martedì 25 febbraio 2020

Ecologiamoci, Scuola dell'Infanzia di via Gagarin, a cura di Mariolina Argiolas


L’ennesimo progetto di educazione ambientale? Certo! Oggi più che mai c’è la necessità di educare le nuove generazioni a comportamenti ed abitudini ecologicamente compatibili, affinché il nostro Pianeta abbia una possibilità di sopravvivenza e i nostri bambini possano godere di un mondo simile a quello che noi adulti abbiamo conosciuto ( … e poi maltrattato …) .
I bambini spesso spontaneamente hanno una propensione positiva verso l’ambiente naturale; compito educativo degli adulti è quello di spiegare e proporre loro delle abitudini quotidiane ecologicamente orientate, iniziando proprio dai piccoli gesti che essi vivono ogni giorno, a scuola e a casa, nella speranza che gli stessi bambini trasmettano agli adulti le buone pratiche …
I bambini della sezione C della scuola dell’infanzia “J. Gagarin” hanno solo 4 anni ma già nel precedente anno scolastico hanno imparato a rispettare l’ambiente naturale, curando un piccolo orto e privilegiando una alimentazione “ecologica”; quest’anno abbiamo pensato di continuare il percorso educativo cercando di creare delle piccole routine positive, unendo la scoperta e la riflessione al gioco e al piacere di muoversi e fare.



Iniziamo in mensa: dopo il pranzo raccogliamo e differenziamo quanto è avanzato … , raccogliamo la frutta e il pane che non abbiamo mangiato, l’acqua che non abbiamo bevuto e …



“In giardino c’era una strana cosa …
ha un nome difficile … composera…
no, compostiera! Adesso sappiamo cos’è …
serve per fare la terra buona per le piante: mettiamo il cibo,
foglie secche, terra … e anche acqua, poi aspettiamo
e diventa tutto terra!”


Raccolta differenziata dei rifiuti“: un divertente percorso motorio con “ostacoli” di rifiuti quotidiani, da posizionare correttamente nei diversi contenitori colorati …
Anche a casa abbiamo i bidoni colorati! … però sono piccoli … “
“Ora sappiamo che ogni colore dice cosa si deve mettere dentro … “



Merenda sana e naturale: non più prodotti confezionati, solo frutta o verdura e, via la plastica dalla nostra classe! La borraccia personalizzata ci accompagnerà tutto l’anno!

“L’istruzione non cambia il mondo …
cambia le persone che cambieranno il mondo.”

Buon appetito: piatto pulito!, Bambini delle sezioni A (3 anni) e D (5/4 anni) della Scuola dell’Infanzia “J. Gagarin”, a cura di Mariolina Argiolas

BUON APPETITO: PIATTO PULITO!

5 FEBBRAIO 2020, GIORNATA CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE

Bambini delle sezioni A (3 anni) e D (5/4 anni) della Scuola dell’infanzia “J. Gagarin”


“Bambini,sapete, oggi è una giornata speciale è la giornata contro lo SPRECO. Cosa vuole dire questa parola? Chi la conosce?” Leonardo “Sì, che sei uno sprecone!” “cosa fa uno sprecone?” Edoardo “che butta” “Sì lo spreco è quando uno non usa bene le cose, le usa male o le butta. A volte si spreca anche il cibo, a noi capita?” In coro i bambini “nooooooo” “Siamo proprio sicuri? Capita che a merenda qualcuno prende un pezzo di pane e non lo finisce tutto?” Riccardo “Sì ieri lui ha preso il pane e non l’ha mangiato” “Eh sì, prendere una cosa e non mangiarla è sprecare, perché poi lo dobbiamo buttare. Oggi è la giornata per ricordarci di non sprecare il cibo. Cosa possiamo fare per non sprecare il pane, ad esempio?” “Darlo agli uccellini” “Ah ottima idea, il pane che avanza lo potremo dare da mangiare agli uccellini, bravo! Cos’altro potremo fare per non sprecare?” Francesco “lo possiamo dare alle tartarughe” “Sì certo anche alle tartarughe, e a tutti gli animali. Ci sono cose diverse che si possono fare per non sprecare il pane?” Davide “lo possiamo dare ai gatti” Dopo una lunga serie di animali ….”va bene bambini per farci venire altre idee oggi vi presento degli amici che ci faranno vedere come si può non sprecare: guardiamo il cartone animato …


… Al termine della rappresentazione concludiamo che Peppa Pig è molto brava, “mangia sempre tutto” dice Leonardo “Sì è vero, vedete vi faccio vedere questo disegno, com’è il suo piatto? In coro “vuoto!” “Sì è vero, è pulito. Vogliamo diventare bravi come Peppa e non sprecare mai più il cibo? Tutti “Siiiiiii” “Bene allora ascoltate, Peppa oltre a mangiare sempre all’ora giusta, prima di prendere una cosa o di farsi versare del cibo pensa sempre “QUANTA FAME HO OGGI?” se ha molta fame prende un pezzo di pane grande, se invece ne ha poca quanto pane prende?” “poco” “Bravi, fa proprio così, ne prende poco, così non lo deve buttare come capita qualche volta a noi”
I bambini colorano con grande attenzione la scheda individuale, costruiscono il cartellone collettivo e per festeggiare fanno una merenda speciale. La. Maestra, prima di dare le bruschette fatte con il pane avanzato dal giorno prima, chiede ad ogni bambino “quanta fame hai oggi?” e in base alla risposta taglia la porzione.
In questa giornata speciale del 5 Febbraio i bambini della sezione A non hanno buttato neanche un pezzetto o una briciola di pane e tutti dicono che proveranno ad assaggiare tutto anche nel ristorante della scuola.


