Ahhhhh, le vacanze: una lunga pausa dalla scuola di circa tre mesi, per molti “un sogno”, per altri, “un incubo”. Ma cosa si può fare, in entrambi i casi , per passarle al meglio ? Ecco una “ guida alle vacanze” fatta a tale proposito...
1. Prima di tutto, come ben saprete, c'è il problema dei COMPITI DELLE VACANZE. Molti li pensano come una “tortura”, una “punizione”, quindi: A COSA SERVONO? COME FARE IN MODO CHE SI EQUILIBRINO CON LE VACANZE?
I compiti delle vacanze hanno uno scopo ben preciso, ossia tenere in costante allenamento la mente. Per fare in modo che siano ben equilibrati, la cosa migliore è cominciare dagli esercizi con cui avete più difficoltà (possibilmente cercando di fare gli esercizi prima di pomeriggio). Ad esempio: zoppicate con le espressioni? Provate facendone 5-6 ogni giorno.
La geografia (es. le regioni) non vi va giù? Cominciate proprio da lì.
2. Non passate intere giornate in casa a guardare la TV o al computer, provate invece a incontrarvi con gli amici, magari al campo per una partitella, oppure anche dal gelataio per un bel ghiacciolo o un cono: vedrete che è molto più divertente (certo, ogni tanto una partitella a Fortnite non guasta, però...).
3. Sapevate che col progetto “monumenti aperti” (https://sardegnainblog.it/eventi/monumenti-aperti-)
l'ingresso a numerosi siti archeologici e/o culturali è GRATIS ? Bè, allora, perché no?
4. Ricordate: il modo migliore per passare le vacanze è VìAGGìAR€: qui in Italia
(Roma, Milano, Firenze, ecc...), ma (se potete) anche all'estero. Esistono tanti posti da visitare, ma se non potete, potete sempre restare qui in Sardegna, o ancora a Cagliari!!!!!
5. Iscrivetevi a delle attività estive (corsi di lingua, centri estivi, scout!!!): oltre a conoscere nuovi amici, vi divertirete un mondo!
CHE ASPETTATE?Vi ricordo che le vacanze sono iniziate!
Mattia Pelgreffi, Classe 1^D, Scuola secondaria di Primo grado
Giornalino scolastico dell'I.C. di Sestu fondato nell'anno scolastico 2014/2015. Direttori responsabili: Pina Pala, Valeria Pettinau, Fabrizio Lo Bianco, Sandra Rombi, Antonella Pinna, Tamara Diana; hanno collaborato con noi Andreina Murgia, Mariolina Argiolas, Maria Francesca Murgia, Ignazio Murru, Claudia Brignone e Susanna Littarru.
mercoledì 13 giugno 2018
Presentazione del Progetto Datinanta - Sestu, 4 giugno 2018, Elisa Faedda 1^E, Emma Casavecchia 1^E,Ilaria Pinna 1^C, Giacomo Ledda 1^C, Nicola Brughitta 2^A, Alessandro Garau 2^A, Sara Tinti "^C, Elena Spanu 2^C, Scuola secondaria di Primo grado
A
conclusione del Progetto Datinanta,
realizzato dagli alunni delle classi 1^A, 1^C, 1^E, 2^A e 2^C della Scuola
secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Sestu, in collaborazione
con l’Associazione Datinanta, si è
svolto il Seminario di presentazione dei risultati, nella Sala Consiliare del
Comune di Sestu che ha patrocinato il Progetto.
Nelle classi coinvolte ci sono anche degli alunni che
collaborano con il giornalino scolastico. Abbiamo pensato, quindi, di
realizzare delle interviste sugli Open Data. I redattori, a turno, hanno fatto
delle domande agli assessori del Comune di Sestu, Andrea Pisu e Matteo Taccori,
e agli esperti, Sandro Usai, Simone Scalas e Christian Lai.
Domanda di Giacomo Ledda 1^C: Chi e come si sta
occupando del Progetto "Datinanta"?
Risponde Sandro Usai: Noi abbiamo dato un nome alla nostra
società in sardo per divertirci però la cosa è seria perché se ne sta occupando
il mondo. Comprende ragazzi di 28 nazioni che compongono la Comunità Economica
Europea. L'Italia, per quanto riguarda la cultura digitale, è al
venticinquesimo posto: ciò significa che non siamo i più bravi. Abbiamo ancora tante cose da
imparare. Quindi ciò che sta portando avanti la vostra dirigente scolastica,
Alessandra Patti, insieme al corpo docente, è straordinario, difficile, tanto
più perché noi italiani non siamo attenti al digitale. Certo, i tempi sono
cambiati anche in Italia: noi contavamo con le dita, voi invece avete molti
altri strumenti a disposizione. Mi chiedete, inoltre, chi si sta occupando del
Progetto Open Data. Beh… Noi, cioè io,
Christian, Simone, siamo una piccola cellula rispetto al mondo. Sapete quanto
valgono i dati aperti? I dati valgono 300 miliardi di euro. In Europa saper
manovrare i dati significa toccare un valore che oggi è stimato in 300 miliardi
di euro. È un investimento per il futuro. Voi dovete capire, ragazzi, visto che
siete giovanissimi, che su dieci nuovi mestieri che ci saranno da qui al 2011,
che è vicinissimo per voi, otto di questi mestieri non li conosce ancora
nessuno. Nessuno sa quali saranno. Quindi bisognerà investire nel digitale. La
scuola sta facendo questo, così come vi sta insegnando le altre materie, vi sta
insegnando anche a conoscere questo nuovo mondo che offrirà nuove opportunità.
Domanda
di Nicola Brughitta 2^A: A che scopo state seguendo questo
Progetto?
Risponde Sandro Usai: Sicuramente non per soldi, ma per il
desiderio di divulgare la cultura del digitale dove possiamo. Quindi non per
guadagnare, anche se ci si rende conto che l'elemento più importante della gestione
dei dati è quello economico. Quindi voi dovete capire che si può far diventare
quest’attività un mestiere. E non è necessario essere matematici. Sappiate che
i più bravi con i dati sono coloro che hanno fatto studi in filosofia, insieme
a quelli che provengono dalle facoltà d’ingegneria. È davvero strano, ma è
così. La gestione dei dati non appartiene solo ai matematici.
Domanda
di Alessandro Garau 2^A: Grazie a questo Progetto, ci
saranno dei vantaggi per gli artigiani sestesi? Se sì, quali?
Risponde Christian Lai: Sicuramente oggi voi avete fatto un lavoro
straordinario perché con questa attività avete raccontato il vostro territorio.
Anch’io, che non sono di Sestu, oggi ho imparato tantissime cose perché ho
conosciuto una parte della vostra realtà artigianale. Quindi, come prima
ricaduta del risultato di questo lavoro, c’è sicuramente far conoscere alle
persone la realtà artigianale attraverso coloro che lavorano a Sestu.
Domanda di Alessandro Garau 2^A: Cosa farete in futuro per questo progetto?
Risponde Simone Scalas: Sicuramente continueremo a proporre
delle attività ai Comuni, alle scuole, a coloro che sono interessati alla
raccolta e alla diffusione dei dati.
Domanda
di Ilaria Pinna 1^C: Gli Open Data del
Comune sono tenuti in un archivio on line o cartaceo?
Risponde Andrea Pisu: Tutte le informazioni che vengono
dall'attività normale del Comune sono già online. Non sono ancora in relazione
l’uno con l'altro attraverso dei software, ma questi dati esistono e possono
essere estrapolati. Mi riferisco ai dati demografici, ai dati di bilancio...
Sta nascendo proprio in queste settimane un team di persone che si occuperà di
tenere aggiornati in un tempo molto stretto i dati relativi alle attività più
importanti del Comune.
Domanda di Emma Casavecchia 1^E: Quali programmi usate per conservare i dati?
Domanda di Elisa Faedda 1^E:
Quali programmi usate per rendere i dati visibili al pubblico?
