martedì 4 marzo 2025

Io conto, io vendo

Un progetto di educazione finanziaria

Io conto, io vendo

Il Mercatino di Natale all'IC Sestu

di Nicolò Argiolas, 2^A Secondaria di Primo grado

Giorni

Classi

Scuola

17 dicembre

1C–1D–4C

Scuola primaria

19 dicembre

2C–2A

Scuola secondaria di primo grado – Via Torino

20 dicembre

2A–2C

Scuola secondaria di primo grado – Via Torino

La nostra scuola ha partecipato a un progetto di educazione finanziaria al quale hanno partecipato le classi, della primaria e della secondaria, nei giorni specificati nella tabella sopra.

Cosa vuol dire educazione finanziaria? Vuol dire realizzare un progetto nel quale noi studenti e studentesse abbiamo messo in campo le nostre capacità di organizzazione per ricavare un guadagno dalla vendita.

In primo luogo abbiamo pensato a cosa vendere, articoli che potevano interessare agli eventuali clienti. Trattandosi un mercatino di Natale abbiamo pensato di creare dei gadget per abbellire gli alberi di Natale dei nostri compratori. 

Ogni classe singolarmente ha realizzato dei prodotti che potevano essere venduti a un prezzo accessibile, perché in ogni operazione commerciale bisogna vendere le cose che possono interessare al cliente. 

I possibili clienti erano sicuramente i nostri genitori che avrebbero comprato articoli a prezzi alti. Nella scelta degli oggetti da proporre non abbiamo usato nulla di prezioso. 

Ci siamo messi quindi a lavorare sul nostro progetto che ci avrebbe fatto fare tanti soldi usando materiali da recupero come pigne e abbiamo realizzato: Babbi Natale, gufi, conigli, lumache e tanto altro.

I prezzi partivano da 10 centesimi (0,10 euro) a 5-7 euro e sono stati etichettati sugli articoli.

Una volta tornati dal mercatino la professoressa, ci ha detto (se volevamo) di portare degli altri oggetti da casa per avere merce in più da vendere e… Dulcis in fundo… Sono stati messi in vendita: dolcetti, caramelle, biscotti… e altro. Quando abbiamo visto che rimaneva poca merce ed era l’ultimo giorno, abbiamo abbassato tutti i prezzi sulle rimanenze e il lavoro ci ha ripagato perché adesso, con i soldi fatti, potremo finanziare le uscite. 

Nicolò Argiolas, 2^A

I calciatori come esempio di vita?

I calciatori come esempio di vita?

Nel calcio, come in tutti gli sport, ci sono sia modelli positivi che negativi

di Lorenzo Sanna, 3^C Secondaria di Primo grado


Ormai tutti lo sanno, il calcio è lo sport più famoso al mondo, e proprio per questa ragione, i/le ragazzi/e stanno iniziando a imitare i loro idoli.


Pensate che da quando Messi si è unito al club americano Inter Miami, il merchandising (la vendita di magliette, sciarpe, completini, ecc.) è aumentato del 1000% in alcuni siti online.

Ma, oltre al merchandising, si tende a imitare anche le azioni compiute dai calciatori, fuori e dentro il campo.

Questo non sempre è positivo perché comunque sia, anche i calciatori sono umani e spesso sbagliano, ma non un passaggio o un tiro, ma nel carattere e nel modo di esprimersi.

Un esempio?

La testata di Zidane nella finale del mondiale 2006 contro Materazzi: infatti, in quell’occasione, l’italiano stava insultando Zidane e la sua famiglia e, dopo vari insulti, il centrocampista francese decise di tirargli una testata che gli sarebbe costata il Mondiale.

Dopo quell’evento molti ragazzi iniziarono a reagire in maniera brusca dopo aver ricevuto un insulto.

Ma non tutti i giocatori sono così.


Molti infatti vengono spesso invitati a vari eventi come la visita di bambini con malattie terminali, organizzazioni benefiche e donazioni di soldi verso i più bisognosi.

Qui per fortuna i giocatori coinvolti sono tanti, e proprio per questo molte persone decidono di imitarli e fare del bene.

Andiamo a vedere alcune delle storie più importanti.