Nella sezione D i bambini più grandi discutono anch’essi sullo spreco e su ciò che si può fare per evitarlo …
Mangiare tutte le verdure che crescono nell’orto (Gioele); trasformare il pane in pane pizza come fa la mia mamma(Giulia); Io riciclo il pane duro e non lo portano in discarica (Leonardo); Io mangio tutte le verdure che mio nonno coltiva (Nicolò); dare l’acqua riciclata alle piante (Thomas); mangiare tutta la frutta e verdura che mi danno mamma e papà(Annazoe); mangiare tutto (Martin); mangiare tutto ciò che c’è nel piatto (Sofia E.); mangiare tutta la frutta e la verdura sempre (Samuele); mangiare il cibo anche se non ci piace (Samuel); mettere il cibo nel contenitore dell’umido per riciclarlo (Mattia); mangiare tutto per non sprecare (Nicola); regalare il cibo ai bambini poveri (Flavia); mangiare il pane pizza che mamma prepara con il pane duro (Simone); bisogna mangiare tutto per crescere e fare i muscoloni; bisogna fare la differenziata che poi va raccolta dal camion della spazzatura e poi la spazzatura si trasforma in giocattoli ( Alessandro); non dobbiamo sprecare il cibo, lo dobbiamo mangiare tutto (Francesco); l’acqua non va buttata nel tavolo in mensa; non si butta la roba da mangiare ma si mangia (Giorgia).
Le riflessioni effettuate vengono rielaborate graficamente, realizzando così un decalogo delle azioni possibili per evitare lo spreco alimentare …


Per misurare lo spreco quotidiano e l’impegno individuale per evitarlo si costruisce uno “sprecometro”: ciascun bambino applicherà accanto al suo nome un bollino viola se ha mangiato tutto, verde se invece non ha mangiato …


Le buone pratiche si acquisiscono fin da piccoli, valorizzando la naturale propensione dei bambini a trasformare azioni ludiche in atteggiamenti e stili di vita positivi per la società e per il Pianeta.

Jumper Day, Scuola dell'Infanzia di via Gagarin, a cura di Mariolina Argiolas


Aspettando il Natale, anche quest’anno rinnoviamo l’appuntamento con il Christmas Jumper Day, una mattinata in cui condividere con i genitori degli alunni attività e solidarietà: creiamo dei simpatici maglioni natalizi – ogni anno sempre più originali e simpatici- da indossare successivamente, in occasione della festa di Natale, donando un piccolo obolo alla associazione Save the children per contribuire al benessere di bambini meno fortunati.

 

La giornata – alla quale partecipano tutte le sezioni del plesso- è anche occasione per rinnovare la collaborazione fra scuola e famiglia, facendo entrare in classe i genitori degli alunni, condividendo le attività e i momenti di gioia e amicizia; la stessa empatia che è vissuta anche nel momento della merenda, gentilmente offerta dalla Cooperativa Ortosestu, con la quale si è programmato l’appuntamento mensile della merenda “ecologica” a Km 0.



Nell’immaginario collettivo la festa del Natale assume un significato che va oltre quello prettamente religioso, implica condivisione e partecipazione: è ciò che- successivamente- i genitori delle sezioni A e B hanno voluto creare allestendo anche una Bancarella natalizia, in cui parte del ricavato è confluito nelle donazioni per l’ iniziativa del Christmas Jumper Day.
Il risultato della giornata va ben oltre il ricavato destinato a Save the Children: tanti momenti piacevoli da ricordare e un clima sereno in cui davvero Scuola e Famiglia si sono incontrati.


Code Week 14-18 ottobre 2019, Scuola dell'Infanzia di via Gagarin, a cura di Mariolina Argiolas

Coding … uno dei tanti incomprensibili neologismi della recente scuola Italiana?
I familiari degli alunni e anche tanti addetti ai lavori spesso ignorano o distorcono il significato di questo termine che ormai fa parte delle nuove attività inserite nelle competenze proposte dalla Scuola Italiana.
Coding è un termine inglese traducibile in codificazione , al quale corrisponde meglio in italiano la parola programmazione; programmazione informatica ovviamente, ma non nel senso più tradizionale dell’espressione: sono attività volte a sviluppare il pensiero computazionale, ossia più semplicemente, l’insieme di tutti i processi che vengono attivati per risolvere e superare un ostacolo in modo creativo.
Alessandro Bogliolo , esperto del settore e coordinatore Europe Code Week, afferma: “il coding dà ai bambini una forma mentis che permetterà loro di affrontare problemi complessi quando saranno più grandi”.
In quest’ottica si comprende meglio perché l’Istituto Comprensivo di Sestu da anni promuove le attività di coding e partecipa attivamente ai Code Week: compito primario del sistema scolastico è proprio quello di preparare le nuove generazioni alla vita adulta, fornendo loro gli strumenti e le abitudini mentali ad affrontare un mondo sempre più complesso e variegato.
Anche alla scuola dell’infanzia? Certo! Ovviamente le attività proposte sono calibrate sugli interessi e le capacità cognitive degli alunni: il gioco è il veicolo privilegiato per sviluppare il pensiero computazionale, e allora … giochiamo!