Risponde Matteo Taccori: Purtroppo nel nostro Comune si fa ricorso
ancora molto al cartaceo, però recentemente abbiamo cercato, anche grazie agli
sforzi dell'amministrazione, di realizzare delle piattaforme digitali dove si
possono consultare i dati che normalmente vengono elaborati nel Consiglio
Comunale. Abbiamo cercato di realizzare delle piattaforme dove i consiglieri,
cioè i “politici”, potessero consultare i dati che vengono elaborati nel
Consiglio Comunale. Abbiamo sfruttato la piattaforma che era già presente nel
Comune di Sestu, cioè il sito del Comune di Sestu, quindi ci siamo creati
un’area riservata all'interno di questo sito dove i documenti sono sempre
presenti, sempre disponibili, però, appunto, solo per i consiglieri perché sono
documenti di consultazione strettamente riservata ai consiglieri.
Successivamente, i dati passano alla pubblicazione sempre nel sito del Comune
con varie modalità. Non abbiamo dei programmi di riferimento. La maggior parte
dei documenti prodotti dall'amministrazione sono dei documenti in PDF, di
conseguenza non abbiamo applicativi specifici. L'amministrazione, invece, in
senso più lato, quindi tutta la burocrazia che viene gestita dal Comune,
utilizza delle Software House. Nel
caso specifico, possiamo dire che il comune di Sestu utilizza una Software House che si chiama Datagraph che viene utilizzata anche da
altri comuni.
Domanda di Nicola Brughitta 2^A: Quali dati sono disponibili presso il sito
del Comune di Sestu?
Risponde Matteo Taccori: È possibile trovare tutto
ciò che riguarda l’Ente, a partire dai dati demografici sino alle delibere più
recenti. Come diceva Andrea, ci sono tutti i dati ovviamente, però parliamo
prevalentemente di atti. Quindi di tutto ciò che l'amministrazione produce per
attivarsi sul territorio, incidere sulla vita dei cittadini. Però in termini di
dati è possibile trovare di tutto, dall'anagrafe alle pubblicazioni di
matrimonio, alle determine dei vari settori all'interno del Comune alle
delibere di Giunta e di Consiglio. È veramente un mondo molto vasto perché l'amministrazione
si occupa di tutti gli aspetti della vita dei cittadini.
Domanda di Sara Tinti 2^C: Quali dati potrebbero essere interessanti per
noi ragazzi?
Risponde Andrea Pisu: Questo diventa un argomento più complicato. Quali
dati vorresti avere? (“Quelli che mi servono”, risponde Sara, n.d.r.). I dati
sono importanti, perché raccontano la realtà, la nostra realtà. Quanto siamo
consapevoli di quello che abbiamo intorno? Se ne siamo consapevoli, uno
strumento ottimo per esserne ancora più consapevoli è conoscere i dati. Però,
se non sappiamo cosa cercare, è difficile. Queste informazioni sul sito ci sono
tutte. L'onere di andare a trarre da questi dati le informazioni è del
cittadino e attraverso gli Open data si può rendere questa attività più
semplice.
Elisa Faedda 1^E, Emma Casavecchia 1^E,Ilaria Pinna 1^C, Giacomo Ledda 1^C, Nicola Brughitta 2^A, Alessandro Garau 2^A, Sara Tinti "^C, Elena Spanu 2^C
Il concerto della classe 3^H del 30 maggio, Samuel Mocerino, Classe 1^B, Christian Cirulli e Marco Fenu, Classe 3^E, Scuola secondaria di Primo grado
I
festeggiamenti per il decennale dell’Indirizzo musicale dell’istituto
Comprensivo di Sestu, dopo la prima serata del 29 maggio che ha visto impegnate
le classi 1^H e 2^H della Scuola secondaria di primo grado, è proseguito il 30
maggio con l’esibizione della 3^H.
La classe di
clarinetto ha eseguito il Quartetto Capriol
suite di Peter Warlock; hanno suonato Riccardo Pillosu, Enrica Zoncheddu,
Michele Iannuzzi, accompagnati dalla Professoressa Monica Melis.
Un altro
quartetto ha eseguito la Sarabanda di
Handel, ed esattamente Alice Bertacche, Giulia Cinus, Claudio Loi, sempre con
l’accompagnamento della Professoressa Monica Melis.
Per la
classe di violino, accompagnata dalla Professoressa Barbara Sarigu, sono stati
eseguiti i seguenti brani: Chiara Marcis, All
of me di John Legend, Daniela Moi Viva
la vida di Cold Play, Aurora Piras My
heart well go on di Celine Dion, Elisa Sardu Perfect di Ed Sheera, Riccardo Cau Pirati dei Caraibi, Federica Muscas Halleluya di Cohen.
La Classe di
Percussione ha eseguito Batteria Rooling
in the deep di Adele (Christian Fadda), Concertino
in si minore di Rieding (Anna Sicilia allo xilofono), e il Trio Afro
Latino, accompagnato dal Professor Cristian Carboni (Viola Labate e Simone
Floris).
La classe di
Pianoforte, accompagnata dalla Professoressa Valentina Trincas, ha eseguito A thousand miles di Vanessa Carlton
(Giulia Todde), A thousand years di
Christina Perri (Gaia Ruggeri), River
flowers in you di Yiruma e L’après-midi
di Yann Tiersen (Giulia Perra).
L’ensemble dei pianisti, composto da
Giulia Todde, Gaia Ruggeri, Giulia Perra, Agostino Fistrale, Giovanni Nonnis e
Nicole Cuboni ha suonato la Marcia
funebre per una marionetta.
Ha
partecipato anche la over Irene Laterza con un Intermezzo di Mangani.
L’Orchestra
ha eseguito i seguenti brani: un Medley
di James Bond (Tema, Skyfall, You know my
name) e un Midley degli Abba (Dancing Queen, Gimme gimme gimme, Mamma mia).
Infine,
ricordiamo i nomi dei musicisti over che, pur avendo lasciato il nostro
Istituto, hanno avuto il piacere di partecipare: Irene Belli (violino), Simone
Laterza e Francesca Murgia (Pianoforte), Giulia Pilloni, Irene Laterza, Camilla
Meloni, Benedetta Dettori, Carlotta Furia (Clarinetto).
Samuel
Mocerino, Classe 1^B, Christian Cirulli e Marco Fenu, Classe 3^E, Scuola
secondaria di Primo grado
Concerto di fine anno delle classi 1^H e 2^H, Sofia Murgia, Classe 2^H, Scuola secondaria di Primo grado
Il giorno 29 maggio si è svolto a casa Ofelia il concerto di fine anno
delle classi prima e seconda del corso H, dalle ore 17:00 alle 21:00.
Tra la preparazione per il concerto e la disposizione degli strumenti, è passato molto tempo, infatti la serata è finita tardi.
Il concerto è iniziato con gli assoli dei ragazzi di prima. Quasi tutti hanno suonato un brano da solista.
Tra la preparazione per il concerto e la disposizione degli strumenti, è passato molto tempo, infatti la serata è finita tardi.
Il concerto è iniziato con gli assoli dei ragazzi di prima. Quasi tutti hanno suonato un brano da solista.
Dopo l'orchestra ha suonato i brani: I sogni son desideri, La famiglia Addams, La marcia di Topolino.
Tutto questo si è svolto in circa 2 o 3 ore, quindi la mia classe, cioè la 2^H, ha cominciato a suonare verso le 19:00.
Anche per quanto riguarda la mia classe, quasi tutti hanno suonato un brano da solista.
Quindi, abbiamo suonato un pezzo del musical Notre dame de Paris: Ouverture, Il tempo delle cattedrali e Zingara.
Che dire?... l'ansia da prestazione era davvero tanta e avevamo tutti paura di sbagliare, di bloccarci o di non riuscire proprio a suonare.
Ma alla fine è andato tutto bene e siamo tutti contenti di come abbiamo suonato.