Cristiano Ronaldo, ritenuto insieme a Messi il calciatore più forte di tutti i tempi, si trovava in ospedale per la nascita di sua figlia e, dopo il parto era talmente felice che andò in giro per l’ospedale a salutare, scambiare foto, autografi e qualche parola con tutti, quando a un certo punto, notò un uomo piangere.

Ronaldo si avvicinò e chiese all’uomo il perché del pianto.

Allora l’uomo gli rispose che sua figlia stava molto male e si era pure indebitato per pagare le cure ma comunque aveva finito i soldi.

Ronaldo lo guardò e gli disse che non si doveva più preoccupare di nulla.

Il giorno dopo Ronaldo pagò tutti i debiti dell’uomo, tutte le cure e assunse alcuni dei migliori chirurghi al mondo per la figlia.

Quest’episodio ci fa capire quanto sia importante essere generosi e aiutare sempre il prossimo.


Un altro episodio, questa volta non molto bello, ha come protagonista Oliver Kahn, ex portiere tedesco del Bayern Monaco, ritenuto uno dei migliori di tutti i tempi per le sue parate decisive ma anche per il suo ego.

Infatti, questa sua caratteristica era talmente forte che una volta venne chiamato da un’associazione per una sfida nella quale dei bambini con malattie molto gravi avrebbero dovuto tirargli dei rigori e, per ogni rigore segnato, sarebbero dovuti andare 10mila euro a un fondo di beneficenza che si occupava di questi bambini.

Quel giorno Oliver Kahn parò tutti i rigori.

Questo è esattamente il contrario di ciò che hai letto prima.

Un brutto gesto, che per fortuna non è stato apprezzato dai giovani [in realtà, Kahn aveva già provveduto a versare la somma in beneficenza, ndr].

Detto questo vi voglio lasciare un ultimo messaggio.

Cercate sempre di essere voi stessi, certo, potete imitare il vostro idolo, ma ricordatevi che voi siete e dovete essere unici.


Lorenzo Sanna, 3^C

Gatti che fanno la Storia!

Curiosità sui gatti

FELIX SILVESTRIS LIBICA

I nostri amici felini nella Storia

di Giulia Buttau, 1^C Secondaria di Primo grado

Ormai, le città di tutto il mondo sono popolate da animali domestici. Certo, ci sono anche i conigli e i pesciolini; ma gli animali di maggior successo sono cani e gatti. Si pensa che i cani sono più belli dei gatti, ed è vero che sono carinissimi, ma anche i gatti non sono da poco: accompagnano la vita dell’uomo da millenniInfatti, la prima volta che è stato addomesticato un gatto era nell’Antico Egitto, a partire da 5000 anni fa.

Poi vennero accolti nelle abitazioni come animali domestici anche nel Medioevo; ma il loro ruolo era sempre lo stesso: difendere la società dai topi, molto pericolosi perché portano malattie, data la loro grande dote di cacciatori. Durante la Peste del Settecento, portata dai ratti, i gatti contribuirono in modo fantastico ad “arginare” l’epidemia, cacciando i ratti che la diffondevano.

L’origine dei gatti che abitano le nostre case non è certa, ma si pensa che discendano da una razza di gatto selvatico africano, chiamato Felix Silvestris Libica, con il “contributo” dei gatti Europeo e Nordamericano.

Gatti super-star

Moltissimi governanti e personaggi famosi erano in realtà amanti dei gatti. Sono vissuti molti gatti nella Casa Bianca, al numero 10 di Downing Street, la sede del Primo Ministro inglese… Questi esemplari sono vere e proprie “superstar”, veri fenomeni del web.

Pensiamo a Larry, il contemporaneo abitante felino di Downing Street: è davvero famoso, dallo status di gatto randagio è diventato un vero VIP! I felini abitanti a Downing Street hanno acquistato una tale fama da essere soprannominati “Chief Mouser to the Cabinet Office”, cioè Capo Cacciatore di topi per l’Ufficio di Gabinetto. I più noti sono Humphrey, Sibyl, Larry e Wilberforce, che è rimasto in carica per 18 anni.


Un’altra star è White Heather, il gatto della Regina Vittoria, un gatto persiano.