Nella scuola dell’infanzia si privilegia il Coding Unplugged, cioè attività senza l’uso di strumenti informatici, semplicemente una griglia e l’uso di frecce direzionali.


I bambini imparano a muoversi nello spazio-griglia, seguendo le frecce, pre-vedendo i loro movimenti nelle caselle per giungere ad un obiettivo, in questo caso un frutto - la corretta alimentazione è una delle tematiche annuali programmate-.


Cubetto è un’altra modalità di coding unplugged che affascina e cattura l’attenzione dei bambini: è un robot in legno che può essere usato fin dai 3 anni, basato su un approccio tangibile che aiuta i bambini ad apprendere la programmazione senza utilizzare monitor o schermi. Come funziona? Dai istruzioni a Cubetto attraverso i tasselli colorati : avanti, sinistra, destra, … ; i tasselli vanno disposti in ordine sull’interfaccia forata associata a Cubetto; premi il bottone e … Cubetto si muove, eseguendo i comandi inseriti con i tasselli sull’interfaccia!
I bambini sono entusiasti della possibilità di “guidare” il piccolo robot … e ovviamente non sono consapevoli dei processi mentali che stanno attivando per poter indirizzare Cubetto verso l’obiettivo: è un gioco! Piacevole, interessante e, come tanti altri giochi proposti, da condividere con i compagni in piacevoli sfide e “competizioni"!

Accoglienza: un progetto che ci rappresenta, Scuola dell'Infanzia di via Gagarin, a cura di Mariolina Argiolas

Accoglienza: un progetto che ci rappresenta

Benvenuti! Un nuovo anno scolastico è iniziato e con esso si è avviato il Progetto Accoglienza.
Il Progetto Accoglienza ha una lunga tradizione: prende forma negli anni '90 con l'istituzione delle sezioni omogenee nella scuola dell'infanzia; l'innovazione di un inserimento contemporaneo di 25 bambini di tre anni richiedeva strategie pedagogiche diverse da quelle attuate precedentemente nelle sezioni eterogenee.
Era un progetto molto ambizioso e articolato che coinvolgeva attivamente l'asilo nido comunale e i baby parking privati; ci ha dato tante soddisfazioni e successi e ha rappresentato uno dei punti qualificanti e identificativi delle scuole statali di Sestu, allora ancora riunite in un unico Circolo Didattico.
Nel corso degli anni il Progetto ha subito numerose modifiche e adeguamenti ai tempi, alle esigenze familiari dell'utenza e alla nuova realtà di un Istituto Comprensivo; oggi l'Accoglienza è una tematica condivisa da tutti gli ordini di scuola – dall'infanzia alla secondaria- e si è arricchita di nuovi contenuti e modalità.


L'excursus storico giustifica ma non spiega l'attualità di questo Progetto: in un periodo storico-culturale caotico quale quello che stiamo attraversando, oggi più che mai emerge la necessità di essere accolti e di essere accoglienti, nel rispetto dei tempi di ciascuno, nel rispetto delle regole del vivere comune, nel rispetto delle Istituzioni. Il nostro Istituto cerca di esprimere questi Valori in vari modi e in vari ambiti, ad iniziare proprio dal primo segmento scolastico: la Scuola dell'Infanzia, laddove l'Accoglienza è un percorso fondamentale e partecipato.



<<Il primo giorno di scuola è spesso per i bambini un momento atteso e temuto allo stesso tempo; carico di aspettative ma anche di paure, causate non solo dal distacco familiare, ma anche dal fatto di ritrovarsi catapultati in una realtà totalmente estranea, con persone e routine quotidiane diverse da quelle vissute precedentemente. Anche per i genitori non è facile né semplice affrontare il primo inserimento scolastico dei loro figli; anch’essi non sono immuni dall’ansia da separazione e dalle forti emozioni che sono sottese a queste esperienze, soprattutto se si tratta del loro primo incontro con una comunità scolastica. Il Progetto Accoglienza si propone di programmare le condizioni organizzative più idonee a superare le difficoltà o il disagio iniziale relativo all’inserimento scolastico.(...) Accogliere insieme bambini e genitori per aiutarli a superare la separazione; condurli per mano alla scoperta della scuola e dei suoi ambienti per favorire relazioni positive con adulti e coetanei.>>



Accogliere è anche informare e condividere: nel mese di giugno dell'anno scolastico precedente : i genitori dei bambini che frequenteranno nel settembre successivo sono invitati a partecipare a una assemblea informativa in cui viene illustrato il progetto Accoglienza, le finalità della scuola dell'infanzia e dell'Istituto.
Accogliere è anche accompagnare e sostenere: l’inserimento dei nuovi iscritti in genere
avviene due giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico perché i docenti e gli alunni già
frequentanti “accolgono” i compagni prescolari nella Scuola Primaria,in una festa
condivisa di musica e canti, tutti insieme con la stessa emozione.


Infine, dopo aver predisposto spazi ed ambienti con l'ausilio dei bambini già
frequentanti, coinvolti attivamente nei preparativi per l'accoglienza, eccoci finalmente
pronti per ricevere i nuovi amici e compagni: Benvenuti!