Penso che, se anche potessi tornare indietro per poter perfezionare qualcosa, non cambierei nulla di ciò che è stato fatto, perché alla fine il bello sta in questo: sta nell'ansia, nell’improvvisazione, nella paura di non farcela e nella meravigliosa sorpresa che è andato tutto bene perché alla fine ti stupisci di te stesso.
Sofia Murgia, Classe 2^H, Scuola secondaria di Primo grado
Tutto questo si è svolto in circa 2 o 3 ore, quindi la mia classe, cioè la 2^H, ha cominciato a suonare verso le 19:00.
Anche per quanto riguarda la mia classe, quasi tutti hanno suonato un brano da solista.
Quindi, abbiamo suonato un pezzo del musical Notre dame de Paris: Ouverture, Il tempo delle cattedrali e Zingara.
Che dire?... l'ansia da prestazione era davvero tanta e avevamo tutti paura di sbagliare, di bloccarci o di non riuscire proprio a suonare.
Ma alla fine è andato tutto bene e siamo tutti contenti di come abbiamo suonato.
Penso che, se anche potessi tornare indietro per poter perfezionare qualcosa, non cambierei nulla di ciò che è stato fatto, perché alla fine il bello sta in questo: sta nell'ansia, nell’improvvisazione, nella paura di non farcela e nella meravigliosa sorpresa che è andato tutto bene perché alla fine ti stupisci di te stesso.
Sofia Murgia, Classe 2^H, Scuola secondaria di Primo grado
"L'antica pietra dei Nur" al Decennale dell'indirizzo di Strumento musicale, Nicola Brughitta, Alessandro Garau, Sofia Cristiano, Classe 2^A, Scuola secondaria di Primo grado
Durante la
manifestazione dedicata al decennale dell’indirizzo musicale dell’Istituto
Comprensivo di Sestu, realizzata a Casa Ofelia a Sestu nei giorni 29, 30 e 31
maggio, abbiamo fatto alcune domande alla professoressa Sandra Rombi che ha
curato la pubblicazione del libro “L’antica pietra dei Nur”, scritto dalla
classe 3^H.
Domanda: Come è nato il progetto?
Risposta:
L’idea è nata piano piano, quando abbiamo deciso di scrivere questo libro
abbiamo incominciato a dare ognuno le proprie idee. Quello che volevamo fare da
subito era una storia che alternasse il passato al presente. Volevamo scrivere
così come abbiamo fatto… Una parte era ambientata nel passato e una nel
presente che si svolgeva proprio nella nostra comunità. Visto che eravamo in
23, non potevamo scrivere tutti le stesse parti, perciò ci siamo divisi in vari
gruppi, ognuno con il proprio argomento.
D.: Quanti ragazzi hanno partecipato?
R.: Sono
stati coinvolti 23 ragazzi, tutta la 2H dell’anno scolastico 2016/2017!
D.: Quanto tempo ci avete impiegato?
R.: Ci
abbiamo lavorato per un intero anno scolastico, da novembre 2016 a maggio 2017, quindi
ben 7 mesi!
D.: Che progetti avete in futuro
riguardo a questo libro?
Nicola
Brughitta, Alessandro Garau, Sofia Cristiano, Classe 2^A, Scuola secondaria di
Primo grado
Missione Paesaggio: Sa Passerella, Loi Lorenzo, Classe 2^F, e Sara Tinti, Classe 2^C, Scuola secondaria di Primo grado
Il progetto
“Missione Paesaggio” dell’associazione FAI è stato realizzato dalla classe 2^C.
La classe ha deciso di prendere in esame “Sa Passerella” come monumento da
salvaguardare.
La
passerella è un ponte di legno e ferro lungo circa 33 metri e largo meno di 2.
Passa al di sopra del fiume Riu Matzeu ed è stato costruito in stile francese.
I cittadini la ritengono una costruzione molto importante.
La nostra
passerella ha delle gemelle: a Ginevra la “Passerelle de l’Ile” e a Strasburgo
la “Passerelle Ducrot”.
La nostra
passerella è stata costruita tra il 1902 e il 1904, il piano pedonale è
costruito in legno e invece lo scheletro esterno è in ferro.
Sa
Passerella è ancora in buono stato, ma i ragazzi pensano che sia un’ottima idea
migliorarla, aggiungendo, ad esempio, un sistema di illuminazione oppure
riverniciandola ogni tanto.
Loi Lorenzo, Classe 2^F, Scuola secondaria di Primo grado
Nelle giornate del 29, 30 e 31 maggio del decennale del Corso musicale
c'erano anche altri allestimenti, io mi sono occupata dell'allestimento
realizzato dalla 2^C, da professor Orrù e dalla professoressa Floris.
L'allestimento è nato dalla partecipazione della classe al concorso organizzato dal FAI, intitolato "Missione Paesaggio", e a Monumenti Aperti.
"Missione Paesaggio" si basava sull'articolo 9 della Costituzione Italiana, consisteva nel creare un video a partire dalla scelta di un bene del proprio paese non valorizzato oppure non valorizzato abbastanza. Così, abbiamo deciso di occuparci di Sa Passarella, il ponte pedonale sul Rio Matzeu, che noi ragazzi abbiamo sempre attraversato senza soffermarci sulla sua importanza.
Abbiamo incominciato a fare ricerche e interviste agli anziani del paese al Centro anziani, al bocciodromo e in giro per Sestu. Ci hanno detto che in passato loro avevano paura di passarci perché era in condizioni critiche, mancavano delle assi o erano marce per cui, durante la processione, avevano paura. Però, quando erano bambini, facevano anche dei giochi, con i copertoni delle bici facevano delle altalene, e alcune persone sono pure cadute nel Rio facendo queste monellerie.
Abbiamo intervistato anche l'assessore Andrea Pisu che ci ha raccontato delle “gemelle” della Passerella che sono la Passerelle Ducrot a Strasburgo, costruita nel 1889 e la Passerelle de l'Ile a Ginevra, costruiva nel 1876, che sono solo leggermente più larghe di quella sestese.
Un altro personaggio importante per la storia di Sa Passerella è il Rio Matzeu, di cui la 2^C si è occupata per Monumenti Aperti.
Il Rio Matzeu, chiamato anche Rio Cannas, divide in due parti il paese e ha causato diverse inondazioni come S'unda de Sant'Andria, avvenuta nel 1893 e in seguito alla quale è stata costruita la prima passerella nel 1904, e S’unda Manna, avvenuta nel 1946 e che ha causato molti più danni rispetto alla prima.
Sembrano avvenimenti lontani per noi ragazzi, ma purtroppo anche nel 2008 un’altra alluvione ha fatto registrare ancora una vittima. Ci stiamo rendendo, quindi, conto che non sono fatti molto lontani da noi e che il rischio è sempre presente. Ma, a proteggerci, più sicura di un tempo, c'è lei, Sa Passerella.
L'allestimento è nato dalla partecipazione della classe al concorso organizzato dal FAI, intitolato "Missione Paesaggio", e a Monumenti Aperti.
"Missione Paesaggio" si basava sull'articolo 9 della Costituzione Italiana, consisteva nel creare un video a partire dalla scelta di un bene del proprio paese non valorizzato oppure non valorizzato abbastanza. Così, abbiamo deciso di occuparci di Sa Passarella, il ponte pedonale sul Rio Matzeu, che noi ragazzi abbiamo sempre attraversato senza soffermarci sulla sua importanza.
Abbiamo incominciato a fare ricerche e interviste agli anziani del paese al Centro anziani, al bocciodromo e in giro per Sestu. Ci hanno detto che in passato loro avevano paura di passarci perché era in condizioni critiche, mancavano delle assi o erano marce per cui, durante la processione, avevano paura. Però, quando erano bambini, facevano anche dei giochi, con i copertoni delle bici facevano delle altalene, e alcune persone sono pure cadute nel Rio facendo queste monellerie.