Poi ci sono anche i felini di Ernest Hemingway, un particolare gruppo di gatti a sei dita, a quanto pare discendenti di Palla di Neve, micio regalato precedentemente a Hemingway. 

Sempre tra gli scrittori amanti dei gatti c’è Charles Dickens, con il suo micio Bob. Dickens afferma: “Quale dono più grande dell’amore di un gatto?”.

 

Razze di mille colori e cento sapori

Di solito si tende a non prendere un gattino giudicando le caratteristiche dei gattini comuni, senza sapere che esistono tantissime razze che ci offrono milioni di possibilità. 

Se, ad esempio, si vorrebbe tantissimo avere un gatto, ma ci si accorge che si è allergici alla pelliccia. Come fare? Esiste una razza, lo Sphynx, è stato selezionato per non avere la pelliccia.

Incontrando questo gatto, a prima vista si può fare un’esclamazione che suonerebbe normale “Che gatto brutto!”: questo perché si è abituati ai gatti con una soffice pelliccia.

Però, nonostante sembri antiestetico, è una razza di gatto dolcissima, se lo si lascia da solo per tanto tempo si deprime! Ha bisogno di attente cure, perché questo micio senza manto non esiste in natura: per evitare di farlo scottare in estate serve una speciale crema solare, mentre in inverno bisogna acquistargli dei maglioncini!

Esiste una razza, il Turco Van, originaria del territorio a nord della Siria e dell’Iran, che è caratterizzata dal fatto che legate a questo micio ci siano tante leggende: si narra che le macchie che questo felino ha sulla testa e sulla coda abbiano avuto origine dal fatto che un esemplare sia stato accarezzato dal dio Allah.

Un altro gatto particolare è il Maine Coon, un gatto originario del Maine, una regione degli 

Stati Uniti caratterizzata da un clima molto rigido: questo felino è enorme, con una pelliccia folta e lunga…

è il gatto più grande di tutti, ed è anche più incline delle altre razze ad essere preso al guinzaglio! 

Infine, le razze più amate e famose sono l’Europeo e il Ragdoll, l’uno nato in Europa e l’altro in California: i primi esemplari Ragdoll sono nati dall’incrocio di Josephine, una candida gatta d’Angora caratterizzata da un temperamento molto mite; e un gatto Sacro di Birmania, anch’esso docile. Il nome di questa razza, Ragdoll, significa proprio “bambola di pezza” per l’amore di questi gatti del viaggio con i propri padroni.

Giulia Buttau, 1^C

lunedì 3 marzo 2025

SUPEREROI IN CORSIA

SUPEREROI IN CORSIA E NON SOLO…

Quando il volontariato diventa un superpotere

di Maria Luna Bravi e Anna Cardia, 1^B Secondaria di Primo grado


C’è un argomento che pur essendo molto importante, viene spesso sottovalutato, soprattutto dai giovani: la salute.

Sappiamo che parlare di ospedale e di ricovero può spaventare, ma l'ospedale non è solo un luogo di tristezza, ma può diventare un'occasione per conoscere nuovi amici e imparare ad affrontare le difficoltà con coraggio.

Un ricovero ospedaliero fa paura a tutti, grandi e piccini, ma per fortuna ci sono delle persone che dedicano il loro tempo a rendere la permanenza in ospedale meno triste: i volontari. 

Non sempre è possibile curarsi nel proprio territorio, quindi le persone ammalate a volte sono costrette  ad affrontare grandi spese economiche per spostarsi, ma anche in questo caso ci sono diverse associazioni in ogni città italiana che, sponsorizzate da privati o da aziende, mettono a disposizione alloggi a costo zero nei pressi dell’ospedale per rendere più pratici gli spostamenti e offrono anche un servizio taxi gratuito.

I volontari aiutano i malati in tanti modi, fanno commissioni, tengono compagnia, ma altri fanno qualcosa di davvero speciale: si trasformano in supereroi per i bambini!

Tutti noi siamo abituati a vedere i supereroi in tv, nei cinema e nei dispositivi tecnologici, personaggi inventati che compiono gesti importanti. 