“l'accoglienza è un'apertura: chi viene accolto o ricevuto viene
fatto entrare in un luogo, in un gruppo, in sé stessi.”

Incontro con il giornalista Nicola Montisci, Classe 3^B scuola primaria “G.Rodari”


INCONTRO CON IL GIORNALISTA NICOLA MONTISCI

Oggi , 22 gennaio 2020, noi alunni della 3^B insieme alle classi 4^A e 4^B, abbiamo incontrato il giornalista Nicola Montisci che ci ha parlato del lavoro del giornalista.
Per iniziare ad essere un buon giornalista, fin da bambini si dovrebbero fare queste cose:
-usare il dizionario per le parole nuove
- Scrivere molto;
-scrivere un diario personale;
A lui piace scrivere articoli sulle storie delle persone. Offre il suo lavoro ai giornali, alle radio e anche ai giornali on-line; è un giornalista FREELANCE).
Il suo lavoro è faticoso e impegnativo.

                                                                                       CLASSE 3^B scuola primaria “G.Rodari”

Ecco alcune nostre riflessioni

Dopo aver ascoltato Nicola, ho capito che fare il giornalista non è facile ed è molto impegnativo.
Mi ha colpito quando ha detto che ha incominciato ad avere questa passione in seconda media scrivendo il Giornalino Scolastico.
A me in futuro piacerebbe fare la giornalista perché potrei scrivere tante cose sulle persone e su cosa succede nel mondo.
                                                                                                                  Eleonora Pintori

Fare il giornalista è un lavoro molto impegnativo e che serve nella vita. Mi ha colpito tutto quello che ha detto. A me piacerebbe fare la giornalista ma non è il mio destino, perché mi sento di più un’insegnante.

                                                                                                                Laura Angioni

Dopo averlo ascoltato ho imparato che bisogna leggere di più!
                                                                                                                Gabriel Chessa

Ho imparato che il mestiere del giornalista è un lavoro utile perché aiuta a sapere cosa accade nel  mondo.
A me piacerebbe fare la giornalista perché potrei viaggiare tanto, conoscere nuove persone e raccontare le loro storie.
                                                                                                                                  Maya Spiga

Mi ha colpito quando ha detto che anche i bambini possono fare i giornalisti!
                                                                                                                    Alessandro Veranu


Ho capito che è un lavoro molto faticoso e impegnativo, che sul giornale si deve scrivere tutto giusto perché si potrebbe essere denunciati e inoltre non si devono scrivere bufale
A me non piacerebbe fare il giornalista perché è un lavoro molto faticoso e impegnativo.

                                                                                                               Manuel Murru

Mi piacerebbe fare il giornalista sportivo per intervistare i calciatori di tutto il mondo!

                                                                                                              Matteo Angius

Amici per sempre, di Laura Angioni, Scuola Primaria G.Rodari


In classe abbiamo giocato con la grammatica (nomi primitivi e derivati) e ne abbiamo approfittato per parlare anche di alimentazione, così alla fine le storie nascono magicamente:

AMICI PER SEMPRE

C’era una volta una bottiglia di latte che passeggiava per la strada. Camminando, camminando vide un lattaio che andava a lavorare ma gli era caduto il biglietto da visita dalla tasca. Il latte lesse l’indirizzo del lattaio e andò  a casa sua .
Il lattaio aveva due figlie Margherita di otto anni e Serena di dodici: Margherita amava un sacco i latticini, formaggio, yogurt ecc.
Il latte fece amicizia con lei. ”Ciao, io sono Lallo, il latte, molto piacere!” “Ciao io sono Margherita,  piacere mio”, poi fece amicizia anche con Serena che era intollerante al lattosio. “Ciao, io sono  Lallo, il latte”. “Ciao! Io sono Serena, lo sai che sono intollerante al lattosio?” “Oh mi dispiace tanto!” disse Lallo.
Alla fine lo invitarono a vivere con loro. “Ma ci sono delle regole!” disse Serena:
11)     Devi rispettare tutti!
22)     Cerca di starmi lontano!
33)     Non russare la notte!
“Oh,  farò di tutto per vivere qui senza dare problemi” disse Lallo felicissimo.
E vissero tutti felici e contenti.
                                                                      

                                                       Laura Angioni

La festa della castagna, di Alessandro Veranu 3^B Scuola Primaria G.Rodari


LA FESTA DELLA CASTAGNA

Il 30 ottobre 2019 a scuola abbiamo organizzato la festa della castagna con i nostri genitori e le maestre, perché in scienze stiamo proprio studiando le castagne.
Le maestre hanno unito i banchi e i genitori hanno portato le castagne: castagne bollite, caldarroste, marron glacé e marmellata di castagne.
Le abbiamo mangiate e a me si è aperto un paradiso!
Poi la mamma di una mia compagna ha portato una torta alle castagne, l’ho assaggiata per la prima volta ed era buonissima: Avevamo anche i bicchieri e ci hanno versato il succo, dopo abbiamo sparecchiato e rincominciato a fare lezione.
Mi sono divertito un sacco!
                                                          