Abbiamo intervistato anche l'assessore Andrea Pisu che ci ha raccontato delle “gemelle” della Passerella che sono la Passerelle Ducrot a Strasburgo, costruita nel 1889 e la Passerelle de l'Ile a Ginevra, costruiva nel 1876, che sono solo leggermente più larghe di quella sestese.
Un altro personaggio importante per la storia di Sa Passerella è il Rio Matzeu, di cui la 2^C si è occupata per Monumenti Aperti.
Il Rio Matzeu, chiamato anche Rio Cannas, divide in due parti il paese e ha causato diverse inondazioni come S'unda de Sant'Andria, avvenuta nel 1893 e in seguito alla quale è stata costruita la prima passerella nel 1904, e S’unda Manna, avvenuta nel 1946 e che ha causato molti più danni rispetto alla prima.
Sembrano avvenimenti lontani per noi ragazzi, ma purtroppo anche nel 2008 un’altra alluvione ha fatto registrare ancora una vittima. Ci stiamo rendendo, quindi, conto che non sono fatti molto lontani da noi e che il rischio è sempre presente. Ma, a proteggerci, più sicura di un tempo, c'è lei, Sa Passerella.
Sara Tinti, Classe 2^C, Scuola secondaria di Primo grado
Una passeggiata a San Gemiliano, Elisa Lai, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
Il giorno Giovedì 24 Maggio 2018,
le classi 3C ,
3F , 2D, 2E,
alle ore 9:00 si sono incontrate nella scuola di Via Dante per poi dirigersi
verso la chiesa di San Gemiliano.
Il tragitto è stato tosto ma parlando tra amici è sembrato più leggero.
Una volta arrivati a San Gemiliano, alunni e professori si sono dissetati e
hanno fatto uno spuntino, per poi riunirsi classe per classe ed entrare
all’interno delle mura. Dopo essere entrati, aver fatto parecchie foto e
ammirato l’atmosfera di pace, ragazzi e professori si sono seduti per sentire
l’esposizione di alcuni alunni che, avendo partecipato a Monumenti Aperti, ci
hanno aiutato a conoscere elementi importanti della storia di questa chiesa
tanto significante per i sestesi.
I ragazzi, anche se un po’ timidi, hanno parlato della storia della
Chiesa e dintorni, di chi ci ha vissuto nell’antichità, come è nata, per quale
scopo, cosa si fa ora al suo interno e hanno soddisfatto tante altre curiosità.
In seguito, le classi, divise in gruppi, sono entrate all’interno della Chiesa
e un’altra ragazza ha continuato a spiegare nei minimi particolari per colmare
le incertezze che molti avevano.
Quindi, tutte le classi si sono riunite sugli scalini che fiancheggiano
la Chiesa per continuare a sentire altre curiosità raccontate da un’alunna e
dalla professoressa Valeria Paretta. Infine, alle 12:30 sono arrivati i
genitori a prendere i ragazzi.
È stata una giornata davvero bella, e sopratutto diversa dalle altre, è
stato anche un modo per incontrarsi tra amici e poi… una passeggiata non fa mai
male!!
Elisa Lai, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
Le Saline Conti Vecchi, Sara Tinti, Classe 2^C, Scuola secondaria di Primo grado
Il giorno 18 maggio 2018 la classe 2^C ha fatto l’uscita didattica
alle Saline Conti Vecchi, le seconde più grandi d’Italia dopo quelle che si
trovano in Puglia, un monumento di archeologia industriale gestito dal FAI e da
Eni.
Facendo il giro col trenino, abbiamo potuto ammirare le
vasche salanti, che hanno, soprattutto in estate, un colorito rosso fuoco
grazie a un’alga che riesce a vivere nonostante la salinità dell’acqua e in cui
si formano i cristalli di sale. Abbiamo potuto ammirare anche le vasche
evaporanti, in cui è concentra la fauna composta da fenicotteri, gabbiani,
garzette e altre specie di animali e in cui, appunto come ci suggerisce il
nome, avviene il processo di evaporazione dell’acqua.
Dopo abbiamo fatto un’attività di laboratorio durante la
quale ci è stato spiegato il procedimento di pulizia del sale; questa, infatti,
non può essere fatta con l’acqua normale perché il sale si scioglierebbe, ma
bisogna usare l’acqua satura così il cristallo di sale rimane perfetto. Per
capire se l’acqua è satura, prima si usava un uovo e si osservava se questo galleggiava
o meno; adesso però, con le nuove tecnologie, si usano macchinari sofisticati
per la pulizia del sale e per capire se l’acqua è satura.
Le saline prima erano una palude perché l’acqua era
stagnante; poi è stata bonificata perché c’erano le zanzare che portavano la
malaria. La nostra guida, attraverso un esperimento, ci ha mostrato il ristagno
dell’acqua: in un colino ha messo della terra e in un altro ha riprodotto il
terreno d’argilla che c’è adesso nelle saline; in entrambi ha versato dell’acqua
che la terra ha assorbito, al contrario dell’argilla che non fa filtrare
neanche una goccia. La bonifica è stata fatta togliendo l’acqua dolce e
mettendo l’acqua salata in modo da produrre il sale.
Abbiamo visitato anche il museo delle Saline in cui ci è stata
raccontata la storia delle saline e di Conti Vecchi, l’uomo che ha fatto sì che
nascessero. C’è l’ufficio del direttore, col vecchio registro, e uno dei primi
cristalli della prima raccolta di sale fatta nel 1928.
Nel laboratorio chimico dall’acqua di mare si estraevano
altri prodotti oltre al sale e, inoltre, proprio dal sale si otteneva
l’ipoclorito di sodio, cioè la varecchina. Questa è stata la prima salina in
cui si sono estratti questi prodotti chimici. Questo laboratorio era molto
moderno perché ci lavoravano anche le donne e ciò è insolito per quel tempo
perché le donne erano solite occuparsi della casa e dei figli.
Sara Tinti, Classe 2^C, Scuola secondaria di Primo grado
Internet, un pericolo e una fortuna, di Gemma Loi, Lisa Manunza, Emanuele Pintus, Andrea Angioni, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
Gemma Loi, Lisa Manunza, Emanuele Pintus, Andrea Angioni, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
I Giochi Matematici, Lorenzo Loi, Classe 2^F, Scuola secondaria di Primo grado
Il giorno 17 marzo 2018 si sono svolte le semifinali nazionali dei giochi matematici della Bocconi.
Tutti coloro che hanno partecipato hanno dovuto versare una quota di iscrizione di €8 e sono andati alla Cittadella universitaria di Monserrato. Lì i ragazzi si sono sfidati nelle diverse categorie:
C1 = classi prime e seconde delle scuole medie
C2 = classi terze delle scuole medie e prime delle scuole superiori
L1 = classi seconde, terze e quarte delle scuole superiori
L2 = classi quinte delle scuole superiori e del primo biennio universitario
GP = riservato agli adulti dal terzo anno di università fino ai 99 anni.
Per l'Istituto Comprensivo di Sestu si sono classificati due ragazzi, entrambi della categoria C1:
Loi Lorenzo e Luca Cinelli (rispettivamente delle classi 2^F e 1^C).
Si sono classificati, rispettivamente, al 38° posto Lorenzo Loi, e al 41°, Luca Cinelli.
Superando questa prova sono entrati di diritto alle finali nazionali italiane.
Il 12 maggio del 2018 a Milano si sono tenute le finali nazionali dei giochi matematici e i partecipanti della categoria dei nostri ragazzi erano poco meno di 2000.
La gara è cominciata alle 14:00 e i quesiti non erano per niente facili. Per completare la prova, i ragazzi avevano solo un'ora e mezza.
Alla fine della prova i ragazzi della categoria C1 si sono riuniti per conoscere i nomi dei vincitori, ma prima hanno dato le risposte ai dieci quesiti della categoria. Subito dopo, è iniziata la premiazione.
Solo i primi 120 hanno ricevuto dei premi di vario tipo: valigie da viaggio, zaini, computer portatili etc...