Nella realtà questi supereroi esistono veramente e sono i volontari che si travestono da Batman, Superman, Spiderman… 

Visitano gli ospedali per strappare un sorriso ai bambini ricoverati. Alcuni si calano dal tetto, altri portano dei regali a Natale o le uova di cioccolato a Pasqua.

Questi regali spesso sono donati dalle persone comuni. 

Lo scorso anno nella nostra scuola, il Primo Circolo di Sestu, anche noi abbiamo fatto questa bellissima esperienza. Abbiamo acquistato delle uova di Pasqua e Batman è passato a ritirarle per portarle ai bambini ricoverati. È stato molto bello sapere che li abbiamo resi felici.

Speriamo di aver catturato la vostra attenzione con questo articolo e vogliamo ricordarvi che tutte le informazioni sulle associazioni dei volontari, su come diventare volontari o per avere il loro supporto, si possono trovare nei siti internet e in tutti i social.


Maria Luna Bravi e Anna Cardia, 1^B

Ansia da Terza media!

SONO IN TERZA! CHE ANSIA!

Panico da esame di terza media? Consigli per affrontarlo con serenità

di Emma Murgia, 3^F Secondaria di Primo grado

Ciao a tutti! 

In questo articolo vorrei parlarvi, dell'ansia che incombe su tutti i ragazzi di terza media: la scelta delle scuole superiori e il temutissimo esame. Un vero e proprio bivio che può sembrare insormontabile, ma che con la giusta dose di calma e organizzazione, si può superare brillantemente.

Probabilmente, tutti quelli che frequentano la terza media avranno già sentito, fin da settembre: "Ragazzi, questo è l'anno dell'esame!" o "Ragazzi, quest'anno ci sono le prove Invalsi!". Oppure: "Bisogna preparare la tesina!". Frasi che risuonano nelle classi, alimentando l'ansia e la preoccupazione. Ma non lasciamoci sopraffare!

Solo a me, in questo momento, è salita un'ansia assurda solo a scrivere queste frasi? Perché, è vero che sono tutte vere: quest'anno dobbiamo impegnarci molto per essere ammessi nella scuola che vogliamo, superare l'esame e ottenere voti dignitosi. Ma ricordiamoci che l'ansia è una cattiva consigliera e che affrontando le cose con metodo e serenità, tutto sarà più semplice.

Certo, non dobbiamo fare uno studio "matto e disperatissimo" come Leopardi (perché, qualcuno lo fa davvero? Vorrei conoscerlo, non ne ho ancora visto uno), ma possiamo organizzarci bene con il lavoro e presentarci a scuola con tutti i compiti svolti e fare delle buone interrogazioni. Avere un piano di studio, suddividere il lavoro in piccole parti e concedersi delle pause, può fare la differenza.

A tutti capita di avere qualche giornata no, ma bisogna impegnarsi abbastanza. Non lasciamoci scoraggiare dai momenti di difficoltà, ma impariamo a rialzarci e a dare il massimo. 

Così i professori sono contenti e i risultati si vedranno. E magari, anche lo spaventosissimo "Esame di terza media" sarà meno spaventoso, se ci arriviamo preparati. 

Affrontiamo questa sfida con determinazione, e vedrete che alla fine, tutti quanti potremo  dire: "Ce l'ho fatta!".

Emma Murgia, 3^F

Minecraft: esplorare, costruire e creare un mondo virtuale

Minecraft: crea il tuo mondo alternativo

Un videogioco che permette di creare il mondo che piace di più grazie solo alla fantasia

di Francesco Marco Ornano, 1^H Secondaria di Primo grado


Minecraft non è solo un videogioco, è un fenomeno che ha catturato milioni di persone in tutto il mondo. 

Ma cos'è esattamente Minecraft? In termini semplici è un videogioco che offre ai giocatori la libertà di esplorare, costruire e creare un mondo virtuale. Possiamo immaginare un grandissimo parco giochi digitale, dove l'unico limite è la tua fantasia.

Il suo mondo è composto da blocchi cubici pixelati come terra, sabbia, acqua e tanti altri materiali, che consentono al giocatore di crearlo, costruirlo e modificarlo a piacimento.