  Alessandro Veranu 3^B Scuola Primaria G.Rodari


LEZIONE DI GIORNALISMO, a cura delle classi 4 A e 4B - insegnante Pina Pala



LEZIONE DI GIORNALISMO
A cura delle classi 4 A e 4B - insegnante Pina Pala
di Alessandro Pitzanti
La mattina del 22 gennaio, nell’aula “Multimò” della scuola primaria Gianni Rodari, abbiamo incontrato il giornalista Nicola Montisci per parlare di giornalismo e comunicazione.
E’ stata un’esperienza molto interessante, visto che non capita spesso di trovarsi di fronte un giornalista in  “carne ed ossa”.
Lui ci ha parlato di giornalismo, ma anche dell’importanza di saper leggere, scrivere e conoscere tante parole. Sono stato d’accordo con lui quando ha detto: “Se conosci le parole, puoi esprimerti al meglio!” Ed è vero perché avere un ricco vocabolario favorisce una buona comunicazione.
Poi ha detto: “Ora lasciamo spazio alle domande!” Così noi gli abbiamo fatto tantissime domande, alcune intelligenti, altre sciocchine.  La maggior parte di noi era interessata all’attività e in tanti abbiamo posto domande e chiesto spiegazioni su un mestiere di cui non si sa tanto.
Sarebbe interessante poter avere altre occasioni di questo genere perché magari tra di noi potrebbe esserci un giornalista “in erba!”

UN’ORA DI GIORNALISMO
Di Marta Piras
Oggi a scuola è venuto un giornalista di nome Nicola che ci ha fatto una bella e interessante lezione di giornalismo: ci ha spiegato come si scrive un articolo e quanto tempo ci vuole per scriverlo. Ha detto che lui preferisce scrivere articoli di cronaca bianca e ci ha raccontato che quando era piccolo, esattamente in 2° media, ha iniziato a scrivere semplici articoli su ciò che capitava a scuola. Faceva leggere questi articoli alla sua professoressa che lo ha incoraggiato a continuare, così ha deciso di fare il suo primo giornalino scolastico.
Ha fatto un bellissimo discorso sulle parole: ha spiegato che con le parole possiamo esprimere tutti i nostri sentimenti. Noi abbiamo potuto fargli tante domande ed è stato molto interessante ascoltarlo.

INCONTRIAMO IL GIORNALISTA NICOLA
di  Aurora  Cadau
Subito dopo la lezione di scienze siamo andati in aula Multimò per incontrare il giornalista Nicola. Lui ci ha raccontato tantissime cose sul suo lavoro: le fasi per scrivere un articolo e pubblicare un giornale e il tipo di organizzazione di un giornale,  ha detto anche che in ogni giornale c’è un direttore e un caporedattore che coordina il lavoro degli altri giornalisti. In seguito noi bambini gli abbiamo fatto delle domande sulla sua carriera, sul suo lavoro e tante altre domande legate al giornalismo. Abbiamo scoperto tantissime cose su di lui: la sua passione è iniziata alle scuole medie e a diventare un giornalista lo ha spinto la curiosità. Gli abbiamo chiesto quanto tempo  fosse necessario per scrivere un articolo e quanto sia impegnativo fare questo lavoro. Abbiamo scoperto anche che, talvolta, un giornalista, per poter scrivere un articolo, deve partire posti lontani per raccogliere più informazioni possibili.
Il dibattito ci ha fatto capire che la comunicazione è importantissima perché, grazie alla possibilità di poter comunicare, possiamo esprimere le nostre idee, i nostri sentimenti, le nostre opinioni e molto altro!
Spero di poter ripetere questa attività e ringrazio di cuore il giornalista Nicola!

INTERVISTA AL GIORNALISTA NICOLA
di Gabriel Taris
E’ venuto a trovarci a scuola un giornalista di nome Nicola Montisci per spiegarci come si scrive un articolo di giornale e per parlarci di giornalismo. Noi eravamo molto curiosi e gli abbiamo fatto tantissime domande. Io gli ho chiesto da quanti anni faceva il giornalista, cosa scriveva sui suoi giornali e addirittura per quale squadra tifasse.
Avrei voluto fargli più domande ma il tempo non sarebbe bastato. Oltre che bravo professionalmente, mi è sembrata una brava persona perché è stato molto disponibile e paziente con noi bambini.
Io però non vorrei fare il giornalista, ma mi piacerebbe tanto scrivere e poi pubblicare un libro tutto mio.
Grazie Nicola Montisci per il bellissimo incontro!

SE TU FOSSI UN GIORNALISTA QUALI ARGOMENTI VORRESTI AFFRONTARE?
di Riccardo Iacopi
Se io fossi un giornalista vorrei parlare di sport, soprattutto di  calcio. A me piace la cronaca in generale e mi piacerebbe diventare un giornalista sportivo perché mi piace tutto lo sport, in particolare quello di squadra. Infatti, per me, lo sport non è fatto solo per giocare, divertirci ed essere felici, ma è fatto soprattutto  per imparare a rispettare i compagni, l’allenatore e gli avversari. Proprio di questo vorrei parlare se fossi un giornalista.


IL GIORNO DELLA MEMORIA Per non dimenticare, Classi 4 A e 4 B della Scuola primaria “Gianni Rodari” – ins. Pina Pala






IL GIORNO DELLA MEMORIA
Per non dimenticare
 Classi 4 A e 4 B della scuola primaria “Gianni Rodari” – ins. Pina Pala
Riflessioni degli alunni dopo la visione del film “La stella di Andra e Taty” che narra la storia delle sorelle Bucci, deportate nel campo di concentramento di Auschwitz nel 1943 con il cugino Sergio.
 Sergio morì dopo aver subito gli orribili esperimenti da parte del dottor Mengele, invece le sorelle Bucci vennero salvate dai russi nel 1945 e sono testimoni attuali della Shoah italiana.

