sono tutte rotte. Chiede a
suo padre cosa sia successo, ma non riesce a parlare; chiede a sua madre, ma
lei scoppia in lacrime. Francesco, il commesso del negozio, gli racconta che
qualche giorno prima Chinnici stava uscendo da casa sua e, dopo aver salutato
il portinaio, il signor Stefano Lisacchi, è esplosa un’autobomba che ha ucciso
entrambi.
Nel libro, viene menzionato il
signor Lisacchi, perché rispetto a un poliziotto, non faceva un lavoro
pericoloso, né faceva nulla di sbagliato. In quel momento Carzan ha capito che
se uccidono Chinnici, Falcone o Borsellino “ci sta” perché combattono contro la
mafia, ma purtroppo vengono uccise anche persone comuni.
Questo è in linea di massimaciò che ci ha raccontato Carlo Carzan, anche
se non ho potuto scrivere tutto. Anche se inizialmente questo articolo poteva
sembrare noioso, scommetto che, ora che l’hai letto, ti ha catturato. Carzan ha
fatto moltissime osservazioni interessanti e, mentre lo ascoltavo, mi sembrava
di aver vissuto anch’io quel terribile periodo.
Eleonora Vicinanza, Classe 2^H, Scuola secondaria di Primo grado
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