Sfortunatamente, per i nostri ragazzi non c'è stato nessun premio, ma tra i premiati ci sono stati due ragazzi sardi: uno di Muravera e uno di Selargius.
Pur non essendo passati alla finale internazionale di Parigi, per entrambi gli alunni dell'I.C. di Sestu è stata una bellissima esperienza.
Lorenzo Loi, Classe 2^F, Scuola secondaria di Primo grado
Cine Yagoua, Elisa Lai e Lisa Manunza, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
Cine Yagoua significa Cinema a Yagoua. Yagoua è il capoluogo del Dipartimento di Mayo-Danay in Camerun e comprende circa 50.000 abitanti.
Andrea Mura è un regista che, il giorno 10 marzo 2018, ha presentato alle classi 3^F, 1^D e 1^C dei reportage sull'Africa, e ha raccontato che in tre settimane sono stati creati quattro cortometraggi, tra cui una fiction e tre documentari.
Andrea Mura è andato a trovare per quasi un mese un amico missionario, Don Tonino Melis, un antropologo e linguista, oltre che missionario, che si trova in Africa da 33 anni.
Il primo video ha mostrato la storia di una donna chiamata Abbe, vedova dal 2005, che per riuscire a crescere i propri figli prepara il BilBil, che mette in vendita.
Il BilBil è una sorta di birra lievemente alcolica, di circa 5-7 gradi, ricavata dalla fermentazione del miglio rosso. Abbe illustra le fasi della preparazione: dalla germinazione dei chicchi di miglio, alla macinazione e infine alla bollitura. Le persone bevono il Bil bil per concedersi una distrazione perché non ci sono altre cose da fare nel luogo in cui abitano.
Africadegna (Africa e Sardegna) nasce nel 2007 ed è un'associazione che ha appoggiato il progetto di don Tonino per la realizzazione di un Centro Culturale e di un Museo, tramite la raccolta di fondi.
Al centro culturale la prima sala del Museo è dedicata alla preistoria. Nella seconda sala, invece, sono state installate le prime due vetrine per custodire alcuni oggetti dedicati alle popolazioni Masa e ad altre tribù. Il museo è attualmente ancora in costruzione.
Si tratta di un progetto che vorrebbe rappresentare le differenti culture che ci sono nella regione della Valle del Logone.
Una delle più importanti attrazioni del museo è un'urna funeraria. I lavori al Museo non procedono molto in fretta per i pochi finanziamenti.
All'interno del villaggio si trovano anche gli studenti "notturni", cioè degli studenti che si recano al centro culturale la notte e studiano, per mancanza di elettricità nelle loro case.
Le case sono spesso molto distanti fra loro e costituiscono dei piccoli nuclei familiari.
La domenica al villaggio: così è intitolato il documentario realizzato da tre ragazzi di Yagoua che rappresenta una mattinata di pesca fatta canticchiando delle canzoni in lingua Masa.
Domenica 11 febbraio si celebra in Camerun una festa dedicata ai giovani del paese, si organizzano esibizioni musicali, di danza e altre attività con 40 gradi sulla pelle.
Infine, prima che lui lasciasse il Camerun, tutti i ragazzi hanno salutato Andrea, e un anziano del posto ha cantato e gli dedicato una canzone improvvisata, che Andrea ha apprezzato tantissimo.
Mi ha colpita una frase in particolare, detta da uno dei ragazzi che fa parte del gruppo del Museo, che dice: "Un popolo senza cultura è come un albero senza radici". Ed è proprio vero, anche se che l’uomo tende a non riflettere sulla propria cultura perché egli la dà troppo spesso per scontata.
Elisa Lai, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
Andrea Mura fa il regista, realizza video, lezioni di cinema per tutti. A Sestu ha già realizzato tre cortometraggi col Progetto filmaligasestu.
Ha realizzato un progetto in Africa, nel centro nord, nel Sahel.
Ha portato con sé sei ragazzi e sei ragazze. Il soggiorno è durato tre settime: durante la prima settimana, ha tenuto le lezioni; nella seconda, sono stati realizzati i video e durante l'ultima settimana questi sono stati montati.
Il progetto prende il nome da Sardegna e Africa e si chiama Africadegna e ha come obiettivo la creazione di un atelier di cinema per ragazzi di 13 anni e più.
Andrea ha realizzato dei corsi di tecnica, registrato i video e l’ultima settimana li hanno montati e hanno fatto sei cortometraggi.
Tre ragazzi del posto hanno realizzato, sotto la guida di Andrea, dei cortometraggi dove raccontano le tradizioni del posto, tra queste la musica. Loro ballano spesso anche dopo cena; come si suol dire, hanno la musica nel sangue.
Hanno realizzato una raccolta fondi in Internet per comprare le attrezzature. Il loro obiettivo è realizzare un ponte culturale attraverso il cinema. Infatti, ci sono dei ragazzi che continuano lì il progetto senza di lui.
Andrea è andato a trovare un missionario sardo di Tuili che si chiama Tonino. Da 35 anni vive in Africa, ha 65 anni, fa il missionario da 30 anni.
Tonino Melis ha raccolto dei fondi e li ha utilizzati in Africa. Il suo intento è salvare la cultura del luogo e la lingua; per questo, ha realizzato il primo dizionario e ha raccolto tanti oggetti tipici coi quali sta realizzando un museo.
Il museo di Tonino non è ancora aperto perché sta realizzando una raccolta fondi. Tonino ci tiene molto perché teme che i ragazzi possano perdere la cultura identitaria. Per spiegare questo concetto, è stata usata una similitudine: “Sono come degli alberi senza radici”.
Ci sono oggetti di tutti i tipi e sono tutti tradizionali del posto.
C’è a disposizione una biblioteca specializzata e fuori ci sono lavagne per chi vuole studiare. La popolazione aiuta il museo arricchendolo con oggetti tradizionali.
I bambini sono stati la scoperta più bella del viaggio perché, non avendo mai visto un bianco, mostravano grande stupore e fissavano i loro ospiti, toccavano loro i capelli perché i loro sono diversi. Intanto, Andrea faceva foto e video e glieli faceva vedere e i bimbi erano ancora più stupiti perché non conoscono il cellulare o gli altri dispositivi.
Andrea ci ha raccontato poi delle curiosità sul luogo e sulla popolazione.
Gli abitanti hanno un reddito procapite molto basso. Il colore dominante il paesaggio è rosso-marroncino.
Le piante tipiche sono: ananas, banane, albero del pane, mango e ci sono bellissime lucertole di tutti i colori.
In Africa tutti percorrono grandi tragitti a piedi perché non ci sono macchine; pochissime sono le macchine a disposizione. Chi va a piedi ha sempre qualcosa in testa da trasportare.
Le moto trasportano 4/5 persone per volta perché i sedili sono molto lunghi.
Gli spostamenti su lunghi percorsi possono avvenire in pullman, dove si apre un nuovo mondo: lì le persone salgono, parlano tantissimo con un tono di voce alto e vendono i loro prodotti.
Nei villaggi ci sono capanne e pochi alberi. Ogni famiglia ha la sua cerchia di case, una per ogni figlio; inoltre, c’è il granaio e tutto intorno alberi e tronchi delimitano i confini tra le proprietà delle varie famiglie.
Uno degli scopi delle ong è portare i pozzi in Africa perché non c’è acqua potabile.
In Africa c’è un continuo aumento demografico, al contrario di quanto avviene in Europa.
Ci sono sempre dai 24 ai 40 gradi. Talvolta piove, con la classica alternanza tra stagione secca e stagione delle piogge. Il paesaggio è quello affascinante della savana, ma l’acqua c’è.
Non c’è la guerra, ma è un problema passare i confini che sono molto controllati.
Lisa Manunza, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
martedì 12 giugno 2018
La visista a OrtoSestu, Samuele Spiga, Classe 2^E, Scuola secondaria di Primo grado
Il 30 aprile
2018 le classi 2^E, 2^H e 2^B sono andate a visitare gli orti e il magazzino
della compagnia OrtoSestu.