Riflessione di Aurora Cadau
Dopo aver visto il film “La stella di Andra e Taty” nella mia mente c’erano i campi di concentramento e io ero lì con loro. Avevo un sacco di paura perché sarei stata in bilico  tra la vita e la morte, ma quella paura non era nemmeno un pizzico del terrore che avrà provato chi era lì. Grazie a quel filmato ho capito anche che non devo dare per scontata la vita, perché la vita è come lo zero, perché lo zero è il punto di inizio, senza di lui nulla può incominciare e senza la vita non puoi conoscere il mondo, non puoi fare nuove esperienze, non puoi giocare, non puoi fare nulla!
Però ho capito anche che se qualcuno è diverso non bisogna punirlo per quello che è, anzi è anche più bello perché almeno è originale!
La Shoah, spero non si ripeta mai più perché ha ucciso tantissime persone! Per questo bisogna fermarla e accettare le persone per quello che sono!


A cura di Alessandro Pitzanti
La visione di questo film mi ha fatto capire quanto sia stata terribile e disumana la Shoah, perché non è normale che le persone uccidano in modo brutale e sconvolgente altre persone.
Io mi sono sentito triste perché tutte quelle persone sono morte senza aver fatto niente! E’ una vera ingiustizia! Io sono veramente colpito da ciò che l’uomo può fare ai suoi simili!
Spero che non accada mai più!

Il giorno della memoria di Vanessa Argiolas
Dopo la visione del film “La stella di Andra e Taty” sono rimasta pietrificata, anzi scioccata da tutta questa disumanità. Mia nonna è nata quando c’era la guerra e mi ha raccontato che quando passavano i nazisti lei aveva tantissima paura. Io penso che molti ebrei siano stati molto forti, soprattutto i genitori di Andra e Taty che sono riusciti  a non mostrarsi in lacrime davanti ai propri figli. Le persone, a prescindere dalla loro pelle, dalle loro scelte e dalle loro diversità rimangono sempre persone e bisogna avere rispetto per tutti.

Riflessione di Marta Piras
Quando stavo guardando il film  “La stella di Andra e Taty” mi è scesa una lacrima. Mi chiedevo: “Perché gli esseri umani vengono trattati così?”
Io ho provato tristezza e dispiacere per loro, anche se sono state molto fortunate perché si  sono salvate e hanno ritrovato i loro genitori, ma non sono state fortunate a essersi ritrovate lì e a essere state portate via!
E’ stata una cosa tristissima: gli ebrei sono persone e esseri umani come tutti! 


Il coronavirus, di Alessio Uccheddu, Classe 2^A, Scuola secondaria di Primo grado


Il coronavirus è un virus che sta causando molto disagio e molta tensione in Cina e in Giappone. Si tratta di un virus che si diffonde molto facilmente e che colpisce il sistema immunitario delle persone anziane, ma non solo.

Che cosa è?

Il coronavirus è costituito da tanti virus che colpiscono le difese immunitarie in una sola volta: questa infezione si trasforma da quello che noi chiamiamo "raffreddore", ad una malattia chiamata sindrome respiratoria orientale.
Questo virus è nato in Cina ed è stato reso noto dalla pubblicazione di una foto fatta da un medico infettato dal coronavirus. Poi piano piano si è diffuso anche in Giappone e in altre parti del mondo.
Viene chiamato coronavirus perché visto al microscopio presenta delle piccole coroncine che ricoprono tutto il virus.

I SINTOMI CHE UNA PERSONA INFETTA PUO’ AVERE

Di solito questo virus colpisce i polmoni e le vie respiratorie e una persona infetta può passare dal semplice rafferddore o tosse alla difficoltà a respirare e persino alla morte! Le persone infette in questo momento sono circa 78.800 circa. Le persone che sono morte a causa di questo virus salgono a livelli altissimi: per esempio, si è calcolato che in Cina tra le persone infettate 1 su 3 muore di coronavirus.

COME SI PUO’ EVITARE

Ci sono tanti modi per evitare il contagio dal coronavirus, ma i più sempici sono questi:
- lavarsi bene le mani;
- mantenere le distanze dalle persone che hanno delle malattie respiratorie.
Di solito, le persone che sono maggiormente colpite sono gli anziani deboli e le persone con problemi alle difese immunitarie.

Alessio Uccheddu, Classe 2^A, Scuola secondaria di Primo grado

Io e il mio fratello dis-abile, di Alessio Baldussi, Classe 2^F, Scuola secondaria di Primo grado