Minecraft è il videogioco più venduto nella storia non solo in Europa, ma in tutto il mondo. 

È un gioco per tutti, accessibile anche ai bambini che possono dare sfogo alla loro creatività.  Esiste proprio per loro una versione speciale chiamata Education Edition, che permette agli insegnanti di creare lezioni interattive e consente agli studenti, ad esempio, di costruire dei monumenti storici. Si può imparare la storia costruendo monumenti famosi come il Colosseo o le Piramidi. Oppure si può imparare la matematica costruendo figure geometriche con i blocchi. 

Per chi non lo conosce bene può trovare moltissimi video su YouTube, tutorial su Internet e server online dove giocare con altri ragazzi. Si può anche partecipare a concorsi di costruzione e mostrare le creazioni.

Quindi, cosa state aspettando? Giocate con Minecraft e iniziate a costruire il vostro mondo ideale!

Francesco Marco Ornano, 1^H

La verità sulla droga

La verità sulla droga

Dalle false promesse degli spacciatori alla distruzione della mente: i pericoli e le conseguenze dell'uso di sostanze stupefacenti

di Isabella Mereu, 2^G Secondaria di Primo grado


Molte volte si parla della droga nel mondo, nelle scuole, online e in televisione. Tuttavia, non tutte le informazioni che circolano sono vere. Spesso, le fonti principali sono gli stessi spacciatori, i quali, come ammesso da alcuni di loro, sarebbero disposti a dire qualsiasi cosa pur di indurre le persone all'acquisto di sostanze stupefacenti. Pertanto, è fondamentale non farsi ingannare.

A partire dalla metà del secolo scorso, le droghe si sono diffuse, soprattutto negli anni '60. Musica e mass media hanno avuto grande importanza in questa diffusione, influenzando profondamente la nostra società. 

Oggi si stima che circa 296 milioni di persone nel mondo abbia fatto uso di sostanze stupefacenti (dati ONU del 2021). I giovani oggi sono più esposti che mai alla droga. La relazione annuale del 2024 al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia ha posto in evidenza che nel  2023 quasi 960mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni, il 39% degli studenti, hanno assunto almeno una volta sostanze illegali.

La marijuana è la droga più diffusa: il Rapporto mondiale sulle Droghe delle Nazioni Unite del 2017 stima che nel mondo ci siano 188 milioni di consumatori di questa sostanza. 

Tra le cause principali degli incidenti stradali del fine settimana vi è l’uso di alcol, cannabis o ecstasy da parte dei conducenti. 

Perché le persone e in particolare gli adolescenti assumono droghe?

Le persone assumono droga perché cercano di cambiare qualcosa nella loro vita. Gli adolescenti, in particolare, indicano diverse ragioni che li spingono a iniziare:

Per inserirsi in un gruppo: la pressione degli amici può portare a decisioni poco consapevoli.

Per fuggire dalla realtà o rilassarsi: le droghe possono illuderci di poter scappare da situazioni negative.

Per sentirsi più grandi o trasgressivi: l'idea di infrangere le regole può sembrare attraente per un adolescente, ma porta a comportamenti rischiosi.

Per curiosità o desiderio di sperimentare: la voglia di novità può essere forte, ma porta a esperimenti pericolosi.

Pensano che la droga sia una soluzione ai propri problemi. Tuttavia, col tempo, le droghe stesse diventano il problema principale. Le conseguenze dell'uso di sostanze stupefacenti sono sempre più gravi delle difficoltà che si cerca di superare. La vera risposta è informarsi correttamente sui rischi e scegliere di non assumere droghe. 

Come agiscono le droghe?

Le droghe sono sostanze che alterano il funzionamento del nostro corpo. La quantità assunta determina l'effetto: in piccole dosi possono agire come stimolanti, a dosi maggiori agiscono come sedativi e a dosi elevate possono avvelenare l'organismo e causare anche la morte. Questo vale per qualsiasi droga.

La droga influisce sulla mente

Molte droghe agiscono direttamente sul cervello, alterando la percezione della realtà. Questo può portare a comportamenti strani, irrazionali e persino distruttivi.