Siamo
partiti alle 9:00 del mattino e siamo andati verso gli orti, vicino alla
località Corraxi.
Lì ci hanno
mostrato come si preparano le piantine da trapiantare nelle serre. Dopo averci
fatto vedere la serra e averci offerto un po’ di sedano, il signor Alessio
Iannuzzi ci ha mostrato il drone che usa per misurare il campo dall’alto, e per
scattare foto e fare video.
Successivamente,
siamo partiti per andare al magazzino, dove ci hanno spiegato il trattamento
fatto alla verdura dopo la raccolta, lo smistamento e il confezionamento.
Ciò che
abbiamo trovato più interessante è stato il procedimento del codice QR. Ogni
prodotto ha la sua “carta d’identità”, ogni confezione ha l’etichetta e un
codice QR che, se scannerizzato, invia al vostro cellulare una schermata dove
si possono vedere le foto del luogo di produzione, il lotto e anche il
produttore.
Quindi,
siamo andati al negozio di OrtoSestu, dentro il mercato ortofrutticolo, dove ci
è stato mostrato un filmato con riprese realizzate con il drone e altre foto
degli orti situati a Sestu e, infine, ci è stata offerta una merenda con i loro
prodotti: il più buono è stato il succo all’ACE!
E’ stata
un’esperienza davvero bella e interessante.
Samuele
Spiga, Classe 2^E, Scuola secondaria di Primo grado
Premiazione del Concorso CIF, Elisa Lai e Lisa Manunza, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
Il giorno 28
aprile 2018, alcune classi dell’Istituto Comprensivo di Sestu si sono recate al
Parco Comunale per la premiazione del concorso letterario CIF.
Prima della
premiazione, un animatore di “Tutto esaurito” ha intrattenuto i presenti con un
breve spettacolo pensato soprattutto per i bimbi più piccoli.
La Giuria
Scuola era composta da Annarita Armani, Carla Fantasia, Carla Musiu, Silvana
Saba, Rossella Sanna.
La traccia
per la scuola dell’infanzia era la seguente:
Quanto è
divertente correre, saltare, arrampicarsi, scivolare…. Disegnati e disegna il
parco dove ti piace andare a giocare e incontrare tanti bambini che si
divertono come te. Raccontaci cosa ti piace fare al parco.
Sono stati
premiati gli alunni della sezione A di Via Piave per la fantasia, la creatività
e le emozioni che i bambini hanno saputo mostrare e gli alunni della sezione B
di via Piave che hanno disegnato, in tanti gruppi, “Il parco del sorriso”:
“Parco acquatico”, “Mondo fantastico”, “Le coccinelle”, “Alberello”.
Per la scuola secondaria di I grado è stata proposta la seguente traccia:
Il
viaggio: per scoprire mondi, persone, paesaggi, religioni, lingue, cibi che
arricchiscono e cambiano. Perché, come dice Anne Carson, “l’unica regola del
viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.” Cos’è per te il
viaggio?
La Sezione
Racconti della Scuola secondaria è stata vinta da Silvia Salvatori 2^C, seconda
classificata Elena Spanu 2^C, Rossella Spiga 2^E e Sara Tinti 2^C ex aequo al
terzo posto. Le menzioni speciali sono state attribuite alla Classe 3^C che ha
realizzato un lavoro di gruppo; e a seguire ad Alessandra Puddu 2^E, Andrea
Angioni 3^F, Andrea Spiga 3^E, Andrea Usai e Riccardo Sotgiu 3^E, Costanza Loi
2^E, Elisa Lai 3^F, Gemma Loi 3^F, Ilaria Boi 2^C, Riccardo Vacca 3^F, Samuel
Mocerino 1^B, Viola Labate 3^H. Per la sezione racconti hanno partecipato,
inoltre, Alessia Argiolas 3^F, Christian Cirulli, Marco Fenu, Elena Corona, Federica
Re, Davide Olandru 3^E, Eleonora Atzori 3^F, Francesco Baldussi 2^C, Giulia
Cossu 3^F, Giulia De Agostini 2^E, Giulia Pili 2^C, Lisa Manunza 3^F, Marika
Ibba 3^F, Marta Sunda 2^E, Noemi Marongiu 2^E, Samuele Spiga 2^E, Sara Milia
3^F, Sofia Lai 3^F.
Per la
Sezione Poesie Scuola Secondaria, il primo e il secondo premio sono andati
rispettivamente ad Andrea Demurtas e Giorgia Argiolas della 2^C e il terzo a
Clarissa Loi 2^E. Menzione speciale per Matteo Perra 2^C e Lorenzo Pisu 1^F.
Inoltre, hanno partecipato Barbara Loi 3^E, Emanuele Amedeo Pintus 3^F, Mattia
Loi 2^C, Nicola Melis 3^E e Veronica Duville 2^C.
La premiazione
è durata circa due ore, è stata molto piacevole perché ci sono stati anche
degli intermezzi durante i quali hanno cantato dei ragazzi formanti il gruppo
musicale di un Istituto di Scuola secondaria di Cagliari.
Il concorso
è stato molto bello ed entusiasmante, perché metteva alla prova le emozioni e i
pensieri degli alunni. Speriamo che in futuro ci venga proposta un’altra
occasione del genere.
Presentazione del libro “ L’antica pietra dei Nur”, Lisa Manunza e Elisa Lai, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
La presentazione del libro “ L’antica pietra dei Nur”,
scritto dai ragazzi della classe 3H dell’I.C. “Gramsci Rodari” di Sestu, si è
tenuta presso l’Aula consiliare del Comune di Sestu e hanno assistito tutte le
classi dell’istituto in vari turni.
I ragazzi hanno accolto le varie classi con dei video
introduttivi sulla Sardegna, i suoi paesaggi e i suoi usi e gli abiti
tradizionali. Dopo la visione dei video, i ragazzi hanno proseguito
introducendo il libro, l’argomento che tratta, lo stile narrativo,
sottolineando che è stato scritto da tutti, anche con l’aiuto da parte degli
adulti che hanno contribuito alla realizzazione del libro.
“ L’antica pietra dei Nur” racconta una gita scolastica,
particolarmente “coinvolgente” fatta dalla classe e presenta un aspetto
misterioso della storia della Sardegna. Si tratta di un libro per ragazzi; la
“sfida” più ardua per la classe è stata quella di scrivere tutti, perché non ha
scritto solo una singola persona, ma hanno prodotto tutti per fare di quel
libro un bene comune di tutta la classe e dell’intero Istituto; gli adulti,
tenuti del tutto fuori da racconto perché considerati “ostacoli” dalla classe,
hanno aiutato solo per la forma. L’idea di scrivere un libro non è stata
programmata, ma gli alunni hanno notato che si stava arrivando a quello. Il libro è diviso in due parti che corrono
parallele: una si svolge in un passato più lontano e una in un passato molto
prossimo, nelle quali i ragazzi hanno inserito delle informazioni che hanno appreso durante il passaggio
dalla 2° alla 3°.
Inoltre, i ragazzi, descrivendosi a vicenda, hanno scoperto
caratteristiche di se stessi che non
conoscevano.
I ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro perché non è da tutti
scrivere un libro alla scuola media. Il libro colpisce perché racconta di vicende storiche della Sardegna ormai lontane ed è bello che ancora oggi dei
giovani ravvivino il passato. Infine, poiché leggere è e deve rimanere un
piacere, anche se molti studenti non
hanno un buon rapporto con romanzi e opere narrative fuori dal contesto
scolastico, la lettura di “L’antica pietra dei Nur” potrebbe far riscoprire a
qualche ragazzo il piacere di leggere.
Lisa Manunza e
Elisa Lai, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
Un sacchetto di biglie, Elisa Lai e Lisa Manunza, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
Guardare
un film e contemporaneamente imparare qualcosa si può fare e le classi terze
dell' I.C. Sestu lo hanno fatto quando hanno visto il film "Un sacchetto di
biglie", tratto dalla storia vera di due fratelli ebrei parigini, Joseph e
Maurice, costretti dall'occupazione nazista a scappare per non essere deportati
nei campi di concentramento e sterminio.