Io e mio fratello siamo molto legati.
Lui è particolarmente abile.
Con "particolarmente abile" intendo che ha difficoltà motorie, ma il mio occhio va tanto oltre questo e spero che tutti un giorno andranno oltre quello che vede il nostro occhio.
Mio fratello è su una sedia a rotelle elettrica e non sa fare altro che disastri quando va tanto veloce.
Anche se non può usare le parole, usa il cuore per farsi capire e io lo capisco subito.
Quando rientro a casa dopo esser uscito da scuola, mi aspetta con tutti i denti possibili che si possano far vedere in un sorriso, un sorriso bellissimo come il suo.
Ha i capelli neri e gli occhi di un azzurro intenso e un sorriso, come ho già detto, bellissimo.
Non ho mai potuto immaginare una vita senza di lui, neppure in un mondo parallelo perché penso che la mia vita sia composta soprattutto da lui.
Penso di non resistere più di tanto a stargli lontano, è impossibile per me stare lontano da una parte fondamentale del mio cuore.
Quando si arrabbia con me, rimango molto triste, ma poi viene subito ad abbracciarmi con uno dei suoi abbracci, facciamo la pace e continuiamo a giocare come se non fosse successo nulla.
Io capisco di essere un suo punto di riferimento perché mi cerca di continuo, anche quando faccio i compiti o sono a fare sport, mi cerca soprattutto quando vuole divertirsi a fare monellerie varie, come nascondersi in cameretta quando arriva nostro padre, oppure nascondere oggetti alle persone per poi svelare dopo si trovano, e io rido tantissimo quando lo fa.
Una sua abitudine giornaliera è guardare la serie tv “Friends”, perché nella sigla si sente un battere di mani e lui per quattro volte vuole che io, le mie due sorelle e i miei genitori battiamo le mani, per poi vederlo felicissimamente soddisfatto.
A volte lo aiuto a mangiare e dopo aver mangiato gli cambio la maglietta e poi, come suo solito, mi ringrazia con un forte abbraccio.
Ho sempre pensato che sono questi "piccoli momenti" che mi rendono felice e mi aiutano a proseguire la giornata più felicemente.
Ho sempre fatto di tutto per aiutarlo e per fargli passare al meglio ogni giornata, con un sacco di risate.
Quando mi trovo in "una giornata no", lo vedo e mi riappare il suo sorriso, il sorriso di un fratello che sa di volere tanto bene al proprio fratello.

Alessio Baldussi, Classe 2^F, Scuola secondaria di Primo grado

L’ambiente: un bene da salvaguardare, di Giulia Lai, Classe 2^D, Scuola secondaria di Primo grado

In questi ultimi anni il nostro pianeta purtroppo ha subito dei cambiamenti che ne hanno compromesso l’ecosistema. Le foreste stanno bruciando, la temperatura si sta alzando, i ghiacciai si stanno sciogliendo e tutto questo è successo a causa del troppo inquinamento.
Esistono varie forme di inquinamento: acustico, elettromagnetico ecc. Sono necessarie politiche ambientali efficaci per trovare delle soluzioni eco-sostenibili.
Sono noti a tutti, infatti, gli ultimi drammatici avvenimenti accaduti in Australia. Questo territorio sta bruciando, le temperature si sono alzate e c’è siccità. Da fine settembre gli incendi hanno distrutto oltre duemila case e bruciato oltre centomila chilometri quadrati di superficie. A causa del fuoco, oltre un miliardo di animali sono morti, tra cui canguri e koala, già a forte rischio di estinzione.
Numerose sono le associazioni che si sono mobilitate per aiutare l’Australia, tra  cui quella creata da  Leonardo Di Caprio, che ha già donato tre milioni di dollari.
Un altro patrimonio da salvare e salvaguardare è sicuramente l’Amazzonia. È considerata il polmone verde del nostro Pianeta, per la sua estensione. Eppure l’uomo, ancora una volta, è responsabile della sua distruzione. Sta bruciando, infatti, una superficie di foresta pluviale equivalente a oltre tre campi da calcio al minuto. Però non è solo a causa delle temperature elevate che il territorio sta bruciando, ma anche a causa delle politiche scorrette delle imprese agro-industriali e zootecniche.  Senza le foreste pluviali rischiamo di perdere fra il 17 e il 20% di risorse d acqua per il pianeta.
Ma non tutto è perduto. Solo con la diffusione di progetti eco-sostenibili, per esempio ridurre l’utilizzo della plastica, usare auto elettriche, favorire l’utilizzo delle energie rinnovabili e piantare più alberi, possiamo salvare il nostro pianeta.

Giulia Lai, Classe 2^D, Scuola secondaria di Primo grado

Le barriere architettoniche, pericolose difficoltà per i disabili, di Alessio Baldussi, Classe 2^F, Scuola secondaria di Primo grado

Le barriere architettoniche sono degli impedimenti che limitano le persone con difficoltà motorie.
Si presentano spesso situazioni spiacevoli.
Ogni giorno ci sono moltissimi casi di persone che hanno difficoltà negli spostamenti nei centri abitati; ad esempio, se una persona volesse andare al cinema e presenta difficoltà e dovesse avere una sedia a rotelle, gli unici posti disponibili nella sala sono lontani e l’utente deve stare solo, senza nessun altro parente vicino.
Un altro posto pubblico non facilmente accessibile è l’aula consiliare del Comune, fatta con seduta a scale e i disabili sono costretti a stare in mezzo all’ingresso, dove la gente entra ed esce accumulando tanta corrente che nuoce ad essi.
In vari centri commerciali è molto frequente che gli ascensori siano guasti, pericolosi o molto stretti, dove chi non ha una sedia a rotelle piccola non può passare. Sono state tante le occasioni in cui non è stato possibile trovare personale per prendere la chiave, perché soli o con accompagnatore che non può allontanarsi.
Il marciapiede pubblico è la barriera architettonica più importante da revisionare, anche solo per far fare una passeggiata in una giornata di sole a queste persone che magari non possono rischiare di uscire con la pioggia o uscire col vento.
Il marciapiede, nel mio paese, presenta buchi che possono causare danni e inoltre, come successo recentemente, questi danni possono essere mortali.
In questi ultimi tempi stanno inaugurando anche parchi per disabili che, però, dovrebbero essere più numerosi per permettere una bella cosa a queste persone che magari hanno molte aspettative.
Tutti possiamo fare la differenza riguardo a queste barriere architettoniche.
Tutti hanno diritto a stare bene nel proprio paese o nella propria città.