In condizioni normali, quando una persona ricorda qualcosa, la mente elabora le informazioni velocemente. Le droghe invece annebbiano la memoria, creando vuoti e ostacolando la capacità di recuperare informazioni in modo chiaro. Questo può far sentire una persona lenta o confusa, portando a fallimenti nella vita quotidiana. E man mano che chi si droga ha fallimenti, la vita diventa sempre più dura, desidera più droga per aiutarsi a gestire queste difficoltà.

Le droghe possono anche isolare le persone, cancellando tutte le sensazioni e le emozioni, sia negative che positive. Qualcuno che è triste potrebbe usare droga per sentirsi felice, ma questo non funziona. Le droghe infatti possono portare a una falsa euforia, ma quando l'effetto svanisce, la persona si sente ancora più depressa di prima. E ogni volta lo sconforto è sempre più grande e, alla fine, la droga distruggerà completamente tutta la creatività che possiede.

Diciamo no con forza alle droghe

In conclusione, è fondamentale comprendere che le droghe non sono una soluzione ai problemi, ma una trappola che può avere conseguenze tragiche. La fuga dalla realtà e la sensazione di benessere si trasforma rapidamente in dipendenza, isolamento e distruzione. 

È importante dire no alle droghe, informarsi correttamente sui rischi, cercare aiuto in caso di difficoltà. 

Non lasciamo che le droghe ci rubino il futuro.

Isabella Mereu, 2^G

Tenere vivo il ricordo della Shoah

Tenere vivo il ricordo della Shoah

Per onorare le vittime e combattere l'odio

di Maddalena Andrea Pisciottu Palmas, 3^F Secondaria di Primo grado


Ogni anno, il 27 gennaio, si commemora il Giorno della Memoria, un momento per onorare le vittime della Shoah, lo sterminio di milioni di ebrei, rom, sinti, omosessuali, disabili e oppositori politici, una ferita  ancora aperta nella storia dell'umanità.

Il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, un mondo che nessuno conosceva, svelando le atrocità del regime nazista, che aveva trasformato esseri umani in ombre, numeri tatuati sulla pelle, corpi scheletrici. 

I pochi sopravvissuti portarono con loro ricordi incancellabili: la fame, la sofferenza, la morte delle persone care.

In questa giornata, i sopravvissuti ai campi di concentramento condividono le loro esperienze, raccontando ciò che succedeva. Le loro testimonianze ci ricordano l'importanza di non dimenticare, di lottare contro l'odio e l'intolleranza.

Molti di loro scrissero libri, come lo scrittore italiano Primo Levi, con i suoi due romanzi più celebri “Se questo è un uomo” e “La tregua” o come la senatrice a vita Liliana Segre. 


Tutte le iniziative che si tengono  durante il Giorno della Memoria servono a  far capire ai giovani e agli adulti cosa non deve più essere ripetuto. 


Molte persone si recano ad Auschwitz per visitare il campo e portare fiori o partecipare a  conferenze dove si presentano libri e film che parlano di tutto ciò. 


Non sempre però queste iniziative hanno i risultati che ci si aspetta, infatti ci sono ancora persone che continuano a insultare e prendere in giro coloro che soffrirono nei lager e che purtroppo persero la famiglia, i figli e a volte persero anche la loro stessa vita. 


Questi vengono a volte  denunciati, ma  molto spesso no. La nostra senatrice Liliana Segre viene spesso ricoperta di insulti, non solo sui social ma anche sui muri di locali, perché ebrea e lei li affronta a testa alta e senza timore.


Dobbiamo sempre portare rispetto a tutti coloro che hanno affrontato questa tragica esperienza perché non sappiamo cosa hanno passato e cosa hanno sofferto, il nostro unico compito è ricordare e non commettere più gli stessi errori.

Non dimenticare significa onorare le vittime e costruire un futuro in cui la dignità umana venga difesa a tutti i costi. 


Maddalena Andrea Pisciottu Palmas, 3^F

Come Mary Anning - a cura della Scuola d'Infanzia "Maria Lai"

Come Mary Anning Curiosità, scoperta, creatività, invenzione Conoscete Mary Anning ? Vi diciamo come l’abbiamo conosciuta. Maestra Alessia Z...