I due fratelli intraprendono un'avventura ricca di esperienze spiacevoli e non.
Nel 1942, quando Parigi viene occupata dai nazisti, e vengono introdotte le leggi razziali, Joseph e Maurice scappano a Nizza dove precedentemente si sono già rifugiati i fratelli maggiori. I due fratelli, prima di partire, vengono muniti dalla madre di un foglietto con su scritte tutte le fermate per arrivare a Nizza senza farsi scoprire dai nazisti. Come prima tappa, salgono su un treno che porta, appunto, a Nizza, e lì passano una notte. Il mattino seguente i nazisti salgono sul treno. I due fratelli si salvano grazie a un prete cattolico che dice ai soldati che i due bimbi sono con lui.
Col loro arrivo a Nizza, la famiglia finalmente si riunisce e trascorre un periodo di calma di tre mesi, fino a quando, il 25 luglio 1943, data dell'arresto di Mussolini, la situazione in Italia cambia, perché alla fine il re si pone al fianco degli angloamericani nella guerra contro i tedeschi.
I due fratelli intraprendono un'avventura ricca di esperienze spiacevoli e non.
Nel 1942, quando Parigi viene occupata dai nazisti, e vengono introdotte le leggi razziali, Joseph e Maurice scappano a Nizza dove precedentemente si sono già rifugiati i fratelli maggiori. I due fratelli, prima di partire, vengono muniti dalla madre di un foglietto con su scritte tutte le fermate per arrivare a Nizza senza farsi scoprire dai nazisti. Come prima tappa, salgono su un treno che porta, appunto, a Nizza, e lì passano una notte. Il mattino seguente i nazisti salgono sul treno. I due fratelli si salvano grazie a un prete cattolico che dice ai soldati che i due bimbi sono con lui.
Col loro arrivo a Nizza, la famiglia finalmente si riunisce e trascorre un periodo di calma di tre mesi, fino a quando, il 25 luglio 1943, data dell'arresto di Mussolini, la situazione in Italia cambia, perché alla fine il re si pone al fianco degli angloamericani nella guerra contro i tedeschi.
Infatti,
il 10 luglio 1943 gli alleati sbarcano in Sicilia. Gli eserciti non incontrano
difficoltà nella conquista dell’isola a causa della debolezza delle truppe
italiane che, stanche di combattere, si arrendono al nemico. I tedeschi,
impegnati sul fronte russo, non intervengono immediatamente in quanto non sono in grado di spostare le
forze nel Mediterraneo.
La
famiglia è costretta a fuggire nuovamente perché, in seguito all’arresto di
Mussolini, la presenza del contingente italiano a Nizza viene sostituito con i
nazisti e, in seguito alla liberazione di Mussolini, il Nord Italia è occupato
dai nazisti che creano la Repubblica di Salò.
Fino
a quel momento, la famiglia di Joseph e Maurice ha potuto vivere
tranquillamente, ma con l’arrivo dei tedeschi i rischi aumentano. Dei soldati
comunicano al padre di Joseph e Maurice che per proteggerli al meglio li
dovrebbe mandare in un campo di addestramento e di lavoro; prima di partire e
di separarsi nuovamente dalla famiglia, i due fratelli vengono muniti di
documenti falsi per nascondere la loro
origine. Lì conoscono un ragazzo algerino, inventano una storia diversa da
quella che è realmente la loro vita, perché vogliono andare a visitare la
famiglia che non vedono da tanto; a fare ciò li aiuta Ferdinand, l'
"aggiustatutto" del campo per non ebrei; prima di arrivare in città,
Ferdinand fa una piccola sosta, scende dal camion e dice a Maurice e Joseph di non scendere.
Passano svariati minuti, Ferdinad non si fa vivo e i due fratelli decidono di andare a cercarlo. Entrano in una struttura dove vengono storditi e poi catturati dai nazisti che in seguito li portano in un centro di smistamento per ebrei per mandarli nei campi di lavoro e di sterminio. Joseph e Murice rimangono lì per due settimane, raccontano che sono algerini e che sono stati battezzati in una chiesa lì vicino. Per avere la conferma di ciò, i soldati nazisti decidono di voler vedere i certificati di battesimo e gli dicono che hanno solo due settimane di tempo per portarglieli.
Maurice chiede aiuto a un prete che fa dei certificati falsi e va con lui al centro di smistamento. Dopo essersi accertati dei certificati di battesimo, vengono anche visitati da un medico che, pur sapendo che loro due sono ebrei, li lascia andare via.
Per metterli in sicurezza, il prete li riporta al campo per non ebrei.
Dopo un po' di tempo, i due ragazzi vanno via dal campo e si rifugiano in Alta Savoia dove trovano lavoro sotto copertura: Joseph lavora per un librario antisemita, collaborazionista, padre di famiglia e uomo impegnato politicamente,che, ovviamente, non sa che lui è ebreo; Maurice trova lavoro in un ristorante di antinazisti, i maquis.
Quando Parigi viene liberata, il 25 agosto del 1944, i due fratelli tornano a casa dal resto della famiglia, ma trovano una spiacevole notizia: il padre era stato arrestato e ucciso in un campo di sterminio.
Oggi i due fratelli sono ancora vivi, ma di loro non si è più saputo molto.
Joseph Joffo è nato nel1931
a Parigi. Dopo che lui e il resto della famiglia sono
sopravvissuti all'Olocausto e al regime nazista, decide di scrivere un libro
intitolato "Un sacchetto di biglie", dove descrive tutta la sua
esperienza condivisa con il fratello; Joseph e Maurice, vivi tutt'ora,
continuano la tradizione di famiglia, ossia lavorano in una barberia insieme ai
loro figli e nipoti.
La storia di Joseph e Maurice è molto sofferta, ma allo stesso tempo bella e commovente, perché sopravvivere alle durissime leggi razziali, che imponevano ordinanze assurde agli ebrei, è stata una "sfida", perché è spaventoso pensare di stare così lontani dalla propria famiglia, sapendo che solo un minimo sbaglio o una confidenza alla persona sbagliata potrebbe portare alla morte.
Pensiamo che degli avvenimenti così non debbano essere mai più ripetuti.
Passano svariati minuti, Ferdinad non si fa vivo e i due fratelli decidono di andare a cercarlo. Entrano in una struttura dove vengono storditi e poi catturati dai nazisti che in seguito li portano in un centro di smistamento per ebrei per mandarli nei campi di lavoro e di sterminio. Joseph e Murice rimangono lì per due settimane, raccontano che sono algerini e che sono stati battezzati in una chiesa lì vicino. Per avere la conferma di ciò, i soldati nazisti decidono di voler vedere i certificati di battesimo e gli dicono che hanno solo due settimane di tempo per portarglieli.
Maurice chiede aiuto a un prete che fa dei certificati falsi e va con lui al centro di smistamento. Dopo essersi accertati dei certificati di battesimo, vengono anche visitati da un medico che, pur sapendo che loro due sono ebrei, li lascia andare via.
Per metterli in sicurezza, il prete li riporta al campo per non ebrei.
Dopo un po' di tempo, i due ragazzi vanno via dal campo e si rifugiano in Alta Savoia dove trovano lavoro sotto copertura: Joseph lavora per un librario antisemita, collaborazionista, padre di famiglia e uomo impegnato politicamente,che, ovviamente, non sa che lui è ebreo; Maurice trova lavoro in un ristorante di antinazisti, i maquis.
Quando Parigi viene liberata, il 25 agosto del 1944, i due fratelli tornano a casa dal resto della famiglia, ma trovano una spiacevole notizia: il padre era stato arrestato e ucciso in un campo di sterminio.
Oggi i due fratelli sono ancora vivi, ma di loro non si è più saputo molto.