Alessio Baldussi, Classe 2^F, Scuola secondaria di Primo grado

L'Aulularia, di Cristian Serci, Classe 2^H, Scuola secondaria di Primo grado

Il 21 dicembre 2019 la classe 2^H ha interpretato, sottoforma di musical, “L’AULULARIA”, una commedia scritta dal celebre poeta latino Tito Maccio Plauto (III secolo a. C.).
L’AULULARIA parla di un vecchio avaro, Euclione, che ha una pentola piena d’oro a cui lui pensa sempre: infatti, non riesce mai a sentire e a sapere quello che gli accade intorno.
Quando la professoressa Rombi ci ha proposto questo progetto, noi abbiamo accettato subito: eravamo curiosi di fare questa esperienza. Ci siamo fatti aiutare dalla professoressa Usai per l'utilizzo di qualche strumento: c’erano tamburi, flauti e una tromba. Abbiamo provato e riprovato fino al giorno dello spettacolo in cui eravamo tutti in ansia perché temevamo che potesse accadere di tutto: per esempio, non ricordavare le battute oppure suonare male. Invece, per fortuna è andato tutto bene. Vabbè qualche sbaglio c’è stato, ma tutto sommato è andata bene.
E’ stata un’esperienza unica e indimenticabile che sicuramente ci conserveremo nel nostro armadietto dei ricordi e nel nostro cuore per sempre.   

Cristian Serci, Classe 2^H, Scuola secondaria di Primo grado


The Christmas concert , di Rebecca Melis, Classe 3^H, Scuola secondaria di Primo grado


Giovedì 19 Dicembre 2019 si è tenuto il concerto di Natale della classe 3^H dell’Istituto Comprensivo “Gramsci-Rodari” di Sestu in occasione delle festività natalizie.
Il repertorio si è svolto con l’esecuzione dei brani diretti  dal professor Cristian Carboni, supportato dalle professoresse di strumento: Valentina Trincas, Barbara Sarigu e Monica Melis, e con il sostegno del coro diretto dalla docente della Scuola primaria ???.
Abbiamo eseguito vari brani strumentali e corali.
Io facevo parte della sezione strumentale dei pianoforti.
I brani  erano in tema natalizio: Go tell it on  the mountain, God rest you marry gentlemen, Oh happy day, Jingle bell rock e Ev’ry time i feel the spirit.
Prima di iniziare il repertorio mi tremavano le mani, sudavo freddo, avevo timore di sbagliare qualche accordo, ma mi ha rincuorato il professore che ci ha diretti, dandoci i tempi giusti per portare a termine tutti i brani, coinvolgendo anche il pubblico che mostrato l’ammirazione per le nostre esecuzioni con tanti applausi.
Alla fine di tutte le esecuzioni il pubblico, in piedi, ha chiesto un bis del brano Jingle bell rock.
Sono rimasta molto colpita da questa esperienza e penso che non dimenticherò mai l’entusiasmo di tutti i miei compagni, dei professori e del pubblico che ci ha applaudito sino alla conclusione del concerto.         
                              
Rebecca Melis, Classe 3^H, Scuola secondaria di Primo grado



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Un Natale musicale, di Nicole Spiga, Classe 2^H, Scuola secondaria di Primo grado


Come da tradizione, precisamente da dieci anni, nel periodo natalizio il nostro corso musicale (la sezione H) ha preparato il bellissimo concerto di Natale che si è svolto il 18 dicembre nella chiesa “Nostra Signora delle Grazie”.
Ci siamo avvalsi dalla collaborazione del coro della Scuola materna e primaria del nostro Istituto.
E’ stata un’esperienza molto emozionante, soprattutto per i ragazzi della classe prima  che, dopo tre mesi dall’inizio della scuola, si sono esibiti in un vero e proprio concerto davanti a centinaia di persone. Abbiamo suonato in orchestra delle canzoni natalizie che mettono il buon umore.
Prima di iniziare il concerto abbiamo fatto delle prove di acustica per vedere se i microfoni e le casse funzionassero correttamente e per fortuna non ci sono state gravi complicazioni.
Si sono esibiti prima i ragazzi della classe prima suonando “L’inno alla gioia”.
Dopo di loro ci siamo esibiti noi della classe seconda con “You go down from the stars”, “White christmas”, “Deck the halls” e “Jingle bells”.
Il 19 dicembre si è esibita la classe terza, che ha suonato “Oh happy day”, “Every time I feel the spirit”, “God rest you merry gentelmen”, “Go tell it on the mountain” e “Jesus, what a wonderful child”.
Il concerto si è concluso con grande successo, con gli applausi del pubblico e con i nostri doni per i professori.

Nicole Spiga, Classe 2^H, Scuola secondaria di Primo grado

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Come Mary Anning - a cura della Scuola d'Infanzia "Maria Lai"

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