Joseph Joffo è nato nel
La storia di Joseph e Maurice è molto sofferta, ma allo stesso tempo bella e commovente, perché sopravvivere alle durissime leggi razziali, che imponevano ordinanze assurde agli ebrei, è stata una "sfida", perché è spaventoso pensare di stare così lontani dalla propria famiglia, sapendo che solo un minimo sbaglio o una confidenza alla persona sbagliata potrebbe portare alla morte.
Pensiamo che degli avvenimenti così non debbano essere mai più ripetuti.
Tuttavia,
la storia è stata scritta dagli uomini e gli uomini non la possono cancellare
perché tutto questo, ed altro ancora, è stato e, se dimentichiamo, sarà di
nuovo una vergogna per tutto il genere umano.
Come
ha detto Primo Levi “La storia è fatta dei passi dell’uomo, ricordarne le
cadute serve a rimanere in piedi”.
Purtroppo ci sono ancora persone fasciste, naziste, razziste e questo non è un bene per l'umanità perché il solo pensiero che una situazione come l'Olocausto si possa ripetere fa venire i brividi.
Nel film ritroviamo un pezzo della storia della Seconda Guerra Mondiale, vissuto in prima persona da due ragazzi piccoli che hanno dovuto arrangiarsi come meglio potevano e specialmente in condizioni di grande disagio. Inoltre, abbiamo potuto vedere come venivano trattati gli ebrei e in che condizioni erano costretti a vivere, tutti gli accertamenti per non essere portati nei campi di sterminio, la lontananza dalla propria famiglia, il tentativo di scappare e ricostruire da capo la propria vita.
Ci siamo immedesimate nei personaggi e avremmo agito nello stesso modo, anche se non avremmo lasciato un fratello più piccolo a Parigi. Saremmo state più attente agli atteggiamenti e alle informazioni date alle persone, perché in quel periodo non ci si poteva fidare di nessuno.
Il messaggio del film è un invito a non arrendersi mai quali che siano le circostanze, nel caso dei due fratelli sono molto dure ma l’amore per la famiglia e per la vita li ha sorretti e ha fatto instaurare tra loro un rapporto di fratellanza molto più forte di quello che avevano prima. Il film, inoltre, fa capire alle persone che siamo tutti uguali e non ci sono “razze” che ci distinguano gli uni dagli altri. Il messaggio è tanto più importante perché lo sguardo non è quello di un adulto, ma di un bambino che improvvisamente si trova immerso in una tragedia di cui non conosce le dinamiche e le cause, ma di cui è costretto a subire le conseguenze.
Purtroppo ci sono ancora persone fasciste, naziste, razziste e questo non è un bene per l'umanità perché il solo pensiero che una situazione come l'Olocausto si possa ripetere fa venire i brividi.
Nel film ritroviamo un pezzo della storia della Seconda Guerra Mondiale, vissuto in prima persona da due ragazzi piccoli che hanno dovuto arrangiarsi come meglio potevano e specialmente in condizioni di grande disagio. Inoltre, abbiamo potuto vedere come venivano trattati gli ebrei e in che condizioni erano costretti a vivere, tutti gli accertamenti per non essere portati nei campi di sterminio, la lontananza dalla propria famiglia, il tentativo di scappare e ricostruire da capo la propria vita.
Ci siamo immedesimate nei personaggi e avremmo agito nello stesso modo, anche se non avremmo lasciato un fratello più piccolo a Parigi. Saremmo state più attente agli atteggiamenti e alle informazioni date alle persone, perché in quel periodo non ci si poteva fidare di nessuno.
Il messaggio del film è un invito a non arrendersi mai quali che siano le circostanze, nel caso dei due fratelli sono molto dure ma l’amore per la famiglia e per la vita li ha sorretti e ha fatto instaurare tra loro un rapporto di fratellanza molto più forte di quello che avevano prima. Il film, inoltre, fa capire alle persone che siamo tutti uguali e non ci sono “razze” che ci distinguano gli uni dagli altri. Il messaggio è tanto più importante perché lo sguardo non è quello di un adulto, ma di un bambino che improvvisamente si trova immerso in una tragedia di cui non conosce le dinamiche e le cause, ma di cui è costretto a subire le conseguenze.
Elisa Lai e Lisa Manunza, Classe 3^F, Scuola secondaria di Primo grado
ORIENTAMENTO SCOLASTICO ANNO 2017/2018, Federica Pia, Classe 2^D, Scuola secondaria di Primo grado
Il 16
gennaio 2018 , alcuni alunni delle sezioni 2H e 2D hanno accolto i ragazzi di
5° Elementare dell’Istituto Comprensivo “Gianni Rodari” per fargli visitare la
scuola. Le classi erano tre: la sezione A , la sezione B e la sezione C. Ogni
guida aveva un foglietto con scritti gli orari delle attività da svolgere
insieme ai ragazzi di quinta.
La nostra
prima attività è stata portarli nell’aula dell’indirizzo musicale dove i ragazzi di 3^H ci hanno fatto
ascoltare alcuni brani di musica latinoamericana, in successione il professore
di percussioni ha spiegato ai ragazzi da cosa e come erano composti gli
strumenti, ma purtroppo è riuscito a spiegare solo il clarinetto perché era finito il tempo. Quindi abbiamo
portato i bambini ospiti a visitare la scuola: l’aula PON, l’aula di
informatica, la sala professori, i campi, i bagni, la bidelleria, la
segreteria, l’ufficio della preside e della vice-preside.
Successivamente, abbiamo portato i ragazzi in giardino a fare
merenda, poi in 1^G dove ci hanno
accolto facendoci vedere ed eseguire un esperimento: si metteva dell’acqua
dentro una ciotola con del pepe, dopo si bagnava il dito nel detersivo per i
piatti e si immergeva nell’acqua e il pepe si depositava nel bordo della
ciotola. I ragazzi erano molto incuriositi e divertiti.
Infine, li
abbiamo portati nell’istituto di via Torino nell’aula del FabLab , dove i
ragazzi delle sezioni A e C ci hanno fatto vedere e usare alcuni apparecchi
elettronici molto divertenti e ci hanno mostrato anche come si costruivano.
I ragazzi
ospiti erano molto felici e non vedono l’ora di arrivare alle scuole medie
perché le attività viste gli sono piaciute veramente tanto, e anche a noi
guide perché non l’avevamo mai visitato via
Torino e neanche visto alcuni progetti…
Non avevo mai
fatto un’esperienza così bella e curiosa.
Federica
Pia, Classe 2^D, Scuola secondaria di Primo grado
Percorsi di arte e immagine: il punto, la linea e le forme, Classi 2^ A e 2^ B, Scuola primaria Rodari, Insegnante Pina Pala
Abbiamo scoperto, osservando i quadri di Paul Klee e di Vasilij
Kandinskij, che il punto è la cosa più piccola e più semplice che possiamo
disegnare. Abbiamo utilizzato come strumento i pennarelli ed un semplice foglio
bianco e, dopo un po’ di esercizi liberi, ciascuno di noi è riuscito a
realizzare veri e propri disegni con la tecnica del puntinismo. Dopo aver fatto gli esercizi sul punto, abbiamo lavorato sulla linea.
Paul Klee diceva che la linea “è un punto che è andato a fare
una passeggiata”. Allora, anche noi, abbiamo deciso di portare i nostri puntini
a spasso. Abbiamo scoperto che le linee sono tutte diverse. Infatti le nostre linee avevano tutte una “personalità”, alcune avevano un
andamento calmo, dolce sottile, dolce, allegro, altre erano agitate,
arrabbiate, nervose. Dopo aver scoperto nuovi e diversi tracciati, abbiamo
capito che con esse possiamo rappresentare qualsiasi forma. Non solo, le linee
possono dare una sensazione di movimento e creare volumi ed effetti
tridimensionali. Ed ecco che ci siamo allenati e divertiti a disegnare le
nostre mani e delle bottiglie con effetto tridimensionale!
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Come Mary Anning - a cura della Scuola d'Infanzia "Maria Lai"
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